I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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TU#cherchezlafemme
E vennero gli ulivi a visitarmi e Tu stavi lontano, sull'immenso abisso della luce.
Id: 49661 Data: 11/07/2018 10:25:31
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Cantate la parola
“CANTATE LA PAROLA” (Al M° Fabio Ciofini)
“Cantate la parola” e con la mano accarezzi in segreto un turbinio di note che, danzando da lontano,
scendono nel tuo cuore dal brillio delle Grotte di Ghiaccio o da altre cime intorno a Salisburgo: zampillio
che vagheggia la gioia del sublime sulla tastiera di un bimbo chiamato Amadeus. Nei vicoli le prime
dolci eufonie dal cielo stellato sigillate per anni nelle mani amorevoli di un fiammingo di Thorn, Guglielmo Ermanni¹. Sui colli in Collescipoli incantevoli il Maestro organaro con nobiltà veggente il suo più raro, ineffabile dono lasciò nel vento e il suono angelico per secoli in oblio è ora nelle tue mani in nuovo avvio. ¹Italianizzazione di Willem Hermans (Thorn, 1601- Roma, 1683), Maestro organaro, da cui prende il nome l’omonima Accademia.
Nota metrico-rimica
'Cantate la parola' fa parte di un gruppo di poesie ancora inedite che vanno sotto il nome di 'cometa'. Con questo appellativo ho voluto indicare una composizione poetica a forma chiusa di 20 versi, composta da tre terzine e da una stanza di cinque settenari e sei endecasillabi. I primi dieci versi ripetono il modello dantesco delle rime incatenate. Poi però, dall’undicesimo al ventesimo verso, gli endecasillabi si alternano e si intrecciano con i settenari, rispettando il seguente schema metrico-rimico secondo il quale le prime ricorrenze di e, f, g e le entrambe di h sono sempre versi settenari e tutti gli altri sempre endecasillabi: a-b-a // b-c-b // c-d-c // d-e-f-e-f-g-g-h-h-i-i.
Id: 38396 Data: 25/06/2016 10:00:17
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Treccia delle betulle in fiore #poesiapoeti
Treccia delle betulle in fiore #poesiapoeti Dormono calde nuvole nei boschi di betulle dove il cielo s’impiglia tra i pini e le fanciulle, liete come le nuvole, vanno nella fanghiglia: il sole silenzioso guarda calmo e festoso. Sembrano volar via su pattini d’argento leggere e variopinte bambine controvento: è l’acre profezia delle braci indistinte, accese nell’assenzio, poi spente nel silenzio. S’accorda alla terra come inquieto velo il cielo, poi sferra sulla terra il gelo. La foresta dispiega la potenza del verde, una luce s’incarna tra umidi rami, perde forza il vento. Si piega sulla rossiccia marna un giovane alberello. Vola raso un uccello… poi s’alza e sfiora il bianco delle betulle in fiore: è il cerchio che ripete la gioia del colore. Com’è ferita al fianco la grazia dell’abete! Un umile lacerto sanguina a cielo aperto. La linea bella del bosco e del mare con viva favella muove a poetare.
Id: 24926 Data: 21/03/2014 09:29:59
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Trihaiku del naufrago
Trihaiku del naufrago
(Per i morti di Lampedusa)
La terra è là.
La colomba è tornata
sola, a morire.
Chi urla, chi spinge.
Cado con altri in acqua
senza più forze.
Un’onda, un’altra.
Oh com’è buio il mare
chiuso sul cuore.
Id: 22975 Data: 03/11/2013 15:09:58
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In una scuola di lingua straniera
IN UNA SCUOLA DI LINGUA STRANIERA In una scuola di lingua straniera più di cento ragazzi intervistati sul perché studiassero fino a sera tarda e di che fossero interessati hanno risposto che no, non per quella lingua un po’ americana dei mercati (ai quali più nessuno si ribella) ma per un gioco - se vai dall’Italia più lontano che puoi, prendi una stella! - Ho forse pianto. (Ma non per l’Italia).
