Pubblicato il 15/04/2011 15:05:23
Malinconica la luna accompagna il mio andare nella luce d’argento.
Cavalcherò la folgore nel rinnovato ardore forgerò le mie invincibili armi nella fucina tormentosa del dolore.
Sarò valchiria, strega ed angelo sterminatore, sarò il volto enigmatico d’imperscrutabili ore.
Dell’armatura il fugace balenio nel velo nero della notte dell’elmo di valchiria il luccichio.
Lontana dalla valle d’oblio, il tempo dirupa, la vita rovina, mi segue apprensiva l’ultima stella vespertina.
La maligna ombra del male di vivere anima i miei passi,
s’appressa il carnefice il volto ferale l’urlo agghiacciante dell’umana belva m’aggiro sperduta nella tenebrosa selva.
Esule nel mio smarrimento, tanto esausta d’aver domato ogni recondita paura nella notte del disincanto vago allo scoperto nella brumosa radura.
Il futuro dall’oscuro disegno nel fiume eloquente del silenzio m’attende al varco.
“Ibis redibis non morieris in bello” mormorò enigmatica la sibilla, dall’anima fremente il ricordo in lacrima stilla.
L’angelo nero s’insinua nel fieno, la fine vicina, la notte svela uno squarcio di blu sereno ad oriente.
Ed il cuore mio s’ammanta della luce siderale del tuo sorriso rifulgente.
M’inerpico veloce sull’erto monte, impugnando l’elsa, in alto la spada a fender l’immoto orizzonte.
Ad Atena sacrificherò la mia esistenza dileguandomi nel primo dardo di luce all’alba,
l’ultimo mio respiro nella carezza di rugiada.
Ti ritroverò ad attendermi al bivio boscoso dell’ombrosa strada.
Non cederò all’infernale assedio, continuerò nella resistenza, esalerò l’ultimo respiro con le armi in pugno.
E voleremo insieme all’orizzonte nell’aurora scarlatta di giugno, ci ricongiungeremo nella sinfonia senza fine delle stagioni.
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