e il viaggio [il gaglioffo] lo dimentica nella fretta
Non ho pretese ma offerte
solari verdeggianti sfavillanti esposizioni
dei miei spazi al di là dei contorni
mentre resti sospeso nella curva del vetro
Non so dove vado e quando torno
se torno
perché può essere che io non torni
ed è sprecata l’occasione
per lo sguardo indifferente
che non mi ha colto
Sono fluttuazione e smania
di altre inconciliabili parvenze
indistricabile groviglio
di paesaggi e vite.
Il binario sul quale scorri
ti allontana dall’inizio
e ti avvicina alla fine
ma io ti resto accanto
anche nel tuo evidente disagio
ti vedo, accosta la tua faccia al vetro
:riposa vicino alla mia corsa
distendi il tuo sguardo
nelle mie lontananze osa
:sono la smemoratezza
delle tue immediate mezzore.
Id: 60142 Data: 09/09/2020 16:59:45
*
Genesi
Quando ti tocco pietra
sei come pietra
ed è lì che stai
proprio dove sei → duramente posata
→ ho bisogno di acqua
di molta acqua
del bosco e del cielo
delle
frullanti frullute onni-volanti-libellule
che nell_acqua riflettono il volo
e sorvegliano che la roccia non ceda alla mollezza
nella grotta c’è qualcuno
e sono io [ma non proprio io]
qualcuno che mi somiglia
è un vapore : persiste e trema nel timore
che non accada ciò che dovrebbe
infine fuggo dalla grotta [ma non io → fugge quel qualcuno che sarà Io]
e trovo il sole pieno
:il ruscello fluttuante intriso di barbagli e schiume e foglie…
…e pietra
ancora pietra
che quando tocco
[ma non io che ancora non sono Io]
rimane pietra
{dura e devastante pietra}
sotto l_acqua fraudolenta
ribolle la superficie nella sua indolenza
si agita
dimenticata sotto i piedi
[ancora senza impronta] soltanto basi di uno stare
sotto il quale è profonda e desolata la
Terra
Terra
Terra
Terra
Terra
sospetto che non ce ne sia un_altra
è questa
è qui il luogo prescelto
:
→ vicino alla stella | vicino al ruscello
sotto la volta di un verdeggiante segreto ridotto a vita
:
ma il tempo è incerto
si muove tra i risvolti del caso : dov’è la dimora eletta il covo della nascita la tana?
:grotta e casa è ancora ogni luogo…
…dove tu|Presenza|ti nascondi
intimidita dal giorno terso e dalla calura
che ogni cosa materiale sembra sollevare
dalla t(T)erra
fino al punto a mezz_aria
dove sostanze spirituali
ti attendono
per darti l_Io pieno della coscienza
:::
tuttavia il buio lo sgomento
l_afrore della rivalsa
il freddo della pietra lì dentro la grotta [non più casa]
persistono nella loro durezza
a sostegno della t(T)erra
che tormenterai
:fatti avanti Presenza
rendimi quell_Io che attendo
unica sostanza di questo bosco | di questo cielo
di questo devastante nitore
:
dalla pietra nuda
fatta polvere
ecco l_impronta → il pensiero
.
Id: 59660 Data: 31/07/2020 10:43:19
*
dieci leghe e una chiesa che la riassume (0,0)
dieci leghe e una chiesa che la riassume
:è la mia città → ora strettad’assedio dalla pestilenza
{quale-fantasiasinasconde-oltrelastaccionata}
(scendosalgoscendosalgoscendo… infine scendo)le scale*(dalla camera alla cucina dalla cucina alla camera)
infine il giardino*→ è il mio cerchio ristretto
*sono troppe…
troppe le creature che lì risiedono
quando passeggio nei miei passi
le vedo
e giro in tondo nel giardinotutt’intorno
le osservo
la campanella non suona
non arriva il postino
con il mio altrove
:il sogno che attendo è già di un altro
suona suona suona ma non suona… non suona non suona non suona suona-sosta e suona-sopra guarda sopra sososososososos papparapà… eccomi qua… non so più cosa pensare-oltre la portac’èun’altra delusione
allora-silenzio^silenzio^silenzio^silenzio*****
+
!zitto!
ok! ora mi siedo sul mio sedere [sedendo senza pensare…
…ché pensare potrebbe introdurre il male
quello speciale che mi fa pensare
{troppo a vuoto senza conclusione
[dove concludono i pensieri?
delle cose vedo le forme / di loro-pensieri no]
neppure le parole a cui mi(li) affido hanno forme
rigide a sufficienza
da intrappolare i pensieri-miei-disarticolati
pensieri miei disarticolati
pensierini miei…}
proprio non riesco a credere a questo male
che sì ha preso la zia*{l’ha squartata e portata altrove-da-dove-attendo il postino che non suona non suona non suona sosososososos papparapà… eccomi qua… non so più cosa pensare-oltre la portac’èun’altra delusione
allora-silenzio^silenzio^silenzio^silenzio*****
+
!ssshhh!
}*e il sale nella zucca di molti
fratelli
non ho fratelli che io possa condannare
genitori
né genitori che io non voglia ora baciare
qui nella mezzanotte
nel profumo di lavanda e bergamotto
{ma se li pensom’illudo : nessuno di loro è qui né so quando lo saranno}
penso ai miei passi in giardino tra le camelie
le piante magiche e il sorgere delle loro sembianze nella mia mente…
ho una questione da mettere in salvo
mi manca[tanto]la poesia che ha le parole giuste per il mio cuore
{quella che vive dentro al mio cuore e non alla mia mente↓
≈arrivo arrivo arrivo …………………… ce la faccio sempre ah sempre ah ora!
allungo-allungo ritardando il momento d» perché vorrei che non finisse quel pungolo
che non arrivassequell’afrore che disdegno e nascondo↓
ora qui getto il rifiuto – ieri nella Vivonne… i pesci ne sono ghiotti
a frotte salgono e scendono per un tozzo di sperma
{l’universo ha voluto il cervello e la sua riproduzione nel piacere
[ci sarà pure un motivo? in ogni caso…] come posso non restituire al cosmo
ciò che mi ha procurato per il solo fatto
che tutto [da sempre] sta alle sue regole?
(ciò che mi ha procurato?→) ma non lui – casomai da me stesso –
se io-stesso-universo-non-doall’universo [me-stesso] ciò che io stesso mi sono dato per migliorarmi : e pensare a come farlo [luil’universo] ancora progredire verso il maggiore progresso possibile}
{ogni struttura crea strutture sempre più evolute → siamo un punto della linea ma non la fine}{vedo spreco di cervelli [lì poco oltre la staccionata] nella gente intrisa di paura per la pestilenza → ma forse la paura è la salvezza del cervello
lì si nasconde e agisce in fretta | fugge da…
fugge dove non fuggirebbe se non avesse paura
di tornare molecola nuda e cruda
disgregata senza pensiero senza sosta senza senza senza sole… sole sole…
sole mi manchi
domani sarò in giardino (mi troverai ad attenderti
perché se ho un cervello è anche per merito tuo) ci sarò
non verranno le creature che ho ideato
loro preferisconol’ombra → la notte è la loro-ora giusta
:arrivano tra le fantasie e si mostrano sotto tutti i profili
anche nelle forme più dure
sole sarò lì ad attendertiall’alba {quando nessuno ti aspetta e all’improvviso infilzi l’occhio}
quanti giorni-luce ancora la pestilenza lambirà i confini esterni di questa mente-giardino?
dieci leghe e una chiesa che la riassume
:è la mia città → ora strettad’assedio dalla pestilenza
{quale-fantasiasinasconde-oltrelastaccionata}
(scendosalgoscendosalgoscendo… infine scendo)le scale(dalla camera alla cucina dalla cucina alla camera)
Questa poesia è pubblicata sulla rivista L'area di Broca, Anno XLV-XLVI, numero 108-109 (luglio 2018 - giugno 2019), il cui tema è: Paure
Se la versione della poesia qui pubblicata fosse poco leggibile, è possibile leggerla direttamente sulla rivista, qui: La matrice delle paure (pag. 10 e 11) »
Id: 57649 Data: 27/03/2020 11:45:41
*
Di due punti in due punti...
La seguente poesia è pubblicata nell'antologia Arte e scienza: quale rapporto?, liberamente scaricabile (la poesia è a pagina 107 della versione pdf: in quel contesto i caratteri sono leggibili più chiaramente; in alternativa è possibile aprire il file pdf della sola poesia: apri pdf)
Id: 57362 Data: 12/03/2020 12:31:39
*
Ti ti tiii
a Giuliano
Tu sbatti sul bidone e svuoti
il contenitore delle cialde di caffè
consumate – lo fai mentre canti
al ritmo del tuo momento di pace
{è un |ti ti tiii| che risuona chiaro
come la luce} e sento [di parete in parete]
il tuo sorriso tenero
attraversare la casa fino
alle mie stanze.
Id: 56779 Data: 14/02/2020 21:43:04
*
I morti
I morti restano da parte
per tutto il tempo che occorre –
sempre disponibili a ogni ricordo –
pronti ad essere tirati in causa
se la memoria lo richiede.
Non hanno smania di avere statue
dedicate o strade – tanto sono morti
e lo restano per tutto il tempo necessario.
Non hanno bocca eppure parlano
a chi lo crede possibile.
La maggior parte di loro è dimenticata
ma poco male – non possono saperlo.
Alcuni condannati in vita o maledetti
vengono riabilitati – altri diventano famosi
proprio perché morti –
ma non lo verranno a sapere –
in fondo a loro non interessa:
tutto il fare-e-il-disfare è per i vivi–
perché forse laggiù per i morti non c’è nulla
per cui valga la pena ricordare
di essere stati in vita.
Id: 55191 Data: 31/10/2019 14:09:29
*
Haiku?
Autunno.
Cade una foglia sul
quarto di luna.
fotomontaggio di Roberto maggiani realizzato a partire da due fotografie:
La luna è di Guillermo Ferla (da UnSplush)
La foglia è di Sandis Helvigs (da UnSplush)
Id: 55129 Data: 27/10/2019 11:20:07
*
Minutaglie^
Una teoria non si contesta
se accende una stella
o se mette al rogo una strega.
In ogni caso
tutte le sottrazioni non bastano
ai nidi & alle vespe
agli elefanti & alle meccaniche celesti –
ma forse si va per salti
e di trambusto in rifrazioni
una volta perso il controllo della formula
è un problema nel problema.
La poesia è solo bellezza:
è cosa che non manca alla scienza
nel simbolo della formula grezza
.
E sia benedetta la confusione =
dalle minutaglie >> alle galassie [lassù)
si provino a sottrarre i radicali
agli esponenziali e ai logaritmi
nei limiti consentiti dall’universo
e dalla sua parentesi di tono e incertezza.
Lì dentro c’è il frigo della Fede:
da cui esce il solito angelo ciccione.
E qui cedo:
chi si mette in fila per una pompa
sappia ch’è inutile ogni
decadimento ha le sue radiazioni
non è uno scherzo.
Ehi Vieni giù
Nota
La storia universale, iniziata ben prima dell’esistenza umana, procede seguendo la freccia del tempo, rappresentata nel video dal silenzio e dalla lentezza di una lumaca: che non ha premura ma inesorabilmente procede nella sua direzione, forse verso un fine. L’arrivo dell’uomo nell’universo, con le sue necessità fisiche e spirituali, avvia una sorta di urgenza conoscitiva e impone ritmi accelerati nel tentativo di comprendere e spiegare il cosmo su un ampio spettro che va dal linguaggio poetico a quello matematico, tale tentativo si compendia nella ricerca estetica: l’uomo per giungere ad una conoscenza più profonda va indagando la bellezza e l’armonia nelle forme e nei contenuti. Ma l’individuo monta facilmente in superbia, oppure, semplicemente, si sente solo, in ogni caso si pone al centro del cosmo – il cosmo è sé stesso – e realizza in esso un vero e proprio sistema egocentrico. L’umanità (con la sua frenesia conoscitiva) di fatto è un insieme insignificante (minutaglie) nell’esistenza universale, è come una bolla di coscienza che dal nulla dilatata all’interno dell’universo: ingrandisce fino a scomparire in modo naturale, lasciando nel cosmo la medesima scansione temporale dell’inizio, come se l’uomo mai ci fosse stato; dopo i “titoli di coda” dell’umanità, tutto tornerà come prima, un tutto che ha lo stesso silenzio e la stessa lentezza iniziali della lumaca.
