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TRECCIA DELLE STAGIONI

di Paolo Ottaviani
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Pubblicato il 04/04/2011 10:32:39

Treccia delle stagioni

 

 

 

Voi che mi avete amato cercatemi d’inverno

accarezzando il muschio che dall’antro più interno

 d’un rude o levigato tronco odora: quel muschio

verdegiada screziato, morbido e vellutato

 

che non si può strappare dalla terra a Natale

per un caldo presepe…da un remoto crinale

io lo volli estirpare…sento ancora la siepe

e la terra che geme! Ma in quel tempo ero un seme

 

o forse un lichene:

non v’era Natale

nel Paleocene

solo il musicale

 

canto d’ogni elemento. Cercate a primavera,

tra la polvere gialla dei fiori e la ciarliera

negligenza del vento, l’acqua pura che balla

nelle piogge d’aprile, nel riflesso gentile

 

di un rapido bagliore: quell’acqua e quella luce,

quel polline sarò. Quando il vento riduce

la gloria del calore dell’estate sarò

in quell’aria che odora forse già d’autunno: ora

 

e sempre cercate

la terra, quei sassi

sotto le brinate,

uno di quei sassi.

 

 



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