Id: 20619 Data: 21/05/2013 16:01:45
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Aprendo la finestra stamattina
APRENDO LA FINESTRA STAMATTINA
Aprendo la finestra stamattina
ho visto che pioveva, il cassettone
vomitava rifiuti e una bambina
rovistava con sciolta precisione
tra i sacchi luccicanti, poi s’è aperto
uno squarcio di sole - reazione
fulminea - il piazzale ora è deserto.
Un merlo urbano saltella felice
e un passante borbotta il suo sconcerto
- tutto per terra, che schifezza! - dice.
Id: 19884 Data: 05/04/2013 12:44:53
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Mio padre dipingeva una montagna
MIO PADRE DIPINGEVA UNA MONTAGNA
Mio padre dipingeva una montagna
e faggi e mulattiere dalla tela
gemmano ancora, la neve accompagna
una bianca memoria che tutela
la terra e i boschi dell’immaginare
come linea ignota e parallela
corre dalla tempesta al limitare
del cuore dove nasce lo scompiglio
che dura dentro i sogni, in quell’amare
confuso tra la neve, il padre, il figlio.
Id: 19844 Data: 02/04/2013 10:27:39
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Le tre tartarughe
LE TRE TARTARUGHE
Tre tartarughe sognano gli stessi
ventosi bagnasciuga dove varia
batte e rientra l’onda e brevi amplessi
offre alla terra. Qui più necessaria
si fa l’essenza occulta della quiete
e corre un balenio, va nell’aria
in fragile evidenza. È la sete
d’amore prima del buio, del vuoto
immenso. Le tre testuggini inquiete
sognano un lido ventoso ed immoto.
Id: 19426 Data: 03/03/2013 22:28:55
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Le parole e la serpe
LE PAROLE E LA SERPE
(Modulando
Versi tolti al futuro
di Elio Pecora)
(…suo arbritatu mundum effinxere
[dipinsero il mondo secondo la loro
arbitraria immaginazione]
Bernardino Telesio,
De rerum natura juxta propria principia)
Se mai ci fu un inizio
fu di fuoco e fanghiglia
e di là pietre, rami,
pesci, serpi e l’umana
carne esaltata e torta
nel pianto autocosciente
di immaginaria morte.
Ma la foglia e la serpe
in un soffio appagato
s’accartocciano ignare
senza morte o lamento.
Pronta ad alimentare
un altro fuoco e un altro
vento è questa mia carne
che si muta in parola
mai ricolma di luce?
Id: 18393 Data: 01/01/2013 18:46:25
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Zampogne e madrigali
ZAMPOGNE E MADRIGALI
Come da un laborioso
formicaio stanotte
ho visto germogliare silenzioso
un albero possente e bimbi a frotte
dal buio del mio cuore
correre nella grazia dell’amore.
Zampogne e madrigali
dai vecchi cascinali
risuonano nel sogno e in ogni strada
il sangue - è Natale - si fa rugiada.
Id: 18153 Data: 17/12/2012 09:54:24
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Alla porta di casa
ALLA PORTA DI CASA
Due sconosciuti bussano
alla porta di casa
(sto aspettando - è un sogno? - una madre). Bussano
con violenza e ogni stanza è invasa
dal vuoto, dai mantelli
neri che occultano lunghi coltelli.
Non vedo i loro volti
e quegli occhi insepolti
restano muti. Con pari violenza
allontano la mia chiaroveggenza.
Id: 17728 Data: 22/11/2012 22:03:23
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Uno dentro uno fuori!
UNO DENTRO UNO FUORI!
“l’ammasso degli innocenti
è il profilo dell’era”
(Eugenio De Signoribus,
Trinità dell’esodo)
Uno dentro uno fuori!
È una semplice legge
dell’economia. Lavoratori,
sceglietelo voi un compagno nel gregge,
scegliete in libertà
chi dovrà morire. Ma chi verrà
- controllate ben bene
anche il cuore anche il rene -
da noi assunto c’è l’Amministratore
che lo decide, a suo libero umore.
Id: 17615 Data: 17/11/2012 16:00:06
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Trihaiku del pesce rosso
Trihaiku del pesce rosso (Su una poesia di Roberto Maggiani accogliendo un invito di Annamaria Ferramosca ) In una vasca sotto pini e cipressi c’è un pesce rosso. Questa mattina è giunta dai deserti pioggia rossastra. L’acqua è più torbida nel tondo della vasca. E il pesce rosso?