Id: 54624 Data: 06/09/2019 18:32:26
*
Disguidi spaziotemporali per il Bois de Boulogne
Metrica generale del ponte di Einstein-Rosen attraversabile
*
Chi non capisce almeno sorrida
R. M.
*
[ Le parti in corsivo sono tratte da Alla ricerca del tempo perduto, M. Proust, I Meridiani Mondadori (trad. G. Raboni) ]
Mentre dormivo non avevo smesso di riflettere sulle cose che poco prima stavo leggendo, ma le riflessioni avevano preso una piega un po’ particolare; mi sembrava di navigare in universi paralleli e tutti gli amici cercavano di raggiungermi saltando da uno all’altro, in tali passaggi mutavano di aspetto e non sapevo se e dove li avrei re-incontrati. Questa convinzione sopravviveva per qualche secondo al mio risveglio; non scombussolava la mia ragione, ma premeva come un guscio sopra i miei occhi impedendogli di rendersi conto che la candela non era più accesa. Poi cominciava a diventarmi incomprensibile, come i pensieri di un’esistenza anteriore dopo la metempsicosi; la realtà si staccava da me, ero libero di pensarci o non pensarci; immediatamente recuperavo la vista e mi sbalordiva trovarmi circondato da un’oscurità che era dolce e riposante per i miei occhi ma più ancora, forse, per la mia mente, alla quale essa appariva come una cosa immotivata, inspiegabile, come qualcosa di veramente oscuro.
Alla prima curvatura salto nel tuo universo
e arrivo all’appuntamento
ma non ci sperare troppo
potrei perdermi nel mare tensoriale.
Ecco fatto: già dubiti! Vi prego signori
un po’ di fiducia nelle equazioni di campo.
A causa di un tempuscolo planckogeno
ed esitante è tutto rimandato.
È bastato un rallentamento del reale
nel cosmo scalare per finire nello spazio di Hilbert
tra le emicranie di Madame Verdurin –
aggravate da quando non ha più croissants
da inzuppare nel caffellatte.
Ora – o dopo o prima – ci vorrebbe la lattaia!
Ma va bene. Attendi l’arrivo di altre curvature:
ci vediamo nel prossimo spazio di Hausdorff.
Ricorda il mio nome –
anche se potrebbe cambiare: è Marcel.
Spero che riusciremo a incontrarci –
non so se il tensore energia-impulso
(tuoni e fulmini – in poche parole)
a mezzanotte al Bois de Boulogne
sarà sufficiente a realizzare
attorno a ogni dove una sfera
di raggio così piccolo
tale che dato un altro dove (una margherita un insetto)
questo non sia incluso nell’intorno del precedente
e l’assioma di separazione possa essere realizzato –
così da far convergere l’essenza dei nostri corpi
in quel benedetto gazebo senza che tutto si compatti
nell’indistinguibile nulla delle menti ignoranti
che camminano per le strade pensando solo alla loro paura.
A tutti quanti: non dimenticate la lettera d’invito –
solo così potrò riconoscervi
se i vostri corpi non vi somiglieranno più.
Non so in quale modo il tensore metrico
potrà incurvare il vostro spirito
con tutta l’abbondanza gravitazionale
che avrete sotto i piedi: potrei pensare Andrée
laddove invece vedo e ascolto Swann – sarebbe imbarazzante.
D’altronde una struttura differenziale potrebbe permetterlo.
Se nel temporale ci sarà una varietà riemanniana o meno
ora non ci è dato saperlo. L’assunto è questo
e vi prego di rispettarlo: la tua realtà non è la mia –
poi fate quello che vi pare – ma siate diversi
l’uno dall’altro: scegliete una parola
un canto – qualcosa che mi ricordi di voi.
L’ascensorista di Balbec – se viene – non scelga “ascensore”
perché tra quelli di Einstein e i suoi non c’è molta differenza –
siccome qui è tutto sballato non vorrei confondermi.
E se il latte questa volta me lo allungassi
al passaggio del mio sistema inerziale?
(Sarebbe corroborante saperti lì ad attendermi).
Il rischio è che si sparga tra un universo e l’altro
qualora tu rimanga nel presente e io nel passato.
Quando guardo la Via Lattea sono
geloso perché so che l’hai già fatto –
almeno sapresti dirmi se con un altro me-parallelo
in una connessione affine?
Non importa. Ti avviso: c’è un’altra ragazza
che trama alle tue spalle nell’altro universo
(ma potrebbe avere un pene enorme).
Mettervi insieme è un serio problema tensoriale
di rango extra-large.
Ho nostalgia di Bloch – dei suoi dissidi
(chissà se fu un caso che mi fu amico
ma non compagno) e delle interminabili
carezze di Gilberte – imparate dalla madre
quando la vide affacciandosi alla finestra spazio-temporale
apertasi sulle derivate covarianti del tensore di Ricci.
Ma se n’è andata anche lei come Albertine
e ora ho una ragazza povera sulle ginocchia
mentre l’intera famiglia sta per arrivare –
è già dopo la curva ennesima della prossima strambata.
Applicato all’operatore di Laplace-Beltrami
c’è il Commissario: Diamine non si fanno approcci così bruschi.
Siamo in convergenza sappilo:
Tutti i passanti mi parvero ispettori incaricati
di spiare i miei movimenti e i miei gesti.
Ho chiesto ad Aimé di portarmi un gelato
con lampone e vaniglia sia chiaro –
che magia la vacanza a Balbec.
Lui – Aimé – sapeva tutto di tutti:
saliva sull’ascensore della quarta dimensione
fino all’attico del tempo e da lì vedeva ogni cosa
anche se pareva ferma ed eterna.
Ora so che c’era un’identità di Bianchi
proprio dietro lo zio Adolphe
scomodo come un tacco a spillo sul piede
con quel quadretto della dama in rosa
che onestamente vedevo viola
perché mi ci stavo allontanando di gran fretta
piegato a metà: testa e piedi nel successivo universo
cuore nel precedente. Soffocavo di rabbia.
Per questo Odette non l’ho invitata
non vorrei essere sgridato da mia madre
anche se adesso sono adulto e di cocotte ne ho assaggiate –
tutte invarianti sotto trasformazioni di coordinate.
Per quanto riguarda Albertine si può dire
che esistesse in me solo nella forma del suo nome.
Ma Saint-Loup – oh – il mio Robert…
Da quando s’era messo in viaggio –
in una tonalità quasi gioiosa –
su tutti i treni d’onda vedevo solo lui.
Nell’universo XZ ha saltato tutti i pianeti
per salvarmi dal freddo cosmico –
nel B5 l’ho amato senza toccarlo
nel C70 alla fine non ce l’ho fatta: ci sono andato a letto
nel limite newtoniano
usufruendo della dilatazione dei tempi
a causa della Luna o forse di un Buco nero –
non saprei distinguere i due eccessi.
Ad ogni modo eccomi qua –
assuefatto alle leggi del caso sono arrivato
al Bois de Boulogne assurdo e imballato –
e voi anche miei cari. Siete saltati giù a caso
ascoltando la mia voce
o siete usciti dal non so dove della mia penna?
Vabbè. Non fa niente – l’importante è che siete qui
trasformati come tensori di rango k –
ma sempre voi siete – vi riconosco
perché il vostro cuore è covariante
e per averlo nelle nuove coordinate
basta averlo conosciuto nelle vecchie.
Manca solo lei – la lattaia: sta indugiando
tra le coordinate armoniche
al numero 102 di Boulevard Haussmann –
intanto accendo la candela prima che torni il temporale.
Oh! Tu chi sei? Hai l’invito?
Il temporale… devo svegliarmi.
A quel punto il ricordo – non ancora del luogo dove mi trovavo, ma di alcuni dei luoghi dove avevo abitato e avrei potuto essere – veniva a me come un soccorso dall’alto per strapparmi dal nulla al quale da solo non sarei riuscito a sfuggire; in un secondo scavalcavo secoli di civiltà e le immagini, confusamente intraviste, di qualche lampada a petrolio, poi di alcune camicie col collo piegato, ricomponevano a poco a poco i tratti originali del mio io.
E prima ancora che il mio pensiero, esitante sulla soglia dei tempi e delle forme, identificasse la casa mettendo una accanto all’altra le circostanze, lui – il mio corpo – ricordava per ciascuna di esse il tipo di letto, la collocazione delle porte, l’esposizione delle finestre, l’esistenza di un corridoio, e in più le cose che avevo pensate addormentandomi e ritrovate al risveglio.
Certo, adesso ero ben sveglio, il mio corpo aveva compiuto un’ultima giravolta e il buon angelo della certezza aveva fermato ogni cosa intorno a me, mi aveva sistemato sotto le mie coperte, nella mia camera, e aveva messo più o meno al loro posto, nell’oscurità, il mio cassettone, il mio scrittoio, il mio caminetto, la finestra verso strada e le due porte.
Ma tra me e il soffitto c’erano ancora le tracce di un’anomalia: una scintilla svaporava, sembrava la luce di un ultimo lampo molto lontano, lasciandomi l’impressione che quella appena passata fosse stata una notte magica.
Rai Radio 3 Suite, con Maria Grazia Calandrone, il 21 marzo 2019.
La versione audio orginale inserita nel video è ridotta a pochi minuti, per la versione integrale andare qui...
Id: 52758 Data: 23/03/2019 17:32:09
*
Relax ad Auschwitz #GiornoMemoria
Quando guardo e ascolto certe persone temo che potrebbero riproporre l’Olocausto.
Nelle fotografie imbarazza
la calma che pervade
le SS a bordo campo
ritratte in un momento di relax –
oltre la recinzione
c’è il luogo del loro lavoro.
Disturba constatare
che dentro il riquadro delle fotografie
siano capaci di sorrisi e benevolenza
e che il sole risplenda
e nel suo tepore proclami la primavera
nonostante oltre il filo spinato
vi sia lo sterminio –
ma non si vedono le persone
che giungono fino a qui
da tutta Europa per farsi ossa
e poi cenere per mano loro.
Aleggia un’intollerabile disumanità –
c’è lorrore di Baer Mengele Kramer
Hoess Höcker.
Il tic-tac della morte
scansiona indifferentemente
i corpi dall’una e dall’altra parte
perché il male in fondo
è imparziale ma sorride sempre
e solo in una bocca –
si sposta tra le SS e gli oltraggiati
senza differenza alcuna –
non gl’importa dove stia il dolore
ma che ci sia e sia caustico.
È agghiacciante l’analisi spietata
dei corpi spostati a sinistra o a destra
nel fumo o nel tormento
prima o dopo il relax.
L’avambraccio marchiato
che Sami Modiano mi pone sotto agli occhi
fa rabbrividire – getta un ponte
sul passato e rende tutto reale:
ciò ch’è stato è ancora.
Offro il mio braccio alla sua mano
e lo accompagno:
la memoria deve continuare.
Nota: Le fotografie a cui ci si riferisce sono quelle dell’Album Höcker, furono scattate fra il maggio e il dicembre del 1944 da Karl Höcker, aiutante di Richard Baer, a capo del campo, nel ritiro di Solahütte, un piccolo resort costruito dagli stessi prigionieri del campo.
Sami Modiano è un deportato italiano ebreo, superstite dell’Olocausto, sopravvissuto al campo di sterminio di Auschwitz, l’autore ha avuto la fortuna di incontrarlo e di ascoltarlo.
Id: 51973 Data: 22/01/2019 16:58:06
*
Ogni notte è santa
Anche se quell’uomo non fosse stato
quello di cui raccontano i Vangeli
anche se non fosse mai nato
per eventi prodigiosi
o se fosse stato solo un uomo inventato
dalla fantasia accesa dalla speranza
di alcuni uomini e donne –
in ogni caso l’uomo di cui si racconta
è i miei desideri – viene dalle stelle
e affido a lui ogni speranza –
egli è un pensiero deposto
nella mangiatoia del mio cuore intelligente
che attende una giustizia
e vede un futuro già sgombro
da re e imperatori
che come Erode hanno all’orizzonte
solo ambizioni e potere.
Alcuni di noi Magi e pastori
seguono la Stella della propria coscienza
e si prostrano davanti all’amore –
ogni notte è santa.
Non renderò vano il sacrificio
di quell’uomo in mezzo a noi –
anche se fosse solo ed esclusivamente
la narrazione di un desiderio.
Nel Natale azzurro di questa stanza
in cui noi due e il gatto troviamo residenza
festeggiamo il suo compleanno
su questo pianeta
e attendiamo dalle stelle di comprendere
i desideri di Dio – qualora esistesse.
Deponiamo i nostri comuni pensieri
nella mangiatoia di un amore certo
e condiviso.
