Pubblicato il 17/04/2011 09:54:16
Suona nella notte con trillo d’argento la campanella alla stazione…
E ridesta l’assopito cuore alla remota marea d’emozione
Nel gioco del vento Passato e presente si tendon la mano, ombre e luci si confondono nell’alba d’opale, si ridestan nella memoria antiche e perdute voci.
Nella selva dell’angoscia dal cuore di tenebra dei giorni remoti dell’infanzia una fiaccola di dolcezza,
Il tuo sorriso il mio arcobaleno incantato, l’oasi della tenerezza.
L’abbraccio tuo all’uscita della scuola il mio paradiso riconquistato.
Bello, dolce e comprensivo mi attendevi oltre il cancello nella tua divisa di ferroviere grigio azzurra.
Fra le tue braccia volavo con la gioia primaverile d’un fringuello ed il nome tuo in lacrime di rimpianto il cuore mio ancora sussurra.
La miriade di giorni e di notti a guardar dalla finestra il balenio dei riflettori spettrali gialli e bianchi.
Fischiavano i treni alla stazione nell’urlo stridente della malinconia sognavo di raggiungerti a Milano, fuggir via mentre il passo ferale incombeva con feroce frenesia….
Prigioniera di Medea l’infanticida, la vastità tenebrosa dell’infantile paura a soffocar nel silenzio le grida.
Priamo amato eri inesorabilmente lontano….
Senza di Te le porte dell’inferno domestico serrate, l’incendio da incubo reale era irrimediabilmente dilagato.
I sogni d’una bimba feriti da crudeli artigli ghermiti. Le gioie della fanciullezza dileguate, dalla lucida schizofrenia soffocate.
Miraggio era il volto tuo, il rassicurante cielo azzurro della tua mano, che non percuoteva, ma accarezzava. Il braccio tuo che non costringeva, ma proteggeva.
Lo sguardo tuo di dolce autunno che le lacrime nello zefiro di dolci parole asciugava….
L’abbraccio tuo lo sogno ancora tutte le notti nelle brevi tregue dall’insonnia che mi divora.
L’abbraccio tuo mio paradiso perduto lo sogno ancora e mi rivedo bimba correr scalza accanto alla porta per darti il bacio del buon rientro….
L’abbraccio tuo lo sogno ancora adesso che più non vi sarà il sospirato ritorno, ora che riposi quieto e sereno all’ombra del maestoso cipresso.
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