Id: 15581 Data: 11/07/2012 09:21:52
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Per Melissa Bassi, 19 maggio 2012
Per Melissa Bassi, 19 maggio 2012 Hanno avuto paura di un sorriso innocente hanno avuto paura della tua allegria hanno avuto paura del tuo onesto candore hanno avuto paura dei tuoi sedici anni hanno avuto paura dei tuoi sogni futuri hanno avuto paura dei tuoi passi leggeri hanno avuto paura della tua scuola pubblica hanno avuto paura delle tue compagne hanno avuto paura dei tuoi insegnanti hanno avuto paura della tua libertà hanno avuto paura. Ma tu non perdonarci no, non perdonarci mai dolce, cara Melissa! E ogni giorno ci sbranino il cuore per averti così poco protetto. E ogni giorno un tormento e una pena d’inferno fin quando non avremo estirpato l’orribile vile pianta mafiosa. E tu non perdonarci no, non perdonarci mai dolce, cara Melissa! Ma, ti prego, sorridi ancora, ancora, ti prego, sorridi. Paolo Ottaviani
Id: 14769 Data: 20/05/2012 10:24:29
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La fonte inconcepibile
La fonte inconcepibile
Il tuo seno è in quell’ombra
che accompagna la veste composta nella luce recisa da tempeste mai del tutto in penombra placate: nella luce è il tuo seno stellare, dopo il cielo, oltre il mare. Quando guardo la curva celeste e l’infinita perdita della luce che lenta tra le dita e il respiro s’incurva, su quell’ombra traluce ancora in lontananza l’anima mia che danza. Chi scioglie le trecce là nella penombra? Chi con boscherecce insidie nell’ombra si nasconde? È Amore dunque l’ultima luce? La fonte inconcepibile che dal nulla conduce il sole su ogni fiore è l’ombra irraggiungibile della tua identità, della mia cecità? Io più non vedo l’ombra, né sorgente né foce ma penso solamente: la luce è quella voce persa nella penombra quieta della tua mente. E sempre e sempre vaga dal cielo alla mia piaga. Il tuo seno è luce e la luce è voce che chiama e conduce in pace alla foce.
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Id: 14738 Data: 18/05/2012 12:35:50
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TRE HAIKU
TRE HAIKU Restiamo umani. Pietà e fratellanza tra angeli e belve. Dai morti schermi: “Chi va alla guerra sappia che là si muore.” Ma sulla viva terra vivo per sempre il dono resta.
Id: 8162 Data: 20/04/2011 09:49:34
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TRECCIA DELLE STAGIONI
Treccia delle stagioni Voi che mi avete amato cercatemi d’inverno accarezzando il muschio che dall’antro più interno d’un rude o levigato tronco odora: quel muschio verdegiada screziato, morbido e vellutato che non si può strappare dalla terra a Natale per un caldo presepe…da un remoto crinale io lo volli estirpare…sento ancora la siepe e la terra che geme! Ma in quel tempo ero un seme o forse un lichene: non v’era Natale nel Paleocene solo il musicale canto d’ogni elemento. Cercate a primavera, tra la polvere gialla dei fiori e la ciarliera negligenza del vento, l’acqua pura che balla nelle piogge d’aprile, nel riflesso gentile di un rapido bagliore: quell’acqua e quella luce, quel polline sarò. Quando il vento riduce la gloria del calore dell’estate sarò in quell’aria che odora forse già d’autunno: ora e sempre cercate la terra, quei sassi sotto le brinate, uno di quei sassi.
Id: 7933 Data: 04/04/2011 10:32:39
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DESIDERI
DESIDERI Rosso bambino o grigio saggio labbra dischiuse sempre alla sete.
Id: 7541 Data: 08/03/2011 14:56:35
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APOLLINAIRE
APOLLINAIRE Libri a metà prezzo sul bancone e sole di novembre sull’asfalto. L’autunno è morto, devi ricordare. Non ci vedremo più su questa terra. Pagina senza libro invoca pioggia come foglia che si macera lenta per tornare di nuovo terra viva.