Id: 51639 Data: 23/12/2018 17:45:12
*
Natale... non laggiù tra le folle
Dio onnipotente ed eterno
inesistente
pare assurdo questo gioco
della salvezza –
un dio sporco che sporca
la nostra coscienza
non ci basta – non ci vuole.
È un assurdo nel cosmo
la libertà e il suo rispetto
nell’uomo
se il risultato è lasciarlo affogare
nell’inferno.
Se Dio onnipotente ed eterno
inesistente
ci sei allora ti concedo l’intervento
immediato e il trasporto
nel mondo eterno
nella persistenza della gioia.
A che gioco stai giocando?
Tutto questo non ha senso –
la contesa tra il bene e il male –
se tu sei onnipotente
il male viene meno –
la libertà te la cedo.
Mi abbasso in questo anfratto
e ti trovo –
non laggiù tra le folle
o dove inneggiano la grande veglia
del Natale –
ti trovo qui in un angolo
della casa
dove mi rannicchio
nella notte santa in cui
la santità rincorre preti e suore
con il bastone tra le mani –
un fallo enorme.
Id: 51630 Data: 22/12/2018 18:35:06
*
Copertura e distorsione
I santi distorcono la natura umana.
Il problema è che l’uomo ragno non esiste e la religione se non è umana serve al male.
Il Dio di cui parli è una copertura della tua mente al problema della morte.
Ti vuoi avvicinare a Dio? Allora vai all’inferno – tutti i santi vanno lì a causa della loro presunzione.
Cosa c’è di più simile all’infinito dell’amore imperfetto e vago dentro un cuore di carne?
Si consuma la serenità preoccupa l’esistenza – ovunque si ascoltino parole inadatte sussulta il cuore – ogni terremoto è un’occasione per la retorica – una madonna non travolta dalle macerie richiama sciacalli. Non ci sono castighi a causa dei diritti delle persone e non c’è bisogno di un dio che ci faccia del male da noi stessi provvediamo.
Le catastrofi avvengono per tutti anche per Dio che vive nell’eterno terremoto della nostra stupidità.
Id: 39146 Data: 27/08/2016 13:53:45
*
Carne e pensiero
I
Sono fatto di carne e pensiero. Questa carne – uno strano pensiero – vedi? È di cenere e acqua – troppa cenere poca acqua. Tra le cellule ingarbugliate v’è un gran da fare. Per quanto riguarda le idee si sa che scivolano dentro i neuroni e che le cellule non bastano per tutti i pensieri almeno per quelli sulla coscienza di esistere.
II
Pensieri – forse troppi – affaccendati a creare un ordine delle cose. Sanno che strada prendere di che cervelli impadronirsi. Passano sotto le porte s’insinuano in tutte le stanze – silenziosi.
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Dio. Vorrei parole simili alle tue – che possano creare. Il gatto ad esempio. Tu dici “Gatto” e lui è. Vorrei immaginare un essere qualunque – mai visto – trovare una parola che lo rappresenti – dirla: una volta detta lui è. E tu ti stupisci.
O tutto quello che posso immaginare è già dentro la tua fantasia e non posso creare nulla di nuovo che ti sorprenda?
2 Invenzione
Oggi voglio usare l’intelligenza per inventare qualcosa di mai visto che lasci a bocca aperta e del quale si dica: “Che ovvio! Perché non ci ho pensato prima?” Una favolosa idea nuova che neppure io so da dove l’ho presa da quale parte dell’intricata rete di neuroni e sinapsi – se tra i ricordi o le intuizioni.
MILMART. La Milizia Marittima di Artiglieria era una specialità di artiglieria della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. La MILMART si occupava della difesa delle piazzeforti delle basi navali, dei previsti punti di sbarco e delle isole minori. La Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (in acronimo MVSN) fu un corpo di polizia civile ad ordinamento militare, dell’Italia fascista (spesso genericamente identificata con la locuzione camicie nere a causa delle camicie di colore nero adottate quale parte della divisa, come spesso indicato anche nella storiografia non italiana).
Armistizio dell’8 settembre 1943. Il proclama di armistizio di Badoglio dell’8 settembre 1943, costituisce l’annuncio dell’entrata in vigore dell’armistizio con gli Alleati. Il messaggio, letto dal maresciallo Pietro Badoglio (Capo del governo e maresciallo d’Italia) alle 19:42 al microfono dell’EIAR, annunciò alla popolazione italiana l’entrata in vigore dell’armistizio di Cassibile, firmato con gli anglo-americani il giorno 3 dello stesso mese. Più della metà dei soldati in servizio nella penisola abbandonarono le armi e tornarono alle loro case in abiti civili.
‘Ng’lìn: in dialetto carrarese è il diminutivo del nome Angelo (Maggiani Angelo, detto Il moretto, cavatore).
Svà: in dialetto carrarese è un troncamento del nome Osvaldo.
Tunìn: in dialetto carrarese significa Tonino che sarebbe il diminutivo troncato di Antonio (Caleo Antonio, marinaio)
‘l partidziàn d’i fadzóli: in dialetto carrarese significa “Il partigiano dei fagioli”
I versi tra virgolette sono tratti dalla lettera autografa del bisnonno Tunìn, sono evidentemente sgrammaticati. Scrisse la lettera al volo su un pezzo di carta gialla per alimenti e la consegnò a una persona che da Carpi stava andando a Carrara.
Signore tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo. Ti sono note tutte le mie vie; la mia parola non è ancora sulla lingua e tu, Signore, già la conosci.
Dal Salmo 138
Tu Signore sei un ospite atteso
non ci sono barricate
lungo la strada
che conduce sulla soglia
di questa mia casa
così diversa dalle altre –
come tu hai chiesto
ogni calzatura di soldato
che marcia rimbombando
e ogni mantello intriso di sangue
saranno bruciati,
dati in pasto alle fiamme.
Abito ancora qui
in questo paese
di case uguali –
parlo e quello che dico
esce dal cuore
che tu hai fatto
con la polvere del deserto
prima del giardino
dove mi ponesti
conducendo al mio cospetto
bestie selvatiche
uccelli del cielo e piante –
come io li chiamai
tu li chiamasti:
il loro nome
fu il mio potere su di essi
e nient’altro.
Poi sarebbe dovuta arrivare lei
carne della mia carne
ma la mia creazione fu diversa:
sotto il mio capo c’è un’altra sinistra
e un’altra destra mi abbraccia.
Signore sei alla mia porta e bussi –
la tua chiesa è lontana
ma ha inviato Caino –
per questo tu passerai la notte
qui con me fino all’alba –
alle spalle e di fronte mi circondi
e poni su di me la tua mano.
Note. Nella poesia, in corsivo, ci sono citazioni tratte, rispettivamente, da Isaia 9,1-6 e dal Salmo 138.
I versi: “sotto il mio capo c’è un’altra sinistra / e un’altra destra mi abbraccia”, si riferiscono al “Cantico dei cantici” Ct 8,3-7. Tutta la poesia è centrata sulla creazione, Genesi 2.
Id: 35477 Data: 23/12/2015 19:26:56
*
Elogio dei bambini
Dopo la sua nascita, arrivarono a Gerusalemme alcuni uomini sapienti che venivano dall'oriente e domandarono: «Dove si trova quel bambino, nato da poco […]».
Matteo 2, 1-2
Per fortuna ogni epoca
ha i suoi bambini.
Se Dio venne al mondo
non lo so
ma non avrebbe potuto
trovare modo più somigliante
alla sua grazia
di quello di farsi bambino –
lui che è l’onnipotente
poteva scegliere di entrare
uomo nel mondo –
qualcosa di più simile
alla saggezza –
invece
l’unica connessione
con l’autenticità
del luogo da cui giunse
fu un neonato.
Se ancora ha sede in questa terra
è solo per i bambini
che ne abbiamo la grazia.
Id: 35426 Data: 19/12/2015 18:26:53
*
La metafora N.E.O. e P.H.O.*
Alla persona vestita di bianco…
Hai parole e gesti
che sono come una veste
candida sul tuo corpo antico
ma c’è una piccola macchia
proprio lì sul petto
di cui nessuno sembra accorgersi –
è come un N.E.O. che si avvicina
così tanto alla tua orbita
da rischiare un giorno
la catastrofe dell’impatto
manca qualcosa al tuo parlare
ed è quell’accettare l’uomo integralmente
con la sua chiara diversità.
Non fartene un crucio
se Dio ha pensato il mondo
divergente da come tu lo vorresti.
…e a tutti coloro che le assomigliano o l’ascoltano.
La nostra vita
non è una legge dei due corpi
in cui ogni orbita è chiusa
e puoi dedurne qualunque mossa
è semmai un sistema a molti corpi:
difficile prevedere
cosa accadrà troppo a lungo.
Per piccole variazioni
le tue orbite certe
si potranno spezzare
e ciò che ora da bigotto aborri
ti girerà intorno –
trascinato altrove
capirai che la vita
non è fatta di principi
ma di comprensioni.
Oggi sei contro questo e quello
domani forse ne sarai a favore.
Sii saggio:
ama e non giudicare
non essere un P.H.O.
per questo mondo.
* N.E.O.= Near Earth Object ; P.H.O.= Potentially Hazardous Object
Un oggetto Near-Earth (Near-Earth Object) è un oggetto del Sistema Solare la cui orbita può intersecare quella della Terra. Tutti i N.E.O. hanno la distanza del perielio inferiore a 1,3 U.A. (U.A.=Unità astronomica, 1 U.A. è la distanza Terra-Sole, pari a circa 150 milioni di chilometri). Tra i N.E.O. ci sono oggetti, come alcuni asteroidi, maggiormente a rischio di impatto con la Terra, sono i cosiddetti P.H.O. (acronimo di Potentially Hazardous Object), si tratta di oggetti potenzialmente pericolosi a causa dei loro particolari parametri orbitali. Un sito dell’Agenzia Spaziale Europea (E.S.A.) è dedicato a questo tipo di oggetti: http://neo.ssa.esa.int/
Uno dei prossimi incontri molto ravvicinati avverrà con l’asteroide Apophis il 13 aprile 2029 che passerà a circa 38 mila chilometri dalla Terra (si tratta di sei raggi terrestri, molto più vicino della Luna), sarà visibile anche a occhio nudo:
Nelle prossime sere sarà visibile la cometa C/2014 Q2 ossia "Lovejoy" cognome del suo scopritore australiano. Scoperta nel 2014 la cometa ha acquistato sempre più luminosità in queste settimane e il giorno 7 gennaio raggiungerà il punto più vicino alla Terra, circa 70 milioni di km. Il suo periodo orbitale originale era di ben 13.500anni. Quindi, quando è transitata nel Sistema Solare interno l'ultima volta, l'uomo era ancora all'età della pietra, nel Mesolitico! E ora, con questo transito, ha accorciato la sua orbita di circa 5.000 anni, quindi il suo ritorno è previsto non prima dell'anno 10.000 dopo Cristo.
Secondo la terminologia astronomica moderna, un meteoroideè un frammento roccioso o metallico relativamente piccolo (le dimensioni variano da quelle di un granello di sabbia a quelle di un masso, secondo i limiti stabiliti nel 1961 dall’Unione Astronomica Internazionale, che considera meteoroidi i corpi di massa compresa fra 10−9 e 107 kg) dei residui rimasti dalla condensazione della nebulosa da cui si formò il Sistema solare.
Quando entrano nell’atmosfera di un pianeta, i meteoroidi si surriscaldano per attrito con le molecole dei gas atmosferici e si vaporizzano parzialmente o completamente. I gas lungo il percorso del meteoroide si ionizzano, emettendo luce di vario colore (dipendente dalla temperatura raggiunta e dalla composizione chimica). La traccia luminosa prodotta nel cielo è chiamata meteora, o stella cadente.
Per la Terra, le velocità di ingresso in atmosfera dei meteoroidi appartenenti al Sistema solare sono comprese fra gli 11,2 e i 72,8 km/s. L’attraversamento dell’atmosfera normalmente distrugge totalmente il meteoroide lasciando come residui solo polveri meteoritiche, che cadono molto lentamente verso il suolo in tempi dell’ordine dei giorni/settimane. A volte sopravvivono frammenti più cospicui: questi frammenti sono chiamati meteoriti; in genere arrivano al suolo dopo essersi frantumati a causa della resistenza aerodinamica incontrata dal meteoroide lungo la parte finale del suo percorso intratmosferico.
I meteoroidi sono generati dagli scontri fra asteroidi e dal dissolvimento dei nuclei cometari in prossimità del Sole; una parte è originata da impatti tra asteroidi e comete con la superficie dei pianeti tellurici o dei satelliti. Ogni anno, piovono sulla Terra circa 15.000 tonnellate di meteoroidi.
