Pubblicato il 13/03/2021 07:54:40
Dicesi che il brutto non sia materia d’arte, e che l’arte sia rappresentazione del bello. Ma è arte tutto ciò che vive, niente è nella natura che non possa esser nell’arte. Non è arte quello solo che ha forma difettiva o in sé contraddittoria, cioè l’informe o il deforme o difforme: e perciò non è arte il confuso, l’incoerente, il dissonante, il manierato, il concettoso, l’allegorico, l’astratto, il generale, il particolare: tutto questo non è vivo, è abbozzo o aborto di artisti impotenti. L’altro, bello o brutto che si chiami in natura, esteticamente è sempre bello. In natura il brutto è materia abbandonata a’suoi istinti, senza freno: e ne nasce una vita che ripugna alla coscienza morale e al senso estetico. Alla sua vista il poeta vede negata la sua coscienza, negato sé stesso, e perciò lo concepisce come brutto e gli dice: - Tu sei brutto.- Più il suo senso morale ed estetico è sviluppato, e più la sua impressione è gagliarda, più lo vede vivo e vero innanzi alla immaginazione. Perciò non pensa palliarlo, e tanto meno ad abbellirlo, anzi lo pone in evidenza e lo ritrae co’ suoi propri colori. Il brutto è elemento necessario così nella natura, come nell’arte; perché la vita è generata appunto da questa contraddizione tra il vero e il falso, il bene e il male, il bello e il brutto. Togliete la contraddizione, e la vita si cristallizza. Verità così palpabile che le immaginazioni primitive posero della vita due principi attivi, il bene e il male, l’amore e l’odio, Dio e il demonio, antagonismo che si sente in tutte le grandi concezioni poetiche. Perciò il brutto, così nella natura, come nell’arte, ci sta con lo stesso diritto che il bello, e spesso con maggiori effetti, per la contraddizione che scoppia nell’anima del poeta. Il bello non è che sé stesso; il brutto è sé stesso e il suo contrario, ha nel suo grembo la contraddizione, perciò ha la vita più ricca, più feconda di situazioni drammatiche. Non è dunque maraviglia che il brutto riesca spesso nell’arte più interessante e più poetico. Mefistofele è più interessante di Fausto, e l’inferno è più poetico del paradiso. Francesco De Sanctis
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