Id: 7472 Data: 04/03/2011 15:35:08
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CLEOFE
CLEOFE…
Dentro questo Natale, se Natale…Natale fosse Natale il giorno di Natale e la sera… …già respiro la nebbia… della vigilia di Natale, …e sfioro questa gonna, calda alle mie mani come cenere azzurra, come gli occhi mai spenti, dolcemente incavati, mai visti sulla terra né in cielo… forse in mare solo i gabbiani a sera… un rapido riflesso di quel viola acceso…
Ma tu, semplice grazia, naturale prodigio, tu, che nessuno al mondo mai ha saputo da dove e perché eri venuta su questa terra magra, in questo chiuso cerchio di boschi e vette spoglie, tra le ciarle dei sassi che raccontano una gloria lontanissima nei sogni che ci giungono dalla Grecia, dall’Asia, in quel dolce mistero del tuo nome… Clèofe… Tu dentro questo nostro Natale…se Natale, Natale…
Id: 7333 Data: 22/02/2011 15:27:12
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GABBIANO
GABBIANO Se questo mare azzurro fosse una tela colorata ecco staccarsi in volo dallo scoglio il mio gabbiano indi posarsi calmo sull’acqua ignaro del tempo che devasta dell’universo la tela sconfinata.
Id: 7288 Data: 19/02/2011 13:29:29
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SIBILLE
SIBILLE Dormono sassi rossi le cime sibilline occhi e rocce a nord-ovest volto sfingeo lo squarcio non mira verso il mare né il fresco chiaro d’acque e d’ombre tenebroso dentro la forra infernale.
Bruciano sassi rossi i desideri nella luce serpentina per vette che muove il nostro sangue oscuro d'erba e di laghi lucenti defilati destini sulle schiene all’orizzonte oltre la fatica e il sole.
Id: 7197 Data: 14/02/2011 15:56:50
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LA LEPRE
LA LEPRE Saltando tra le ruote in corsa è salva la lepre che già fugge col tuo grido di ghiaccio alla campagna, nella sera.
In controcanto canti: “Ho visto di rosso vestita in strada ghignare la morte: s’è sciolta in mano la neve, è vano sogno l’amore, a tutti è comune una sorte”.
Non ti ascolto e per i campi seguo e calco il grido metamorfosato nella terra.
In controcanto canto: “Ho visto una timida lepre in strada beffare la morte: sulla mia mano scende la neve, è vano sogno vedere che a tutti è comune una sorte”.
E solo per i campi vago nel lieto divenire della sera. …Chissà se mi guarda la lepre?
Id: 7128 Data: 10/02/2011 10:34:54
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POETI E PAROLE
POETI E PAROLE “La parola è il cenno e il suono del silenzio” (M. Heidegger, L’essenza della filosofia) Quel canto in silenzio raccolto sulla curva estrema del mondo, ricordi lontane viole, chiuse nel vento?
Il suono si smorza nei vuoti e la luce col buio s’intreccia. Nei piovaschi ricordi quei volti?
Ci sono soltanto case e silenzi sul limitare dell’acqua del mare, le reti sfuggenti all’azzurro, ricordi?
La sera è gonfia di sale e il mare s’inarca alle stelle. Ricordi le luci fioche sui monti?
Si dicono erranti parole sulla porta socchiusa dell’eco, non vedi quei muri a difesa così grigi, così sordi?
Difendono parole perdute o non dette da umani poeti in ricerca. Nella nebbia non vedi sembianze?
Aurighi sfrenati nel cielo volano al di là delle mura. Spiragli nuovi di luce di lontano non vedi?
L’acqua col fuoco si perde e il vento roccia diviene: questo nostro dolce vento dell’anima. Vedi, ricorda: il vento e la roccia, non altro è poesia.
Id: 7072 Data: 06/02/2011 16:05:53
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INCANTAMENTO
INCANTAMENTO Sandro e Pier Paolo per incantamento vorrei sentire in barca ragionare ed io cheto alla barra scrutare il mare.