Il picco dello sciame meteorico delle Geminidi è previsto nella notte tra sabato 13 e domenica 14 dicembre, a partire dalle 21 e fino all’alba. Il Centro dello sciame si trova nella costellazione dei Gemelli. nella prima parte della notte sarà visibile a Sud-est, ma si sposterà sempre più a sud con lo scorrere delle ore notturne. All'una sorgerà anche la Luna.
Se proprio non avete possibilità di uscire di casa, potete guardare la pioggia meteorica in streaming insieme all'astronomo Gianluca Masi che la riprenderà in diretta e la trasmetterà in streaming: Vai al Telescopio virtuale
Semestrale di letteratura e conoscenza (già “Salvo Imprevisti”)
Anno XXXIX - XL, n. 98-99, luglio 2013 - giugno 2014
Lì c’è uno fuori dalla rete –
| non è online
sembra un pesce sbalzato sul terreno
per la forza delle sue contorsioni –
| fuori dal network
nel tentativo di tornare dove stava –
nel mare – semplice e puro mare di acqua –
| navigare? O piuttosto nuotare…
Oh, come vorrebbe non essersi impigliato
non essere stato sbadato nella risoluzione della fame –
| desiderava un buon blog.
La rete lo ha ingannato – dapprima l’ha chiuso –
stretto agli altri pesci
| zippato come in un thumbnail
ha ricevuto carezze e morsi –
| in uno shouting senza netiquette ingenerato da un troll
poi levato dal luogo-mare
è stato pressato dalla massa che si contorce argentata –
| in una queue random di attesa.
Ahimè che errore fatale finire nella rete
| fatal error.
È lì sul marciapiede della stazione
| offline – l’unico che non tagga
e si sente un pesce fuor d’acqua
| in background.
Id: 28990 Data: 26/11/2014 17:48:45
*
Universo a sorpresa
Il mio Universo è nato in una piazza
tra le note di Santa Cecilia –
ha inscritti i codici e le leggi
della mia nuova vita.
Il mio Universo si è espanso
per un'incertezza non calcolata –
come quei sorrisi rapidi e inaspettati
che s'allargano sui volti –
destinati a una persona
eppure evidenti a chiunque.
Il mio Universo ha un corpo non necessario
ma di cui non potrei fare a meno.
È come la pietra di marmo su cui sedeva –
scolpita nel candore della sua forma.
( Tratta da Spazio espanso, e-book liberamente scaricabile)
Id: 27123 Data: 28/08/2014 20:18:12
*
Fetish
Il nuotatore ha il tallone che occhieggia
1
Signore e signori si va in scena interpreti principali sono i piedi qui esposti l’uno in fila all’altro in fondo ai lettini. Correndo li si tocchi oppure li si ammiri soltanto e si desideri la loro forma il giro dell’impronta nel loro appiattirsi sul suolo – il tira e molla delle dita le unghie il bianco della pianta.
2
Il piede del francese ha vene che lo fasciano: dall’arcata bianca – come rampicanti verdi – salgono verso la caviglia e poi la gamba.
Sulle chiome degli alberi circola energia in essenza di luce. Foglie-parabole riflettono risonanze elettromagnetiche. S’espande la bolla luminosa – ingloba il mondo.
[Tratta da Energia.Fiamma, pubblicata in La bellezza non si somma, italic] #labellezzanonsisomma
Id: 25444 Data: 27/04/2014 13:55:23
*
Nozze d’oro
Nel 50° anniversario di matrimonio di Ferdinando e Marosa
Dedicato a chi tra noi
in vari modi
della fedeltà all’amore
ha fatto la propria unica via.
E, che dire, inevitabilmente, a Pietro.
La fedeltà si sfodera
come una spada affilata a doppia lama –
mai taglia né penetra nella carne di alcuno.
Ma sollevata a quattro mani
riluce nello spazio degli angeli –
essi la vedono e la benedicono.
Si allontanano i demoni
che ben saprebbero brandirla
e dividere in un solo fendente
il principio e il risultato stesso dell’amore:
affetto unità e volontà.
Nello scorrere generoso dei giorni
dopo anni di fedele dedizione che cosa rimane?
L’albero della pace
cresciuto nell’invisibile aria della gioia –
ormai profonde le sue radici.
Tra i rami i frutti della carne e dello spirito
sono lettere che compongono la sola parola grazie
innalzata nel cielo terso della vita.
Id: 25315 Data: 15/04/2014 16:27:12
*
Il corpo
Il corpo è la fitta rete che tiene qui lo spirito che altrimenti si perderebbe per luoghi immaginati e fantasie – incontrando in quelle realtà inconsistenti altri spiriti in forma di draghi principi fate elfi o angeli.
Le montagne lontane sembrano sollevarsi dalla sabbia con gli stessi toni grigi di vecchie cartoline illuminate da una tenue luce azzurra: le nubi attorno alle cime sono per sempre immobili nel fasto del panorama. [...]
Quel mattino al levarsi del sole tra Ponta da Galé e Ilhéu da Cima nell’appartamento veranda come in una vetrina all’ottavo piano s’avviava l’inarrestabile godimento della carne eretta a soddisfazione nel tormento della donna. Il grido di piacere fu come un annuncio.
Il mio nome fu la tua ultima parola nell’aria di questo mondo mentre qualcosa esplodeva nel tuo cervello squassando ogni connessione e pensiero. Mi tenevi la mano e forse speravi che riuscissi a trattenerti qui con noi.
2
Ti volevo bene. Molte volte in sogno torni vivo – ed è vero.
dalla Russia all’Uganda e passando dalla cattolica Roma
troveremo il modo di liberarti di loro
della loro bestemmia
perché sei un uomo
e non è questione di essere o non essere gay
ma è questione d’amore
qualcosa di cui non si può fare a meno
che non si controlla
e per esso non si teme neppure la morte
dalla Russia all’Uganda
passando dalla cattolica Roma
uomo (gay) sarai libero
di essere ciò che sei: uomo.
Non posso tacere
Qualcuno deve spiegarmi che differenza passa tra le leggi razziali e le leggi ugandesi che vogliono l’ergastolo e addirittura, in caso di recidività, la pena di morte per le persone omosessuali; o la differenza tra le leggi razziali e le leggi russe che vietano anche solo di nominare la parola gay, emarginando completamente le persone omosessuali?
Oggi è il Giorno della Memoria e ancora nel mondo si detestano gli ebrei, i gay, gli zingari..., e proprio come nella Germania nazista e nell’Italia fascista di allora si promulgavano le leggi razziali, autorizzate da principi di razza e di religione, anche oggi ci troviamo a un passo prima dei campi di concentramento…
Ricordiamoci che dei campi di concentramento non se n'è conosciuta l’esistenza finché l’azione nazista non ha preso le ben note proporzioni enormi che sappiamo… dobbiamo attendere le stesse enormi proporzioni prima di intervenire a interrompere queste palesi violazioni dei diritti umani?
Perché il papa ha accolto in Vaticano, che è anche la mia casa, in quanto cattolico, la promotrice ugandese della pena di morte per i gay? Perché l’ha fatto? Perché non denuncia tali bestemmie contro la persona umana (e quindi contro Dio)?
[ La poesia è stata proposta anche su versante ripido: leggi... ]
Mi mette a disagio quel suo entrare nella gabbia sul furgone penitenziario con il piede ingessato e le stampelle. È un ragazzo slanciato all'apparenza normale - invece non lo è perché privato della sua libertà. Alla stregua di un cane fa ciò che gli si comanda e non si muove dallo spazio delle guardie - ha al polso un braccialetto simile ad un collare.
Id: 16908 Data: 11/10/2012 09:51:48
*
Fermati... non partire
Mentre ti tenevo sul petto mi hai rifatto il cuore con la lima ostinata del tuo abbraccio. Anche se affaticato non ti avrei messo a terra per nulla al mondo.
Nel momento della partenza hai indicato il suolo fino ad accucciarti a toccarlo come luogo di sosta: fermati mi avresti detto se tu avessi saputo parlare tu che sei un bambino e conosci più di me la necessità del restare insieme.
E così eccoci qui nel mio pensiero mentre cerco ancora di farti sorrisi per convincerti che è bella la mia partenza. Ma tu serio continui ad appoggiare la mano sul suolo e da laggiù piccolo piccolo ma immenso mi imponi con lo sguardo: non partire.
Id: 16847 Data: 09/10/2012 11:21:34
*
Bit di memoria
bit 1 bit 0
in strati magnetici o elettrici
livelli di tensione.
Raggruppati di otto in otto
hanno 256 modi di accostarsi –
treni di bit in byte in kilo in mega
in giga in tera… byte.
Memoria ad accesso casuale
o memoria di sola lettura
di massa o elettronica –
quando se ne chiede troppa
dalla RAM un avviso perentorio:
“Attenzione memoria esaurita”.
Se va in crash ogni mossa è una perdita.
Come funziona? (La memoria).
Provo a tradurre la domanda all’elaboratore
01000011/01101111/01101101/01100101…
inutile – se nessuno lo programma
non dà risposta.
Dove nasconde lettere parole libri
e-mail immagini suoni?
Se lo spengo si raffredda
non dorme e non sogna.
Se lo accendo fa la conta
e di memoria in memoria
esce dal coma…
è una nuova chance –
forse si ricorda
ciò che gli scrissi prima del reset.
[ Pubblicata su l'area di Broca, XXXVIII-XXXIX, 94-95, Lu 2011 - giu 2012 (Memoria) ]
Id: 16173 Data: 22/08/2012 13:31:13
*
Ritratti di poesia - 26
Segnalo qui il gentile "ritratto di poesia" che Mario Fresa mi ha dedicato nella sua rubrica "Ritratti di poesia":
Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino: noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana; e la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento; ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste le cose che ci tengono in vita.
(da L’attimo fuggente)
Ehi, lassù! Ne sapete qualcosa?
Noi siamo qui ombre lunghe nella frequenza del giallo.
[ Testo tratto da Nella frequenza del giallo, eBook liberamente scaricabile da www.ebook-larecherche.it a partire dal 15 marzo 2012 ]
Id: 13053 Data: 25/02/2012 22:43:50
*
Questo amore che mi invade
L’amore è uno spazio espanso
[ Da Sì dopo sì, Edizioni Gazebo, 1998 ]
*
Ho sempre seguito l’istinto
creduto l’amore
più forte della morte.
Anch’io mi sono immerso nel dolore
ferendomi (riarso urlai).
Nonostante tutto
ho continuato a credere che Dio
si è calato nella mia vita.
Da allora importa poco chi ho incontrato
amato odiato o lascerò.
Il sole continuerà a sorgere e tramontare
la luna seguirà il suo ciclo
il calore invaderà ogni mattino la terra
il passero continuerà a volare, il fringuello a cantare
il merlo avrà ancora i suoi piccoli.
Sì, nulla importa
se non quella fresca sera in cui ho potuto amarti
vita.
*
Dietro nembi di nuvole
una luce sfolgora.
Una danza, una donna.
Il chiarore degli anni giovani.
La sua testa è anomala.
Il calore di lei è fiamma.
Quando balla
richiama intorno a sé
mani festanti
volti sorridenti.
Come i Tuareg
o gli indiani d’America
danza e danza.
Il ragazzo gode
la sposa canta.
*
È solo, il Merlo
nell’angolo della piscina.
Parla con sé il Merlo
nella corsia della piscina.
Non è solo, il Merlo
scorre i galleggianti
e parla, il Merlo.
Nell’angolo della stanza
al suo tavolo
parla solo, il Merlo
balbetta cianfrusaglie.
Sembra una rana, il Merlo.
Letizia cerca il Merlo: “Checooo!”.
Canta Letizia fuori dalla porta.
Il Merlo al buio ascolta
e risponde a sé.
[ Da L’indicibile, Editrice Fermenti, 2006 ]
*
Ci sono corpi che si attirano.
Le loro forme si riconoscono
(non so a quale luce)
si compenetrano
scivolano dall’uno all’altro.
Si disgiungono – senza conseguenze
o conseguentemente a fratture – senza ritorno.
Distillati in gocce
sono assaporati da spiriti affini.
*
L’amore è l’unica ispirazione.
Quale amore?
L’amore che dà dolore
(il dolore che dà l’amore non misurato)
che impiega anni (secoli) a percorrere
le terre che gli appartengono.
Acqua, troppa, che infanga.
Attendo – forse tutti i tempi cosmologici –
che i monti scendano a valle
che il mare si prosciughi.
Passione e amore –
legati poi saldati poi disgiunti
opposti e compenetrati.
