MEZZAVIA
Chiuse
le finestre affacciate sul nulla
attendono un giorno che non viene
appagato nel sereno canto silenzioso
da una voce inaudita
che talvolta ha parlato
nel disastro dello strazio
o nella risacca lenta
prima che il manto scuro della marea
la sommergesse,
muta.
Sono imposte di una casa senza porte;
solo una ferita, al varco
da ricucire proprio passandoci in mezzo
per spalancare finalmente insieme
gli altri ingressi
sbarrati di nascosto
in tutta fretta.
Poi, al crocevia,
con mezza stagione andata
e l’altra da venire,
un’ampia strada improvvisa
si allarga proprio lì davanti
come una sinfonia solenne e cadenzata
scandisce i passi:
porta ad una serra
dove si coltiva il sole
e s’impara da ogni fiore
a bere la vita che esplode.
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