Id: 7039 Data: 04/02/2011 13:05:08
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WALTER, GIOVANNA...
WALTER, GIOVANNA... Giovanna, Walter... ascoltate il suono che dentro i vostri nomi si ripete e sempre in quarta sillaba risuona: Walter, Giovanna... come un lento andare, un’affondare il passo nella neve, van... val... variar di nuvole nel cielo, un batter d’ali che rimane aperto, val... van...un vento calmo che ritorna, a prendersi, a donare ogni dolore, un sogno che si schiude dentro un sogno...
Id: 6988 Data: 31/01/2011 16:44:46
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GLI SPARTITI DI PIERO
GLI SPARTITI DI PIERO (In memoria)
“C’è scritto, basta leggere”. E dal foglio tormentato di chiose - a Montedoro è già scesa la sera, (ci ha sorpreso come ogni sera) - quel “vento di rabbia” si alza e si placa tra le tue mani e la chitarra, laggiù “In Palestina”. Chissà quale mistero mi portò dentro la tua leggerezza antica, in quel confuso fiume di parole senza miraggio di foce nel mare… …già eri nel mare e nel vento a seguire quelle faibles nuances della voce: “ascolta com’è puro questo suono!” quasi gridavi da quell’altra stanza nel tuo eterno vagare plongé sempre un poco al di là dell’immediato contatto, quasi fossi sollevato da terra, come smarrito in quel cielo che ti sfiorava la fronte e brillava negli occhi, non scendeva mai la sera sul tuo volto chiaro, ti prendeva alle spalle, infedele come un gatto, ma non portavi rancore alla sera, alla vita che fugge, a tutto ciò che finisce, ingannavi il tuo tempo perché già eri oltre il tempo, già sapevi che non c’è morte, ma gioia nel vento.
Id: 6921 Data: 28/01/2011 10:43:46
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PIAZZA IV NOVEMBRE
PIAZZA IV NOVEMBRE Sulla piazza pulita dal vento sosti all’incanto di una vetrina. La gente passa leggera: è trasparente la tua acerba felicità e ciò basta a non parlare. Una nuvola nera di piccioni va rumorosa alla profenda e fermo risali dall’inquieta tua voragine di dubbi. Cammini leggero tra la gente sulla piazza pulita dal vento.
Id: 6854 Data: 23/01/2011 21:45:19
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SONNO
SONNO Sonno. Libero e luminoso. Insieme fondi vita morte e amore. Inaccessibile sovrano sei forse tu il tenebroso padre della luce e del colore?
Id: 6790 Data: 21/01/2011 11:04:20
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Barriera
Barriera (A mio figlio Bruno) Oltre l’informe barriera del cemento guarda come s’alza all'orizzonte la collina e come il cielo s’incurva alle sue pieghe adagiato nell’amplesso, proteso all’amore. Nel cemento - lo sai - c'è la storia degli uomini e non si può cancellare. Ma non senti che nel bacio del cielo alla terra più puro diventa l’azzurro e forse più bello il nostro domani?
Id: 6726 Data: 17/01/2011 15:43:58
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Stambecchi
STAMBECCHI
La schiena più lieve la fronte più curiosa. Due volte son fuggito nel giorno di sole annuvolato.
Torna il dolce tempo del silenzio solitario.
Il cuore già sulla montagna saltano gli stambecchi tra le pietre festosi nell’acqua sorgiva calpestano le parole lucenti del mio canto.
Id: 6682 Data: 14/01/2011 09:08:32
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Senza una rosa
SENZA UNA ROSA
Conquistare un'eternità dissonante non è possibile se veniamo uniti dal buio e dalla luce senza più tempo senza una rosa. Non resta che l'umana pietà e la paura se veniamo divisi dal tempo di un fiore e le nostre parole fanno storia soltanto. Dispersa la corolla intuire che non siamo se non polverosa ventura di polline musicali forse, ma invano.