Ama chi si consuma e non marcisce.
*
Chi sei Tu che compari nella notte
che porti i miei passi
per strade silenziose
mescoli i nostri corpi
dopo molte ore mi lasci?
Chi sei Tu che ti presenti nelle notti di maggio
che cammini al mio fianco
impaurito come un bambino?
Tu che non dimentichi le nostalgie
le recuperi dal grande abisso
le sollevi alla dignità dei ricordi?
Tu che rinfreschi le labbra
vibri nella coscienza?
Tu – che non giudichi né condanni
solo apri le braccia (chiodate)
stringendo tutti i dolori?
[ Da Cielo indiviso, Manni Editori, 2008 ]
L’inizio e la fine
Un ragazzo legge una lettera d’amore
con la schiena appoggiata alla parete di una casa
in un vicolo tra la folla andante.
I suoi occhi scorrono –
infine un sospiro e il pensiero
che prende il suo volto
e sbatte la lettera sulla mano sinistra.
Volesse ascoltarmi e capire che dall’amore
non c’è uscita ma solo quell’ingresso
quel passo falso appena compiuto
io testimone impotente
invidioso della genuina forza che inizia
come una stella nuova
che ne è la gloria ma già anche la fine.
Non è stato possibile
Dopo esserti acceso
sei rimasto così
un po’ assorto
ritornato dal cielo
sulla terra di coloro
che ti attorniano
con la maglietta di lei
tra le mani –
la rigiri e gliela porgi
con un vago sorriso
che scompare
non appena se ne va da te
allungando i suoi piedi sulla spiaggia –
i suoi capelli precedendola nella brezza.
Inutilità
Ti ho cercato tra gli ormeggi
nell’oceano del sud-ovest
e poi eri qui, vicino alla finestra
seduto sul mio letto
nell’ora dopo il tramonto
mentre la luce scompare
tra lo stridio dei gabbiani
e il tocco della campana –
ti accarezzavo silenzioso
e pensavo quanto è inutile
il mio delirio d’oltremare.
[ Da Insistenze, inedito ]
Intero amore
1
Quando mi soffermo
negli occhi delle persone
precedo ogni loro movimento
come se avessi molto tempo.
È come una preda che si accorge
troppo tardi della trappola
ma fugge graziata –
prima che si dibatta
e si frantumi il cuore.
2
Non ti lascio mezzo amore
ma intero e gratuito
come non ti aspettavi.
Ora sei costretto a non chiamarmi estraneo
ma amico o fratello
perché quello che hai visto
è intero amore.
[ Da Navigazioni incerte, LaRecherche.it, 2011 ]
Non si dovrebbe
1
Come posso non raggiungerti
arrivando dalle stelle
alla misura della spiaggia su cui giace
il tuo corpo –
quello segreto
e senza il lato di copertura
da dove si avvicinano le distanze
per portarsi via un po’ di te
e del tuo corpo –
così benedetto tra le forme dell’oceano?
Amore? Non si dovrebbe pronunciare
in una poesia come questa
che vorrebbe avvicinarti.
2
Il tuo sguardo dritto e limpido
taglia il destino, come la chiglia di una nave
il mare azzurro del tuo Portogallo –
mostra la stessa bellezza
che fugace occhieggia
e sospira in attesa di una mia risoluta
rivendicazione presso i corpi del mondo.
Affermazione d’amore
Ho un solo amore
marcato nel circondario
della terra –
è l’unico previsto
quello definitivo –
sempre sole del mattino
teorema senza dimostrazione.
La sua lettera è la G.
Dire a tutti l’amore
Patire è partire senza qualcosa
è come partire senza una erre –
ostinata intenzione di allontanamento
di due parti che, separate, cambiano il senso
l’una all’altra.
Perché non ora cambiare direzione
e anziché allontanarsi
convergere verso il comune centro
e dire a tutti intorno a noi
che l’amore è la nostra scusa
e che neanche Dio può
farci niente
stretto com’è tra i nostri cuori?
[ Da Spazio espanso, inedito ]
Caduta
Sono qui a scrivere di stelle e particelle
di bolle di bigbang e spazi espansi
di ciò che forse è stato
o di quello che non sarà mai.
Ma poco più in là cado nell’amore:
di questo vorrei parlare
di ciò che non so dire.
La poesia
L’occhio non ha sesso
Quando moduli l’azzurro dei tuoi occhi
è come se mi tagliassi
via dal reale
per gettarmi nella fornace dell’amore.
Ahimè, io che di poesia
non facevo parola ad alcuno.
Disfatta
1
Dove sei primo impianto dell’amore
prima allegria e conforto inaspettato?
2
Dove s’addensa l’ombra si scolora la materia
s’evince una disfatta.
[ Da Nella frequenza del giallo, di prossima pubblicazione, LaRecherche.it, 15 marzo 2012 ]
*
Se poi tu
che mi osservi da così lontano
riuscissi un giorno
a passare da queste parti della galassia
con la tua astronave
e a mostrarmi i tuoi piedi
la tua nudità completa
e a capire quanto tu sia molto più terrestre
che extra
allora ti vorrò baciare.
Saprai sottrarti all’Universo
e adattarti a questo calore o a questo freddo?
Ti basterà casa mia da abitare?
Mi insegnerai come si sottrae la vita alla morte?
O la morte ci porterà davanti allo stesso Dio?
Cerca di arrivare in una notte in cui saprò
mostrarti che cosa significhi per me l’amore.
Ti farò ascoltare Set fire to the rain
e poi La differenza tra me e te.
*
Sempre vado al mare
come l’acqua dei fiumi
per istinto o per amore.
G.
Quest’amore è speciale e unico
perché è nostro – di nessun altro –
così come ogni altro amore è speciale e unico
perché non è nostro – né di nessun altro.
È simile alla morte che non ha soluzioni
né aspettative – al di là della fede –
di ciò che si crede o non si crede –
essa aprirà la porta ad una sconosciuta verità –
così l’amore cela il nostro destino e apre la porta
di ogni giorno su una gioia sconosciuta.
*
1
Sul tuo collo c’è la mappa di un amore.
2
Il tuo corpo è il disegno di un piacere –
una mappa
forse un nascondiglio.
Sei disfatto nella posa
scolpito come un’aurora
dalla luce che scoperchia i monti
e li sottomette.
Nel tuo corpo è inscritto
il godimento
una soddisfazione esplosa
sul bordo del tuo dispetto.
A Pietro
Sei amato senza condizioni
ma già una vasta solitudine
sembra accamparsi attorno a te –
qualche volta stringe i fianchi
ma non vince: così è per chi
è venuto all’esistenza.
Sei nato da pochi giorni
eppure quando apri quei tuoi occhi
piccoli e azzurri
vedo fin d’ora la forza e l’orgoglio di un uomo
che lotta contro un mai visto nemico
e già interroga il bene e il male.
Sei una forza in pochi attimi
un impulso che attraversa la mia vita
e libera il cuore nella più grande delle gioie
sei l’incontrastata potenza del mio destino
che sgretola ogni ruvidezza e riepiloga
i giorni in un sorriso.
Sei un condottiero senza armi né eserciti
che dimostra il suo valore nella foga del sonno e della fame.
Sei una domanda che non avrà mai risposta.
Sei la biologia che ora qui
diventa principio d’esistenza.
Anche se in un luogo qualunque del Cosmo
esistesse altra vita, tu mi fai pensare
che nessuna potrà essere bella come la tua
piccolo uomo e principe –
apice della piramide evolutiva dell’amore –
mio delirio e salvezza.
Infine, dopo tanto pensare
non so che darti un semplice bacio
a suggello di quest’amore che m’invade.
In treno da Carrara a Roma, 10 aprile 2011, ore 21
Id: 12761 Data: 14/02/2012 02:49:10
*
In una cucina di questo pianeta
Saltimbocca
Meravigliosa questa attesa nella sera
e che profumo – saltimbocca alla romana
in cottura in una cucina di questo pianeta
accerchiata da uno spazio freddo e nero.
Forse nell’ultima stella accesa di stasera troverò il motivo di tanta assenza – di tanto abisso.
Osservazioni
[ Letta a Zapping, Rai Radio 1, il 23 marzo 2011 ]
Osserva le stelle…
…adesso guarda attentamente il reale
qui e ora senza stelle
finché nel corpo della mente
di nuovo vedrai stelle
le stesse di lassù, così irreali.
Che cosa sono le stelle? Che cos’è il reale?
Dove siete?
Vita di altri mondi ti chiamo
ma sorda galleggi nel vuoto
su pianeti lontani.
Risparmi voce – forse senza voce
o sonora risonanza a noi inudibile.
Nascosta esistenza
sconosciuta forma
di tutt’altra partenza.
Libera sintassi
e altra semantica lingua
orecchie non udenti
occhi su altre luci –
compagni d’universo
dove siete?
[ Fotografie e testi di Roberto Maggiani: Saltinbocca e Dove siete? sono tratte dall'inedito Spazio espanso, Osservazioni è tratto da Scienza aleatoria, LietoColle, 2010 ]
Poesia è Parola ai bordi di un’esistenza crocifissa
- “Se qualcuno vuole venire dietro a me,
rinneghi sé stesso, prenda la sua croce e mi segua” -.
Letteratura è via – dice vita –
Capisci? –
ma verità
non è Lettera/turata.
(1) Pier Paolo Pasolini da Poesie in forma di rosa (1964) – una disperata vitalità – (II) ed. Garzanti 1975
(2) Pier Paolo Pasolini da Poesie in forma di rosa (1964) – una disperata vitalità – (III) ed. Garzanti 1975
(3) Roberto Maggiani da Forme e informe ed. Gazebo – aprile 2000 p.18
Id: 9967 Data: 08/09/2011 16:46:56
*
A Giuliano
In occasione del compleanno di Giuliano Brenna, oggi 16 agosto 2011, propongo questa poesia che gli dedicai nel 2006.
(a Giuliano)
L’amore è l’unica ispirazione. Quale amore? L’amore che dà dolore (il dolore che dà l’amore non misurato) che impiega anni (secoli) a percorrere le terre che gli appartengono. Acqua, troppa, che infanga.
Attendo – forse tutti i tempi cosmologici – che i monti scendano a valle che il mare si prosciughi. Passione e amore – legati poi saldati poi disgiunti opposti e compenetrati.
Il testo è segnalato anche sul blog del Laboratorio Moltinpoesia: visualizza
Id: 8953 Data: 22/06/2011 11:39:21
*
Solstizio d’estate
Qui mi fermo, dove inizia l’estate: già domani la luce sarà breve la notte riprenderà ad espandersi meno remote saranno le stelle.
Come un fuggiasco riparo tra i boschi – non oltrepasso la linea tra l’oggi e il domani.
[ Tratta da Insistenze, estate 2008 - primavera 2009 ]
Id: 8946 Data: 21/06/2011 13:16:10
*
Omofobia
Avanza nella notte
facendo rimpiangere alle creature
di essere nate così diverse tra loro con quella chiarità di ragione che rende il corpo uno stato di diritto e non etico. Avanza in pieno giorno, uccide, ma sui pavimenti dei templi antichi s’innalzano le colonne di una universale fede d’amore.
(È saggio diffidare dall’omofobo: Tendono all’omofobia le personalità autoritarie, rigide e insicure, che si sentono minacciate dal diverso da sé. Alti livelli di omofobia sono stati riscontrati anche in persone in lotta con una forte omosessualità latente o repressa.)
[ Tratta da "L'ombra di Creso", LaRecherche.it, 2010, eBook liberamente scaricabile ]
Id: 8503 Data: 17/05/2011 00:48:48
*
Nostalgia di Gesù
a Gesù Abbandonato
Oggi è il giorno puro e limpido
tanto atteso dell’incontro con te –
le alture dell’azzurro
nascondono l’universo –
pianure di acqua trasparente
lambiscono terre pregne di fuoco.
Sei parole d’amorose vesti tra le messi
sei il giorno allegro di un piccolo dolore
accettato e stretto al cuore.
[ Da Navigazioni incerte, eBook, LaRecherche.it, 2011: leggi ]
Id: 8195 Data: 22/04/2011 22:17:16
*
Un amore che minvade
a Pietro
Sei amato senza condizioni
ma già una vasta solitudine
sembra accamparsi attorno a te –
qualche volta stringe i fianchi
ma non vince: così è per chi
è venuto all’esistenza.
Sei nato da pochi giorni
eppure quando apri quei tuoi occhi
piccoli e azzurri
vedo fin d’ora la forza e l’orgoglio di un uomo
che lotta contro un mai visto nemico
e già interroga il bene e il male.
