Guido Brunetti
Il legame tra creatività, invenzione umana e autismo
L’uomo ha la capacità di inventare e creare opere artistiche perché è in grado di capire non solo come funziona un sistema, ma anche come costruirlo e migliorarlo.
I geni legati a questa capacità di sistematizzazione, secondo l’autorevole scienziato Simon Baron-Cohen, si “sovrappongono” ai geni dell’autismo. Si tratta di una concezione ardita e tuttavia sostenuta da una serie di ricerche condotte negli anni dall’autore e dalla sua équipe.
Intanto, che cosa è l’autismo?
Con il termine autismo vengono designati i disturbi dello spettro autistico, cioè disturbi generalizzati del neurosviluppo, comprendenti fra questi la sindrome di Asperger.
Il disturbo dello spettro autistico è caratterizzato, secondo il DSM-V, da deficit persistenti della comunicazione sociale e dell’interazione sociale in molteplici contesti compresi deficit della reciprocità sociale, della comunicazione non verbale e delle abilità di sviluppare, mantenere e comprendere le relazioni interpersonali; nonché pattern di comportamenti, interessi o attività ristretti e ripetitivi. Le manifestazioni del disturbo variano anche in base al livello di gravità della condizione autistica, al livello di sviluppo e all’età.
C’è un accordo abbastanza condiviso di una eziologia multifattoriale dell’autismo, dove esistono concomitanti fattori organici e fattori psicologici.
Inizia nel 1943 la storia recente del “disturbo autistico”, quando L. Kanner pubblica i risultati della sua ricerca effettuata su un gruppo di bambini affetti da ciò che chiamò“ disturbo autistico del contatto affettivo”. I tratti comuni erano: problemi di linguaggio, isolamento, chiusura in un universo ripetitivo, stereotipico e ossessivo, disturbo della comunicazione. Successivamente nel 1944, il pediatra viennese H. Asperger descrive la sua “psicopatia autistica dell’infanzia” vista come un “disturbo di personalità”.
Il disturbo di Asperger comprende soggetti con disabilità sociale definiti da “alto funzionamento cognitivo e idoneo sviluppo del linguaggio”.
Sono state formulate nel tempo molte ipotesi e teorie, alcune in verità del tutto stravaganti, prive di validità scientifica e tese a colpevolizzare soprattutto la figura materna. La quale è la persona che più soffre in una vicenda dolorosa, complessa e delicata, che per noi rappresenta ancora un enigma, in quanto priva sia di sicurezza diagnostica che di terapie certe.
Dire ad esempio, come sostengono molti autori, che all’origine dell’autismo vi sia “un’alterazione del neurosviluppo” che provoca “una conseguente alterazione dell’intera esperienza” significa non dire nulla.
Tornando alla capacità dell’uomo di creare e inventare, dobbiamo precisare che questa qualità di sistematizzare significa- scrive Baron-Cohen nel suo recente libro “I geni della creatività. Come l’autismo guida l’invenzione umana”- guardare un oggetto o un evento come un sistema. Le domande poste dai bambini in continuazione fanno ritenere che dai due anni in poi essi possiedono un “meccanismo di sistema”.
Ogni oggetto, ogni attrezzo è un sistema. Che è governato dallo schema “se- e-allora”: ad esempio, se hai mal di capo e prendi un’aspirina allora il mal di testa passa.
La ricerca ha fatto emergere una varietà di cervelli: si va da un tipo di cervello bravo sia nell’empatizzare che nella sistematizzazione ad un altro con un alto livello di empatia e un basso livello di sistematizzazione; e a un altro cervello di tipo opposto: un alto livello di sistematizzazione e un basso livello di empatia.
Abbiamo fatto riferimento al concetto di empatia. Il termine empatia indica un meccanismo cerebrale che ha sia la capacità di immaginare i pensieri e i sentimenti di un’altra persona o di un animale sia la spinta a rispondere ai pensieri e ai sentimenti di un’altra persona attraverso “un’emozione appropriata”.
Il più grande studio mai condotto sull’autismo ha mostrato al riguardo che un numero sproporzionato di persone autistiche aveva un cervello super sistematizzante. La teoria di Baron-Cohen sostiene che la mente autistica e la mente super sistematizzante abbiano qualcosa in comune.
In verità, il processo di sistematizzazione è stato un potente fattore non solo nel generare la rivoluzione cognitiva, ma anche per l’invenzione, a cominciare dal primo sistema: la ruota. Il secondo sistema di progresso si riferisce alla scrittura, inventata circa 5500 anni fa dai Sumeri. Il terzo sistema riguarda la matematica, 5000 anni fa. Infine, la religione. Sappiamo che, ad esempio, l’induismo ha oltre 4000 anni.
Come già abbiamo detto, i geni per la sistematizzazione si “sovrappongono” in parte ai geni per l’autismo. Questo significa che i genitori super sistematizzanti, ossia persone di particolare talento, hanno geneticamente più probabilità di avere un figlio autistico. C’è dunque una connessione genetica tra super sistematizzazione e autismo.
Riteniamo che la società abbia una forte responsabilità nell’ individuare, pianificare e attuare una consistente politica attraverso seri e adeguati progetti educativi, sociali e culturali per venire incontro ai bisogni speciali dei soggetti autistici e delle loro famiglie. Hanno poi necessità di essere seguiti, assistiti e curati da professionisti altamente specializzati nei loro rispettivi campi
Alcuni di loro presentano disabilità sociale, affettiva e intellettuale. Altri possono avere un quoziente intellettivo (QI) nella media o superiore alla media.
Le persone autistiche che non hanno alcuna disabilità intellettiva e che sono sistematizzatori o super sistematizzatori, cioè che hanno un talento particolare, devono essere considerate come tanti tipi naturali di cervello, i quali si sono evoluti, contribuendo alla neuro diversità umana.
L’ansia è un disturbo molto comune nei soggetti autistici (e nelle loro famiglie) in ragione delle molteplici difficoltà incontrate.
Purtroppo, la scuola insegna in modo “superficiale e impreciso”, comunque “non adeguato” per il tipo di mente di queste persone.
I super sistematizzatori, compresi gli autistici, imparano in “modo diverso”. Ci sono soggetti autistici che mostrano di avere talento nel calcolo numerico, nelle lingue, nella memorizzazione. C’è chi ha imparato addirittura dieci lingue.
Tutto questo ci porta a sostenere che alcune persone autistiche hanno menti super sistematizzatrici, mostrano cioè il marchio del “genio”.
Sulla base di questa concezione, gli interventi diagnostici, assistenziali e terapeutici devono essere sorretti da un modello multidisciplinare e da evidenze scientifiche. Il piano terapeutico pertanto deve essere personalizzato in quanto fondato sulle esigenze intellettive, cognitive, emotive e affettive di ciascuna persona.
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