Guido Brunetti
Il cane arricchisce il senso della nostra esistenza
Le straordinarie e affascinanti scoperte tratte dalla ricerca scientifica sul cane e sugli altri animali hanno segnato il progresso nella comprensione del cervello umano, della medicina, della psichiatria e dell’intera umanità.
Gli esseri umani dovrebbero tributare rispetto e considerazione verso queste creature. L’uomo, tuttavia, è troppo impegnato nella cura e nello sviluppo del proprio Io per dedicare al mondo animale l’attenzione che merita.
La violenza sugli animali, le torture, le sevizie, i maltrattamenti, lo sfruttamento e
l’abbandono dei cani, soprattutto nei mesi estivi, rappresentano l’autentica cifra stilistica della malvagità umana.
Gli studiosi sono concordi nel ritenere che questi comportamenti violenti sono legati a quelli sulle persone.
Il cane buttato, ad esempio, dal cavalcavia è il bambino (o la bambina) ucciso o gettato in mare dal genitore. La letteratura è piena di casi di violenza su bambini e animali.
Di tutti gli animali- ha scritto Max Twain- l’uomo è “l’unico crudele”: l’unico a infliggere dolore per il piacere patologico di farlo. La civiltà di un popolo, la sua grandezza e il progresso morale, si riconoscono, per Gandhi, anche dal modo in cui tratta gli animali.
Il comportamento di esseri umani e animali, come mostrano le ricerche neuro scientifiche, risulta in modo simile, quando vengono attivati i meccanismi cerebrali. Questa scoperta è stata resa possibile dagli esperimenti condotti sugli animali.
Oggi, possiamo dire che gran parte della ricerca sul cervello è il frutto degli studi eseguiti sul cane e sugli altri animali.
Il cane ha capacità sociali ed è in grado di capire gli sguardi meglio degli scimpanzé, prestando attenzione sul luogo dove il suo padrone sta guardando ( Marcus). Questa creatura, ma così anche altri animali, nasce con la capacità di apprendere e di utilizzare le proprie esperienze per migliorare i comportamenti futuri. Questo comportamento è stato chiamato “l’istinto a imparare”.
Il cane, come mostrano le evidenze scientifiche e le mie molteplici osservazioni fatte sul nostro “cucciolo” Kimi, ha una sua personalità. Invero, ogni animale ha una personalità individuale, costruita sulla base degli effetti della genetica, delle proprie esperienze e dell’ambiente.
Sono stati riscontrati i vezzi delle diverse razze di cani nei minimi particolari. Nelle mie passeggiate nel prato con il cane Kimi ho potuto osservare un’ampia varietà di comportamenti nei cani.
Da tempo, molti dati scientifici forniscono prove che il cane e tutti i mammiferi sono creature “intensamente affettive”.
Ed è per questo grande affetto che è venuto meno con la scomparsa del caro “cucciolo” Kimi che oggi ci sentiamo in dovere di rendergli sentimenti di gratitudine convinti come sia impossibile colmare un enorme vuoto interiore.
Il suo affetto non è così differente, pur in diversa forma, da quello manifestato nel cervello degli esseri umani.
E’ stato accertato, inoltre, che in situazioni di pericolo le persone e i ratti manifestano reazioni di paura simili. Altre ricerche hanno poi indicato che esseri umani, scimmie, topi e altri animali mostrano cambiamenti neurali e ormonali in situazioni di paura.
La conoscenza di sé rappresenta un elemento importante nell’agire umano, ma anche gli animali sono motivati. Ricercano cibo ed evitano pericolo e predatori. Un’altra meravigliosa scoperta riguarda l’evoluzione del cervello dei primati nell’elaborare aspettative.
Gli animali hanno la capacità di individuare chi coopera e chi non collabora, chi è amichevole e chi mostra ostilità, chi domina e chi è subordinato.
I cani, ad esempio, sono creature giocose, compiono gesti ludici, invitano a giocare e riescono a comunicare che la loro intenzione è amichevole e non aggressiva.
Tutti i mammiferi inoltre sognano. Il nostro cane Kimi quando sogna scuote le zampe, emette strani suoni o muove la bocca. E’ stato accertato che i cani spesso possono allattare piccoli di altre specie o piccoli con cui non sono imparentati.
Questa rivelazione ci porta ad un’altra fondamentale evidenza scientifica: nel regno animale, la cura della prole è un “obbligo”.
Nei mammiferi, l’ accudimento per il benessere dei piccoli può comprendere anche estranei. La cura dell’altro denota l’emergere di ciò che alla fine confluisce nella “moralità”(P. Churchland). In questi comportamenti sono coinvolti l’ossitocina e altri oppioidi.
Come i cervelli si curano di qualcosa? I cervelli sono “programmati” per prendersi cura della propria sopravvivenza. L’avere cura di sé è una funzione fondamentale del cervello. Il quale è organizzato per cercare il benessere. Per gli esseri umani e per i mammiferi, il benessere dei propri piccoli ha lo stesso valore del loro benessere.
Sta di fatto che i circuiti neurali sostenuti dall’ossitocina e dalla vasopressina, che sono sostanze estremamente antiche che datano almeno 700 milioni di anni, molto prima della comparsa dei mammiferi, sono predisposti alla cura di sé, dei piccoli e degli altri (Porges).
Come si realizza l’attaccamento nei mammiferi? Il comportamento di accudimento è innescato dal rilascio di una varietà di ormoni. Il principio che emerge è: “proteggere me stesso” e “proteggere la mia prole” e “gli altri”.
Il rilascio di oppiacei crea uno stato di gratificazione e benessere. E’ una situazione che abbiamo sperimentato nell’osservare la gioia dimostrata dal nostro “cucciolo” Kimi quando torniamo a casa, durante le passeggiate al parco e in tantissimi momenti della vita quotidiana. La compagnia con Kimi rappresenta una fonte continua di contentezza e di festosità.
Il “cucciolo” Kimi riesce infine a intuire quando decido di portarlo a passeggio oppure prendergli un biscottino. E’ una conferma delle scoperte neuro scientifiche di questi ultimi anni. Il cane si mostra straordinariamente “esperto” nel predire cosa farà il suo padrone. Questa capacità viene definita “lettura della mente”, ossia “la capacità di attribuzione mentale”.
Al riguardo, dobbiamo dire che la coscienza è una caratteristica di tutti i mammiferi. I principali elementi anatomici che stanno alla base della coscienza sono “molto simili” in tutti i mammiferi.
Sempre il nostro cane Kimi mostra continuamente sentimenti di gioia, talvolta anche di tristezza o paura. Se mi sposto, ad esempio, in un’altra stanza, dopo pochi secondi mi viene a cercare. Mi guarda, si rassicura ed è tranquillo. Egli sente la tristezza della separazione e l’esultanza del ritorno e della compagnia.
Concludendo, il nostro cane presenta le nostre stesse somiglianza cerebrali e di comportamento. La compagnia di un cucciolo di cane ci rende più umani.
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