Sei una forza in pochi attimi
un impulso che attraversa la mia vita
e libera il cuore nella più grande delle gioie
sei l’incontrastata potenza del mio destino
che sgretola ogni ruvidezza e riepiloga
i giorni in un sorriso.
Sei un condottiero senza armi né eserciti
che dimostra il suo valore nella foga del sonno e della fame.
Sei una domanda che non avrà mai risposta.
Sei la biologia che ora qui
diventa principio d’esistenza.
Anche se in un luogo qualunque del Cosmo
esistesse altra vita, tu mi fai pensare
che nessuna potrà essere bella come la tua
piccolo uomo e principe –
apice della piramide evolutiva dell’amore –
mio delirio e salvezza.
Infine, dopo tanto pensare
non so che darti un semplice bacio
a suggello di quest’amore che m’invade.
In treno da Carrara a Roma, 10 aprile 2011, ore 21.
Id: 8152 Data: 19/04/2011 15:13:22
*
Il Priapo decadente
Sacerdoti e adepti di Priapo
dalla Lombardia alla Sicilia
conducono il dio in salvo
oltre la vasta cortina
di fumo d’incenso
innalzata nei riti di adorazione
di lunghi giorni.
Fede, è quello che serve.
Fanciulle introdotte
nelle stanze segrete dell’ingordo dio
lo consolano.
Ormai invecchiato e deludente
eleva il pène di una statuetta che porge
in ricordo di un’antica virilità.
È salvo, il Senato della Repubblica
lo comproverà. Ma noi tutti
che detestiamo le sue erezioni
paghiamo un tributo di iniqua sentenza.
Il dio Priapo ha la morte che lo attende
perché nel progresso gli dèi vanno eclissandosi.
Ma una grande amarezza rimane
per ciò che in questo tempo doloroso
potevamo avere e non ci è stato dato
da questo Stato piegato ai piaceri
di quell’osceno dio.
[ Scritta questa mattina nella delusione dell'approvazione del cosiddetto Processo breve; e dopo la lettura di questa terribile testimonianza: leggi ]
È come se da un momento all’altro già sulla strada mi dovessi svegliare dicendo: “Perdio! mi sono dimenticato la vita a casa”.
Id: 6585 Data: 06/01/2011 20:34:07
*
Il saldatore di stelle
Conosco un ragazzo di proporzioni enormi lo chiamano il saldatore di stelle. Ha una maglietta rosa attillata e armeggia nella penombra vicino alla mappa stellare attaccata alla parete da una suora dal velo grigio.
Si avvicina Natale e Cosmin salda stelle nel cielo del presepe, ha un circuito tra le mani grosse quanto la galassia e cerca di saldare i contatti in miniatura di un cerchio di led.
Ha occhi brillanti come stelle nelle notti d’inverno, quando sembrano gocce di stagno sul metallo della notte lunare e v’è una tale elettricità nell’aria che come i led di Cosmin s’accendono al comando di una grossa mano.
Il mondo di Cosmin è una ragazza con i capelli lunghi che entra ed esce come una cometa dalla mappa galattica nel punto in cui è scritto “Noi siamo qui” e dice “Ti amo”.
Id: 6422 Data: 23/12/2010 20:45:51
*
La bellezza del mondo
Dio è sulle cime degli alberi - solo come le particelle di vento - appartiene metà alla terra metà al cielo.
Un solo Dio - solo fino all'urlo della croce - a tal punto silenzioso che ci sentiamo soli fino all'abbandono.
Si sappia però che il suo esserci è certo nella terra e nel cielo negli spiriti infiammati d'amore.
Un Dio bello che si chiama Amore - e la sua bellezza è la bellezza del mondo.
[Da "Scienza aleatoria", LietoColle, 2010]
Id: 5773 Data: 28/10/2010 21:51:07
*
vediamo angeli
soffusamente ardendo come serpe serpeggiando accettando amaramente il delirio che non smette l’intelletto incredulo non volendolo ammettere vede angeli
si sa da sempre che dal mare (nel silenzio) continuando a guardare sfumando tutto quanto perdendo ciò che già andò perso deviando un poco il giudizio mescolando i colori (celeste giallo e azzurro) tirando una linea tra mare e cielo mettendo il sotto sopra e poi ancora ribaltando si sa da sempre che da lì passano angeli
a sobbalzi sghignazzano allegri
hanno il mestiere più bello e non conosceranno la morte neanche per sentito dire (avanti e indietro da quel mondo come dalla porta di casa)
la morte è per noi che non vediamo oltre quel taglio
ferita rimarginata che lascia qui la nostra lingua senza parole adatte
[ Poesia tratta da "Angeli in volo", Edizioni L'Arca Felice, Collana Coincidenze, 2010, a cura di Mario Fresa ]
Id: 5698 Data: 22/10/2010 21:22:18
*
Nascita (con due dediche)
(Dedicata a Viola Morelli, appena nata, e a mio nipote, in gestazione)
1
Quale pensiero abita la mente lustra di un bambino ancora nel buio del grembo? Non ha colori negli occhi né ricordi ma vaghi suoni ritmo – forse odore – e già un tentativo di sapere. Trama di un nuovo mondo racchiuso nella testa fantasia elevata sul niente di una nuova biologia. È come vergine lentamente penetrata, quando nella nascita esplodono i colori: scompare il mondo arbitrario dalla mente.
2
Papà: “Dove stavi? Non ti avevo né ti ho preso da qualche luogo. Non hai altro posto se non questo – fiore sbocciato – improvvisa gioia sul mio pètto – ogni cosa qui attorno cambia aspetto – respiro nell’aria del tuo vagito – prima e poi dopo è diviso il tempo.”
Id: 5687 Data: 21/10/2010 23:35:00
*
la smorfia
il tempo (così grigio) appare immobile
fermo come le tue mani sovrapposte - lembi della veste biologica di cui ti sei spogliato
ma quella smorfia così serena mostra il tuo volto proteso verso qualcosa dietro l'ultimo sipario del tuo tempo - oltre questo grigio
Id: 5259 Data: 10/09/2010 21:44:40
*
Su tutto
Su tutto il paesaggio v'è il chiarore del Tuo viso che non ha espressioni nel fulgore del giorno né ha promesse per chi come me nella volta degli anni sta adagiato sotto una vecchia torre nel verde di un’apoteosi di memoria giovanile.
Id: 5126 Data: 21/08/2010 19:13:40
*
Lavoro a tutto tondo
[ Pubblicata sulla rivista di cultura e conoscenza "L'area di Broca", XXXVI-XXXVII, 89-90, Lu 2009 - giu 2010: LAVORO ]
1
Ora et labora furiosamente e ora su materia o pensiero informe. È terra – questa – dove si spera ante litteram ma cadono le braccia nell’androne del dopo-guerra – il dopo del raccapricciante lavoro di sostanze ferrose su corpi umani.
2
Universo di tivù e riposi su poltrone post lavoro da cui si assiste inermi al travaglio televisivo – impietriti davanti alla sovranità del liberismo: ha cinque aerei tutti suoi* – ma quale aereo di Stato? A che cosa gli serve?
3
Nulla occorre a questa libera belligeranza a questo lavoro circolare di sopraffazione ante e dopo-guerra.
Ma qualcuno sfida la sorte (sfilato via come foglio) ore e ore sommerso tra le carte diplomatiche e le ferraglie degli hangar a tentare la pace – la giustizia: campo di battaglia dove l’iniquità ha i suoi ranghi.
Sodoma e Gomorra città sante – al confronto – quale nostalgia quale inutile sparizione di mani – e ne ho viste (ancora) di buone che applaudono che lanciano sale.
* In riferimento ad una pseudo-risposta del Capo del Governo Silvio Berlusconi alle domande del quotidiano la Repubblica
Id: 4916 Data: 24/07/2010 10:17:54
*
Ossigeno
da quando nasciamo ricerchiamo la pancia dalla quale uscimmo
(lì vorremmo tornare
nell’acqua nel sale dove navigammo nel sangue e nel cuore del primo amore già perso)
ma poi ci contentiamo di ossigeno respirato e negli spasimi ricerchiamo un aggancio una luce che sia giusta un suono o un silenzio nella breve memoria
rassegnati nel nutrimento e nella crescita cerchiamo il suolo il pensiero che ci guidi il primo incarico della parola
ciò ch’è stato lo rivogliamo e ce ne deliziamo nella memoria ch’è solo nostra fissata alla materia cerebrale
negli anni passati dove tutto si conserva sotto strati di avvenimenti ci concediamo navigazioni senza bussola
infine cerchiamo una fessura nel tempo per sfuggire alla calma del dolore alla morte
Id: 4883 Data: 20/07/2010 20:20:45
*
Robert de Saint-Loup
T’incontro tra gli ultimi barbagli di sole che nella sera dopo il temporale tranquillizzano la campagna. Hai due bellezze sovrapposte e inattese.
Seduto su una pietra ancora umida, fletti il sorriso. Si scolora la tua pelle nell’azzurro del cielo che si schiude – una lama di luce ondeggia tra i capelli mostrandone la doratura.
Ti conobbi l’estate scorsa: avanzavi flessuoso scandendo il tempo in un passo dinoccolato il collo eretto, il movimento delle membra in perpetuo equilibrio intorno al monocolo danzante e fuggitivo che sembrava far loro da centro di gravità. Sempre lì ti trovo, raccontata immagine nella mia mente – t’avvicini con eleganza vestito d’una stoffa morbida e biancastra tra sguardi di curiosità.
Nota: le parti in corsivo sono tratte da “Nomi di paesi: il paese”, Marcel Proust, Edizioni Mondadori, I Meridiani, traduzione di Giovanni Raboni (rispettivamente pagine 885 e 883).
- Sono venuto a portare fuoco - - ... è melanconico – - In Brasile s’accendeva sempre nei... - - ...è San Giovanni -
Fuoco crepitante – porta via i pensieri – mette in tondo. Cerchi di occhi brillanti – linee semoventi.
Catapultare i pensieri oltre le fiamme sempre più deboli – fievoli.
(Tratta da "L'indicibile", Fermenti Editrice, collana Iride, Roma 2006)
Id: 4592 Data: 24/06/2010 20:13:24
*
Lievita il mondo
1
Corpi sono ancora distesi nel silenzio dell’alba, finché un giallo guizzo solare taglia il celeste opaco, solleva da terra uccelli e divide cipressi acuti.
Sorge immobile la stella del mondo: osserva con sguardo nucleare il risveglio del pianeta.
2
Nel mattino lucido il sole muove le cose e le innalza. Lievita il mondo carico di primizie di colori.
Id: 3303 Data: 19/01/2010 23:45:55
*
Piccola schiera
Parva aces raccolta attornoall’ora attesa dell’aurora pronta a vendere cara la pelle e la ragione per equità e giustizia sociale – combattenti con la voce, la firma e la stampa armati di cartelli, striscioni e bandiere. Parva aces delle piazze, pronta alla pace del dialogo, talvolta rassegnata davanti alla demagogia e al dogmatismo. Teste ingenue, mai feroci, molti colori al sole della libertà così alta nel blu da sembrare intangibile nel silenzio ultraterreno. Eppure, parva aces di magliette e bandane ancora ci prova ad assaltare il bastione del potere con slogan urlati al cielo. Parva aces offesa dalla menzogna, ferita dall’affilata lama della parola contraffatta da un potere costituito dalla propaganda televisiva.
(Tratta dalla raccolta "L'ombra di Creso")
Id: 3261 Data: 15/01/2010 20:54:18
*
Anticlimax
*
Dimensioni: una due tre – questione di vicinanza. Vicino – molto vicino – a due si aggiunge uno labirinti di sopra-sotto destra-sinistra – tutto attorcigliato – tutto – confusamente. Poi illusione di dimensioni: climax di chiaro-scuro (anticlimax) tonalità di colori – assorbimento e riflessione di fotoni.
*
Colori – i più disparati Distese di colori Uniti – bianco Disgiunti – arcobaleno Assenti – nero Che salgono dalla terra – fiori Bevono a una sola fonte – Sole.
Luce che passa abbaglia scende invade circuisce alimenta desta lega disgiunge compara confonde.
Colori invadono le finestre nei mattini assolati eccitano atomi assonnati nelle profondità delle cose elettroni che saltano e tornano oscillano imprecano emettono – che cosa? Fotoni non accettati – espulsi – girovaghi per le stanze intonati stonati impazienti adombrati – escono e rientrano ingarbugliati affievoliti esaltati – fino a sera. Atomi messi a riposo – colori ritirati.