Id: 6674 Data: 13/01/2011 09:15:45
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Balestrucci, Lavatoio
BALESTRUCCI
Toccano le foglie e la memoria azzurra dell'ellissi planano sugli ossidi tra cimase sgretolate i balestrucci inquieti sulla smarrita via. Non chiedono che il nido sfidi l'eterno. E’ l'uggia passeggera dello stentato volo la tegola divelta i platani bruciati del viale il crollo subitaneo di quest'ora a ridere sui tetti tra le antenne.
LAVATOIO
Fresca verginità dell’acqua sotto archi puri di un lavatoio antico: inquieta cenere la memoria di lavandaie ciarliere di me silenzioso fanciullo e luce e vento e monti e cielo ansiosi ancora.
Id: 6609 Data: 07/01/2011 23:14:58
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Mattino, Un dio
MATTINO
Un mattino celeste pallidamente s’annega in verdi profili. Tutto è fermo. Odo il mio cuore padrone inutile del mondo.
UN DIO
Non io ma un dio talvolta produce il verso misterioso e nell’oceano che s’apre tra una parola e un silenzio festoso navigo e attento.
Id: 6592 Data: 07/01/2011 00:41:10
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Apocope, Pastello
APOCOPE
Alla memoria di mio padre che la poesia amò e silenziosamente mi fece amare Esile azzurro di settembre dolci cosmogonie lungo i filari al chiurlo del falcetto si stroncava la gramigna infestante e le celesti meccaniche che ingenue senza gli dei ruotavano le stelle e la mia essenza. Esile azzurro dei tuoi occhi apocope del mondo la tua mano salda sul raspo e lieve alla secreta pruina segnalava già solitario il tuo destino e il grappolo dell’uva proponeva ad altri occhi - i miei - di svanire lenti, quasi cantando.
PASTELLO
Funghi sulla collina, aria che zampilla e irride la maestà di querce secolari. Allegro il mondo. La pecora china al suo pasto d’erba e di saggezza: bianca sul verde.
Id: 6582 Data: 06/01/2011 14:07:58
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Gli ulivi e la cenere, E questi ulivi storditi, E vennero...
GLI ULIVI E LA CENERE
Cenere tra gli ulivi lungo grigi pendii, tra le pietre incrinate della via.
Il filo della vite alla grondaia rotta sale, tremando per il tuono di un motociclista.
Vengono e vanno sui selciati sconnessi gli studenti.
La storia è vento, ventura per la via.
Cenere tra gli ulivi d’argento sui pendii
E QUESTI ULIVI STORDITI D'AZZURRO
…Più nulla se non tempo uniforme e ridente se non tempo disperso nel vento.
E questa foglia spezzata tra denti e questo freddo che brucia il mattino e questi ulivi storditi d’azzurro.
E VENNERO GLI ULIVI A VISITARMI
Vengo da terre lontane, posso soltanto donare silenzi infiniti… Se tu sarai schiva forse anche un fiore.
E vennero gli ulivi a visitarmi e il primo freddo d’autunno nei vicoli sacri di Perugia l’odore antico dei camini
e tu stavi lontano tra legna casalinga e fango delle scarpe sull’orlo infinito della luce.
Id: 6471 Data: 28/12/2010 16:06:15
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Treccia del sogno di una fiamma buona...
Treccia del sogno di una fiamma buona (o del morire degli emigranti) Le furie della notte senza luna, le grida soffocate nel gelo della sabbia, la sfida del sangue nelle grotte della fame. E’ un cielo implacabile: incombe sopra le dune, tombe spalancate alle stelle sulla rena rovente. E la frusta del vento sul sudore splendente dei corpi e della pelle. Là il mare e l’avvento d’un luccichio di morte da carcasse contorte. Bianca all’orizzonte l’Italia, la terra dei morti. Un Caronte del mare ci serra o spalanca la via. Flette una palma. Sete, lama che acceca e taglia con furor di machete. Siamo lugubre scia. Davanti la muraglia schiumosa del mare. Ma il velato sognare di una fiamma fraterna, di un umano tepore, fa in lontananza bianca la terra dell’amore. Da un’eco di caverna lenta una voce sbianca sui nostri occhi accesi, dagli ulivi protesi sul nostro morire una fiamma buona nel calmo svanire crepita e risuona.
Id: 5988 Data: 12/11/2010 10:58:02
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