Caro “cucciolo” Kimi, ti scriviamo
Noi sappiamo perché ti scriviamo. Affetto, tenerezza, gioia, nostalgia, sofferenza. Tanti anni di intesa e complicità istintive. Anita, io e Valentino, che un lontano giorno di 14 anni fa ti prese in braccio tutto bagnato e sanguinante abbandonato in una strada alla periferia di Napoli, ti abbiamo amorevolmente accudito, assistito e voluto un bene immenso.
Sei stato uno di famiglia. Un grande dono della Provvidenza.
Chi non ha mai posseduto un cane, non sa- ha scritto Shopenhauer- “cosa significhi essere amato”. Il cane- ha aggiunto Victor Hugo- è “la virtù che non potendo farsi uomo s’è fatto animale”.
Queste stupende considerazioni generano in noi la convinzione che l’umanità sarebbe un mondo meraviglioso e pieno di fascino se possedesse la dolcezza, i sentimenti e il cuore del cane.
Caro Kimi, ci manchi, ci manchi ogni giorno. E noi non sappiamo come colmare questo immane vuoto.
Ci manca la tua benevolenza, il tuo stile affabile e socievole, i tuoi sguardi, la tua intelligenza, la tua curiosità.
Ci manca la tua grande capacità di intuire i nostri comportamenti e le nostre parole.
Eri privo di egoismo, aggressività, ipocrisia, slealtà, invidia o cattiveria, in un mondo egoista, aggressivo, malvagio.
Ti abbiamo tenuto sempre accanto, mite, sincero, fedele.
Una creatura trasparente.
Tornare a casa e sapere che già all’ingresso c’eri tu, pronto a scodinzolare e farci festa era sempre un momento carico di emozioni e di allegrezza. Momenti di felicità che servivano a compensare la tua tristezza della separazione.
Hai dimostrato di essere un soggetto interamente affettivo. Ci hai allietato l’esistenza, riempito di serenità, letizia, dandoci tanta voglia di vivere. La tua presenza ha migliorato le nostre giornate e dunque le nostre vite.
Non ci sono parole per quello che hai fatto per noi.
Ti siamo perciò debitori di tutti i meravigliosi giorni vissuti grazie alle continue cascate emotive che hai saputo darci. Sei sempre presente in ogni angolo di casa, sei sempre presente in ogni strada che percorriamo E tuttavia spostarci da una stanza all’altra o attraversare i viali che portano alla nostra abitazione senza la tua presenza fisica è per noi un fatto che ci reca una grande afflizione, una grande sofferenza interiore.
Sappi, caro “cucciolo” Kimi che il nostro affetto non è mutato, né mai potrà mutare.
E’ un affetto che si sostanzia attraverso un dialogo interiore, un dialogo consolatorio, un esercizio di struggente nostalgia.
Ci hai dato forza e, d’accordo con Seneca, tante lezioni di vita.
Con te, carissimo “cucciolo” Kimi, abbiamo perduto un pezzo della nostra esistenza. Ma rimarrai sempre nel nostro cervello e nel nostro animo, con l’affetto di sempre.
Il lettore ora potrà capire perché ti abbiamo dedicato tanti saggi e articoli pubblicati su riviste e giornali.
Anita, Valentino e Guido Brunetti
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