*
E poi scendendo – spaccando nuclei. Protoni e neutroni ancora spaccando (scintille?)
Se ne trovano sei – più gli anti (l’antimateria) – ben legati (di spago?) – Quark (e antiquark): Up Down Charm Strange Top Bottom. Stravaganza.
Dentro il protone due quark Up e un quark Down Saldati – indivisibili. La forza di colore li confina. Tre stati distinti (cariche): rosso viola verde – Gli anti (complementari): cyan giallo magenta. Come la forza elettrica (più forte) Rosso con cyan – bianco Viola con giallo – bianco Verde con magenta – bianco.
(tratte da L’indicibile – Ed. Fermenti 2006)
Id: 2822 Data: 20/10/2009 23:03:04
*
Il rapporto tra poesia e scienza
Abiti una casa fatiscente nel centro di Sintra e non t’importa se per il mondo i poeti usano il tuo nome e con il tuo nome si vestono di gloria.
Ti affacci alla finestra nel mattino azzurro di luce silenziosa, se non v’è nessuno che ti veda scendi le scale e passeggi assorta nel giardino malmesso attenta alle variazioni del reale.
Dove s’appoggia il tuo piede la sua forma crea labirinti e pozzi imperfetti e amari dove i poeti cadono spersi, ma non io che non sono poeta ma scienziato e ti parlo per tua gioia di quel mondo così piccolo o così lontano – di atomi o stelle.
Quando scrivo una poesia che mi soddisfa mi alzo e molto lentamente mi porto vicino alla finestra. Pago come un gatto che si è appena cibato mi lecco i baffi e le mani – le passo umide sul viso e le orecchie. Se poi andrò ben oltre (fin dietro la nuca) vuol dire che pioverà.
(Tratta da "Insistenze")
Id: 2671 Data: 13/09/2009 23:44:05
*
L’ora del campanile di Saint-Hilaire
(dedicata alla passione proustiana di Giuliano)
Il tempo smuoveva le lancette nello spazio di quel “piccolo arco azzurro” e nei rintocchi tornava l’anima del lettore alla vicinanza delle cose fuori dallo spazio temporale concesso all’eroe del suo libro.
Talvolta le guarnigioni di soldati attraversavano Combray lungo rue Sainte-Hildegarde, gli elmi luccicanti al sole: “Povera gioventù che sarà falciata come un prato” commentava in lacrime Françoise.
Eppure queste anime sospinte al di fuori del loro spazio temporale dalla potente bellezza della parola e tutte le cose avvicinate da “certe idee” di Marcel a lui devono la grazia di persistere in un tempo favoloso al di fuori dell’esistenza precaria e circoscritta, negli inascoltati rintocchi del campanile di Saint-Hilaire.
Nota: il titolo e le frasi tra virgolette sono tratti dal primo volume di “Alla ricerca del tempo perduto”: “Dalla parte di Swann”, parte prima, “Combray”, I Meridiani Mondadori, Traduzione di Giovanni Raboni, pag. 106-108.
La luce chiara della mattina corre giù dalle cime aguzze dei cipressi, fin sui campi – impassibili alberi sembrano galleggiarvi.
Uno sgangherato e arrugginito cancello divide lo spazio d’erba dalla strada – è chiuso, ma si può aggirare.
Lo sguardo corre verso un orizzonte di forme cangianti modellate dal vento – rovista tra la luce di primavera.
Id: 2214 Data: 24/05/2009 14:19:19
*
Gravidanza; Figli
Dedico a tutte le mamme, che sono anche poetesse, queste due poesie pubblicate su "Cielo indiviso", Manni Editori, 2008.
*
(Gravidanza)
Una donna gestante cinta dalle acque.
*
(Figli)
I
Mi piace pensare che la collana – di legno e acciaio – che mi hai regalato – appoggiata sul mobiletto vicino alla finestra – verrà rubata dalla mano di uno zingaro che ha orecchini e denti d’oro.
II
Che cosa sarebbe dell’umanità senza i poeti che con le loro lance verso il cielo ne sostengono l’orgoglio e il giudizio?
III
I miei figli sono le poesie – non hanno né carne né ossa
sono leggere e fatue sopra le distese mediterranee – completamente azzurre.
Id: 2135 Data: 09/05/2009 20:06:15
*
Non è stato possibile
Dopo esserti acceso sei rimasto così un po’ assorto ritornato dal cielo sulla terra di coloro che ti attorniano con la maglietta di lei tra le mani – la rigiri e gliela porgi con un vago sorriso che scompare non appena se ne va da te allungando i suoi piedi sulla spiaggia – i suoi capelli precedendola nella brezza.
[ Poesia tratta da pagina 25 di "Cielo indiviso", Manni Editori, 2008; è stata declamata, il 13 gennaio 2009, a "Zapping", trasmissione di Radio Uno diretta da Aldo Forbice: ascolta su youtube... ]
La Terra sta per chiudere un giro – l’ennesimo – per convenzione o per diritto è oggi il giorno che conclude l’anno: per tutti i pianeti è così – sebbene in tempi diversi – ma qui v’è la coscienza – il pensiero del vecchio che finisce e del nuovo che pare iniziare.
2
Illusione di movimento – il ciclo interminabile degli eventi – solo quello s’avverte, ripetitivo e insistente con rimandi al passato: i razzi, gli aerei che bombardano, le carestie, chi fugge disperato dalla patria assediata, i diritti disattesi…
3
Qui ormai si respira aria viziata – le finestre sono ben chiuse. La Terra gira a vuoto.
(In realtà sono un ottimista, anche se mi piace essere realista)
Id: 1440 Data: 31/12/2008 16:17:07
*
La fede
Eccola la fede. E' vedere questo mondo così piccolo e solo ora e già finito.
Id: 1382 Data: 19/12/2008 23:19:36
*
legna che arde
v’è nell’aria fradicia un profumo di legna che arde e scricchiola (immagino) esuberante in qualche grazioso camino
e nell’incedere veemente delle faville s’allegra un cuore (immagino) vedendo spazzata la monotonia del picchiettare insistente della pioggia
Id: 1368 Data: 17/12/2008 00:22:05
*
Il tango che ci pare
(dedicata a Paola M.)
1
Il tango, questo pigro spostarsi oltre qualcosa ch’è accatastato, questo forse troppo poco ballo – ricamo ed arpeggio – il proprio è l’unico transito.
Credersi mai arrivati, appoggiati sì, certi no, obliquità e storture (talvolta fendenti per l’aria) pesi come piombi, gravi, e mai sorrisi se non per stupidi cenni a sostenere comode simpatie.
2
Il tango, ricordare ciò che doveva esserlo, esprimere quanto è caramente doloroso – perdere.
Ma che cosa lo rende potente e bello insignificante e arnese da scasso? Io solo, davanti alla pista da ballo, la donna, la musica, solo e piangendo, dicendo: non devo, non posso… fuori tempo, credimi Chica, fuori tempo… non si doveva dirlo quel segreto ai falchi su di noi – voli e blandizie.
Quel tango non arriverà né ora né mai né a loro né a noi che pensavamo dall’inizio “è finita”, eppure siamo qui, in fondo sereni, su questa barca che avanza tra i flutti mentre altri ormeggiano ad isole vicine al riparo del loro mai prenderlo troppo sul serio – questo tango.
A dire il vero non l’ho mai imparato non è ciò che credevo: riparo, vicinanza, amore… solo un grande, inevitabile, profondo, triste dolore e un passo da me a te che mai ti raggiungo.
3
V’è un tango che ci pare tanto semplice quanto inutile, geometrico, ballato su ellissi, stabile su triangoli, andante su rette, punti fermi piantati a colpi di mazza, assi e mezze lune
v’è un oceano in quel triangolo, un abisso sotto le rette, punti che sono partenze – arrivi e mai ritorni – assi piantate nei cuori e mezze lune di nostalgie come lame taglienti poste alle radici delle vite.
4
Argomenti inutilmente espressi: “Non s’insegna, ma s’impara”.
5
Da quella insistente risacca tra il fiume e il mare paiono volersi elevare la notte e il vento fino a salire sulla terra, bisbigliando in segreto tra le fronde di questo patio dove mi trovo accontentato da una musica che ha lontane le sue origini e pare che voglia tornare al mare per abbandonare queste rive inette presuntuose.
Id: 1354 Data: 11/12/2008 19:07:04
*
Soldi
1
A valanga nelle tasche
mai nelle mie sempre nelle loro mai neppure nelle tue stanne certo nelle sue è sicuro
patrimoni immensi conti in banca stratosferici speculazioni.
2
Infide banche ladre perfettamente nella legge
modificano leggi a loro piacimento estorcono
il loro sistema è impudico ed è avvallato da governanti compiacenti
interessi sempre in salita mai in discesa.
3
Gozzovigliano con ciò che per noi fa la differenza tra un mese di vita largo e uno tirato.
A voi spetta la nostra pacifica vendetta:
resistenza agli alieni parassiti verdi di soldi
questa è la nostra terra il nostro pianeta. Qui vogliamo pace di equità e proporzioni.
Id: 1286 Data: 21/11/2008 22:09:28
*
Come un tango
(video aggiunto il 23/03/2018)
I
Ti odio – perché sei un ritmo che non riesco a prendere un passo che non riesco a fare un sentimento che non riesco a esprimere.
II
Sono pazzo e ballo quei tre passi che so fare dentro un buco nel grembo in infinita solitudine.
III
Condanno la notte ad ascoltare i lamenti che tu – lontano – non puoi udire – nel silenzio crudele Dio non risponde allo strazio del cuore.
IV
L’unico tango che posso ballare è con l’assenza – ed è l’ultimo.
-
Tratto da "La bellezza del mondo", III capitolo "Il freddo degli occhi (alla voce Amore)" - inedito
Id: 1197 Data: 07/11/2008 13:58:28
*
Tre poesie dedicate a tre amici
(a Gian Luca)
Un cagnolino (Emilio) scodinzola concitato tra pareti rosse, sfumate da tele di cacao rifulgenti un vago azzurro –
il pittore – l’artista – il repentino innamorato ha sguardi onesti – nei suoi quadri minute sagome di case – un dolore troppo profondo per parlarne ora.
(a Mohamed)
Dalla teiera fumante un filo liquido spruzza tè nel bicchiere appiccicoso.
L’agnello cuoce nel tajin – una degna povertà si rivela allo sguardo.
(a Stella)
Dopo molti anni passai dal mercato e tra la folla dall’immutata età ti ritrovai con lo sguardo lucido appesantita dalla stanchezza di troppi anni tra i sacchi di cereali ancora pieni con la paletta a soddisfare clienti ignari di quella giovinetta che eri.
(tre poesie tratte da "La bellezza del mondo", inedito)
Id: 1177 Data: 01/11/2008 22:57:50
*
Da un paese mai visto
Attendi ancora un attimo, ti prego,
prima che la luce invada il silenzio ed esploda l’alba nel tintinnare delle tazze davanti ad occhi assonnati tra gli afrori liquidi dei caffè
e gas cittadini s’innalzino nell’aria tersa dell’aurora che ha visto nascere la nostra amicizia inattesa attorno ad un bivacco di pensieri e nostalgie.
Mi hai raccontato della tua terra ed io non ho potuto che sorridere, qui, nella mia, dove la poesia insegna ad accoglierti, caro amico che vieni da un paese mai visto.
La donna in viola guarda e non mi assale. Ha uno scialle rosa sulle spalle una collana di perle dita arrossate unghie smaltate capelli biondi occhi ombrati. E’ stanca – si accascia sulla sedia – chiede il permesso solleva il respiro sospira un lamento. Nell’intorno il viola tace – un velo cala – dorme in pace.
2
La lottatrice
Nella risacca - dove l’onda armeggia sabbia e si sfalda in spuma - una signora tonda quanto una boa – orecchini d’acciaio (ciondolanti) collana e anelli – rossa e affannata – costume nero d’un pezzo – capelli raccolti a stento – lotta, furibonda e tenace per tenere insieme due bambini bianchi confusi tra lo schiumare. Infine, corrucciata, li afferra ed ha la meglio sul mare.
3*
(La senhora)
Si sedette
(e parve che l’intero oceano facesse lo stesso accasciandosi nello spazio a lui dedicato tra la sabbia e il cielo davanti a Lei con le braccia ben poste sul grembo le dita inanellate il rossetto e gli occhiali da sole)
a osservare il suo dominio che aveva la vastità atlantica.
* Pubblicata in “Cielo indiviso”, Manni Editori, 2008
Id: 868 Data: 30/08/2008 22:47:05
*
Dittatura e democrazia
1
(La dittatura)
Parla contro il regime e stai certo arriva la polizia
ti preleva e ti tortura e se va bene passi la vita in galera
in ogni caso nessuno ti vedrà più
si chiama mancanza di libertà di parola.
