Sacerdoti e adepti di Priapo
dalla Lombardia alla Sicilia
conducono il dio in salvo
oltre la vasta cortina
di fumo d’incenso
innalzata nei riti di adorazione
di lunghi giorni.
Fede, è quello che serve.
Fanciulle introdotte
nelle stanze segrete dell’ingordo dio
lo consolano.
Ormai invecchiato e deludente
eleva il pène di una statuetta che porge
in ricordo di un’antica virilità.
È salvo, il Senato della Repubblica
lo comproverà. Ma noi tutti
che detestiamo le sue erezioni
paghiamo un tributo di iniqua sentenza.
Il dio Priapo ha la morte che lo attende
perché nel progresso gli dèi vanno eclissandosi.
Ma una grande amarezza rimane
per ciò che in questo tempo doloroso
potevamo avere e non ci è stato dato
da questo Stato piegato ai piaceri
di quell’osceno dio.
[ Scritta questa mattina nella delusione dell'approvazione del cosiddetto Processo breve; e dopo la lettura di questa terribile testimonianza: leggi ]
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