Guido Brunetti
Un mondo senz' anima
Fino al Novecento, l' anima è stata al centro della riflessione filosofica. Gli antichi Greci credevano nell' esistenza di una realtà immateriale, l'anima, e di una realtà materiale costituita dal corpo.
E' il dualismo ontologico.
La speculazione filosofica sull'anima nasce con la teoria di Platone sull'esistenza di un' anima, indipendente dal corpo e dunque immortale ed eterna. Essa è considerata il principio della vita, espressione delle attività spirituali, cognitive, affettive ed emotive dell'individuo.
A partire dalla seconda metà del secolo scorso, il sogno di penetrare nel mistero della mente e del cervello è stato assunto dalle neuroscienze, le quali sono l'insieme degli studi condotti sul sistema nervoso. Le formidabili scoperte compiute in questi anni dalla scienza del cervello mostrano che il percorso è fecondo di notevoli prospettive
. Attraverso gli eccezionali metodi di "brain imaging", abbiamo la possibilità di penetrare nei più profondi meccanismi del cervello e di studiare le attività mentali, come la percezione, la memoria e il controllo motorio.
E' con l'avvento delle nuove neuroscienze che si verifica l'eliminazione dal campo della ricerca della nozione di anima. La scienza moderna così ha smarrito l'anima.
E' una scienza senz' anima. Che rifiuta in tal modo un'impostazione metafisica della questione. Il pericolo è che l'essere umano finisca per perdere la propria identità e tutti quei valori e certezze che per millenni hanno promosso l'avvento dell' Homo sapiens
L' uomo si sente il padrone assoluto del mondo. Un uomo non più fatto da Dio, ma fatto dall'uomo.
Oggi, come rileva Robert Musil nella sua opera "L'uomo senza qualità" (Einaudi), la vita di società "non ha più anima". In questo volume, l'autore, che si rivela non solo un grande scrittore, ma anche un abile scienziato e psicologo, descrive con mano sicura lo scenario intellettuale e spirituale dell'epoca contemporanea.
Noi- afferma un personaggio del libro di Musil- "non udiamo più le voci interiori; oggi, sappiamo troppo, e la ragione tiranneggia la nostra vita". C'è un raziocinio "vuoto".
Esiste- precisa Nietzsche- "un'inclinazione intellettuale verso ciò che è duro, raccapricciante, cattivo, Una profondità della tendenza antimorale. Un'attrazione verso l'orribile" E' una condizione che in molti suscita "un'eccitazione sensuale dolce e forte".
Soggettività e oggettività, sentimento e intelletto, valori qualitativi e valori quantitativi "convivono separatamente, senza alcun rapporto funzionale.
E' lo spirito a costituire il luogo in cui l'uomo si costituisce come un insieme organico, come unità e totalità, in cui la parte emotiva, quella più intimamente soggettiva interagisce con la parte oggettiva, la ragione, il logos.
Di qui, il fondamentale ruolo che assume l'anima, la quale sorretta dalle emozioni, dai sentimenti e dalla ragione si pone al di sopra e contro il materialismo e l'arido intellettualismo del mondo moderno.
L'anima è una esigenza fondamentale dell'essere umano. E' lo spirito a qualificarlo come essere superiore.
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