2
(La democrazia con molti interrogativi)
Parla contro i potenti e stai certo arriva un avvocato ti porta dal giudice e t’obbliga a pagare un’immensa somma
siccome non hai i soldi finisci sul lastrico
nessuno ti vedrà più: accartocciato e gettato si dimenticheranno di te
si chiama mancanza di libertà di parola.
Id: 717 Data: 12/07/2008 20:40:09
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Auteuil (Parigi), 10 luglio 1871
1
In quell’anno si raccoglieva il tempo come fluido in una pozza – come dopo un tempo di pioggia è la nascita di un essere umano.
Torbido, lo specchio del suo venire al mondo, rifletteva un cielo alto e troppo corrucciato onde pensare all’estate come a un tempo di luce e terso calore.
Nell’intorno di quel fluido oscillante in concentriche onde, v’era un’indifferenza molesta, un calpestare duro e insensato di una folla andante – divisi pensieri muovevano a zonzo cervelli.
Poi il sole si fece potente. Una calura assillante gravò su quella pozza e il tempo volle levitare via, lontano, non più cerchi ordinati ma una diaspora di atomi – perduto andava il tempo iniziale.
“Longtemps je me suis couché de bonne heure…”. La vita s’incurvò in un cerchio di memoria involontaria. Iniziò il nuovo tempo del cercare, dal fondo emerse chiaro l’inizio e ogni punto perduto venne trovato.
2
Dalle estremità del fluido temporale si mossero onde a divagare (la buca fu ampia come la vita tant’è vero che venne finita, la recherche, nel tempo della dipartita) perturbazioni di un passaggio prossimo ed esterno, battente, transiente che agitò le acque e portò il pensiero a ritroso nella scrittura verso la curva del centro da dove emerge la vita il suo senso iniziale, il suo ritorno finale.
Vi si riflette finanche il cielo, il bello e l’arte – quel qualcosa di oltre, situato nell’altrove fuori dal tempo e dallo spazio assegnati, sembra sul fondo di quel fluido ondeggiante dietro fatti e vicende ma è oltre il suo stare, verso quel dove mai visto.
Id: 700 Data: 11/07/2008 01:01:43
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Il primo giorno di mare
Finalmente sulla spiaggia.
Lascio i vestiti nel cono d’ombra che mi spetta. Verso riva un timore mi assale: noto l’innalzamento del mare. L’ipertermia del Pianeta fa il suo gioco… l’effetto serra è l’imputato crudele. I ghiacciai si sciolgono.
La catastrofe ecologica del Pianeta – da tempo paventata – io stesso più volte l’ho temuta, ma che sia diventata così tangibile fa impressione e spavento: gli ombrelloni sono quasi al limite delle onde, la spiaggia è rosicchiata in modo evidente. Ho pensato ai poveri gestori degli stabilimenti balneari, tra qualche anno perderanno il lavoro.
Ma dopo lo scoramento ecco la speranza, inizio a contare.
Con meraviglia scopro che il numero di ombrelloni è aumentato rispetto all’anno passato: altro che effetto serra, è l’effetto di un pensiero assai avido.
Guardo il mare sbigottito, sembra che scrolli le onde e strizzando l’occhio acquoso mi faccia un sorriso…
Id: 683 Data: 05/07/2008 22:36:37
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La Senhora
Si sedette
(e parve che l’intero oceano facesse lo stesso accasciandosi nello spazio a lui dedicato tra la sabbia e il cielo davanti a Lei con le braccia ben poste sul grembo le dita inanellate il rossetto e gli occhiali da sole)
a osservare il suo dominio che aveva la vastità atlantica.
(tratta da "Cielo indiviso", Manni Editori www.cieloindiviso.it - in libreria da giugno 2008)
Id: 465 Data: 20/05/2008
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Era claudicante
Era claudicante, forse per la notte scomoda appena passata, per il freddo e per l’umido.
Lo copriva, fino ai polpacci, un cappotto beige, logoro e sporco. A piedi nudi calzava un paio di ciabatte infradito di gomma nera. Sotto il cappotto era nudo.
Esausto si avvicinava alle macchine la mano protesa e le labbra che dicevano qualcosa di inudibile – talvolta la sua bella e giovane mano indicava la bocca come a mostrare una necessità – qualcuno tirava giù il vetro e allungava uno spicciolo.
Era moro, forse dall’Oriente. In un altro mondo la sua pelle olivastra sarebbe stata profumata di saponi e ricoperta dalle più belle stoffe – forse desiderato da qualche passione segreta, ma i suoi occhi erano poveri di speranza e soltanto una pena profonda provava chiunque passava.
Era un povero credibile, il suo sguardo lo diceva, era inerme, rassegnato. Più in basso, ignudo come stava, non avrebbe potuto scendere.
Che altro potevo donargli se non un pianto interiore autentico e amaro che trascinava via la mia indifferenza?
Id: 453 Data: 11/05/2008
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Eroi
Tornerete ancora con i coltelli tra i denti, la fierezza nello sguardo gli scudi e le spade?
Voi che avete i nomi scolpiti tra gli astri tra i miti e gli dèi.
Id: 417 Data: 24/04/2008
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L’Alchimista
Dice di avere la formula totale e definitiva che lenisce la povertà delle cose, le tramuta in ricchezza gialla e pura.
Ma quale vantaggio avrebbe a usarla per tutti?
Ci sarebbe inflazione, troppa ricchezza – quella gialla potenza perderebbe valore…
Ci pensa… “È opportuno che la povertà rimanga tale, la mia fortuna sarà segreta e magica.
Io e Re Mida, una coppia vincente” – così pensava, sfacciato.
Id: 411 Data: 19/04/2008
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Re Mida
Re Mida
Indossava guanti di velluto perché il suo tocco avrebbe modificato la sostanza delle cose.
Questo andava dicendo a coloro che sedevano tronfi alla sua corte ma egli non si accorse che un servo ingrato lo spiava dalla toppa della chiave e vedeva tutto ciò che in privato a mani nude andava toccando, la materia rimaneva legno, ceramica, acciaio ovunque toccasse niente tramutava.
Ma nessuno lo seppe mai perché certo non conveniva al servo ingrato rivelare il vero, a quale trono si sarebbe prostrato? E soprattutto, chi l'avrebbe creduto?
Si dice però che presso uno stagno alcune canne col vento sussurrassero: “Re Mida ha le orecchie d'asino...”
Finanche Litierse e Ancuro si vergognavano.
Id: 408 Data: 18/04/2008
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Il sospiro
Siamo qui, Gesù davanti al tuo cuore – impotenti nella morte – davanti ad una bara – con un mesto sorriso verso chi ci ama.
Le strade si fermano – incuriositi passanti si raccolgono – e anch’io che della morte so nulla –
ma in quel breve momento – sull’orlo del precipizio – ci guardiamo negli occhi gustando quieto piacere nel vedere ancora viventi –
con un sospiro si rimanda a tempo remoto quel salto, quel volo quel nulla.
Id: 367 Data: 28/03/2008
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Il pètto »
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Lo Scimpanzé buffone
Lo Scimpanzé buffone ride e scherza e del mondo se ne infischia.
Sul cavallo, come cavaliere, sguaina banane e lancia bucce (la polpa se la inghiotte).
Parla di libertà e giustizia ma le banane a chi è affamato non le dà. Con la burla e con la beffa mescola la verità alla menzogna dei suoi giochi.
Cerca un vasto consenso, per questo finge in ogni modo, mostra le facce più bizzarre e propone i suoi amici scimpanzé, anch’essi ricchi di banane – per scherno li addita come esempio di condotta integra ai leoni che procedono silenziosi tra gli stenti in attesa di un tempo propizio: smetta il gioco scenda da quell’albero e venga al confronto ché dei suoi schiamazzi ormai siamo stanchi.
Id: 312 Data: 15/03/2008
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Per Chiara
Una luce s'espande dall'azzurro del Cielo è Madre dolcissima ne abbraccia la vita
giungono echi di gioia e risa.
Id: 309 Data: 14/03/2008
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Creo stelle
Stella che rovini sulla Terra stella cadente – meteora infuocata.
Stella bruna – pianeta o stella dissestata?
Stelle vicine e lontane e molto lontane: Sole stella galassia di stelle ammassi e filari di galassie di stelle.
Bianca-azzurra, gialla-rossa stella.
Scendi stella, ora che è notte di stelle – appari stella – lattiginosa Via Lattea di stelle.
Nova stella e Supernova stella – non morire stella – Nana e bianca stella.
Black-Hole stella – confine di eventi e raggi potenti d’invisibili stelle.
Coronata di pianeti stella incastonata di comete – mia stella stella mia che segui il mio cammino e doni fortuna di stelle.
Sogni garbati che scendete in polvere di stelle – stelle che non sono scienza ma poesia – mia teoria libera di dire ciò che non siete.
Creo stelle e le creo alte potenti e belle.
Id: 260 Data: 22/02/2008
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Rottura
Un sole accecante ha spezzato le pietre della strada con parole aguzze e terrificanti.
Id: 215 Data: 17/02/2008
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Se tu fossi qui
Se tu fossi qui, metà dell'oro sarebbe tua
e nuvole lattescenti adagiate sulle cime di montagne rocciose
e un silenzio
sospeso dal sibilo del vento sulle ali dei falchi
punzecchiato dal ciangottare dei corvi.
Avvolti nella nebbia che sale, lenta e circospetta, ci sarebbe da ridefinire cos'è sogno e cos'è realtà.
E’ forse vero che un mistero universale è celato nel cuore dell'uomo? Sembra avvolto da una docile nebbia che lo rende invisibile, ma non muto – e anzi, urla.
E’ una verità mancata una necessità mai scalfita dalla sufficienza.
Se solo si potessero descrivere questi monti, con il bianco e con il verde – il cielo, con il solo azzurro – quest'amore che crede, con la sola speranza.
Questo cuore, che cuore non è senza amore, che cosa può contro la distanza?
Come raccontarti dei miei delitti? E dirti che nemmeno l’insetto viscido è uno sbaglio di natura? (misteriosamente voluto – me l’ha detto Antonio che vive la sua passione celatamente).
Un “perché?” assillante frammenta il sole in miriadi di stelle che accendono la notte. Stelle perpetue che non ne vogliono sapere di albe e tramonti.
Guardo il nostro destino, senza battere ciglio, indifferente alle altezze che ci separano –
da laggiù, lungo costa, non arrivano voci ma silenzi che sono miriadi di case e un mare che ha già la rotta verso te.
In questo silenzio luminoso che sparge d’azzurro la notte rimango in vigile attesa, preparo il Bambino al dovuto ristoro.
Una luce fioca dardeggia dalla finestra ricamata da una tenda all’odore di marsilia – allontano tutti i pensieri che vennero in assedio dopo l’inganno del primo.
2
Cerco nel cuore l’origine del celeste, di quella luce elevata dal basso sorta dal tramonto – per me che sono dell’Est e non dell’Ovest demente in mancanza di qualcosa sempre con il difetto sulle spalle la colpa miserabile che sogghigna nel ventre.
3
Un bagliore s’espande lento e circospetto, è la cometa trasparente che cerca il silenzio, la culla, le braccia per l’abbraccio il luogo per la nascita - Necessaria fu la partenza per il mirabile ritorno? Questa domanda accordo al silenzio acquattato tra i rami spogli, dentro casa seduto alla mia tavola.
La Salvezza ha voluto il Bambino e quello stesso silenzio luminoso che qui ora lo fa nascere, come allora, nel mio segreto amore.
Non oso ascoltare le molte voci narranti – spengo l’aggeggio e mi chiedo:
quale notizia è plausibile tra i pensieri di giornale?
Ho il cuore braccato da difettose passioni e vaghe forme politiche.
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Buon Dio (…?) casca il mondo – nel rimbombo s’ammacca e si scrosta si perde per vuoti e chimere blasfemo e demente gioca, felino con artigli d’oro e cristallo.
3
Cammino di tre passi in tre passi sperando che non frani la via non si tagli quella gola non si uccida per quella palla rimanga quel freddo d’inverno (quel caldo d’estate) e quel sorriso sul volto bambino.
4
Aiutanti – angeli del Dio che conosco uomini e donne del mio cielo quello spensierato e bello che la vita mi ha dato date la mano alla mia mano il sorriso al mio sorriso un grazie al mio grazie – mai si sa da dove arrivi l’aiuto e chi ne sia l’angelo.