Il disegno che raffigura Marcel Proust sulla copertina della rivista è di Lisa Merletti
Editoriale della rivista
Perché la scelta di raccogliere, in formato eBook, alcuni tra i testi pubblicati on line su LaRecherche.it negli anni che vanno dalla sua fondazione, dicembre 2007, alla fine, più o meno, del 2013?
È presto detto, la scelta è dettata dalla volontà di ripresentare, all’attenzione dei lettori, i testi e il loro valore, per quanto non assoluto, per contrastare la corrosione della dimenticanza, favorita dallo stesso “marchingegno” internet in cui i testi navigano come su una zattera. La Rete, anche a causa della spiccata tendenza dei navigatori ad utilizzarla in modo autoreferenziale, è un tritatutto che pian piano fa poltiglia di ogni proposta, omogeneizzando, nel suo abisso multimediale, idee, forme e contenuti. Ma è indubbio che Internet abbia la grande potenzialità di donare visibilità a chiunque, è un piano zero da cui chicchessia può innescare un processo di crescita, talvolta anche esponenziale, nelle proprie attività e proposte. Ciò è potenzialmente possibile, ma non è detto che avvenga, infatti, da soli, in internet, è molto difficile prendere forza e crescere, ci vuole una comunità che sostenga una data proposta, la accolga e la amplifichi, rendendola visibile; insomma, ci vuole una comunità che faccia da serra, attuando un luogo in cui crescere sani e robusti capaci di reggere il vento della dimenticanza. Una tale comunità ha anche la forza di stabilire una oggettività, parola che, di questi tempi, equivale a salvezza dall’estremamente labile e inquietante soggettivismo che rende ogni proposta una melassa insapore. Troppi sono coloro che proponendosi si dispongono all’inizio e alla fine di un percorso, unici corridori in piste create ad hoc, mistificatori autoreferenziali, sospesi nelle nefaste logiche dell’arrivismo (arrivare dove?).
Eccoci dunque a offrire i frutti di un nostro raccolto, i virgulti, le pianticelle, gli alberi, che immaginar si voglia, coltivati nella nostra comunità, una tra le comunità virtuali che, a ragion veduta, possiamo anche serenamente chiamare reale, si tratta dei frutti di ciò che è stato a suo tempo seminato.
I testi pubblicati hanno un valore? Letterario? Civile? Sociale? Sicuramente umano. Ma che cosa intendiamo qui per valore dei testi? Tale affermazione è da valutare in relazione allo scopo specifico de LaRecherche.it, esso campeggia fin dai nostri inizi nella pagina “Chi siamo”: Questo è, prima di tutto, un luogo di partenza, di aiuto reciproco, di lavoro comune e di confronto sulla scrittura: da qui si parte, non si arriva; o meglio, qui si arriva soli per partire insieme...
Dunque, il valore di un testo è, in questo contesto, essenzialmente in relazione a ciò che l’autore ha saputo mostrare di sé nel gioco della scrittura, in relazione alla propria maturazione in quanto scrittore.
Forse alcuni testi non saranno eccelsi, ma in ogni caso fanno parte di un percorso, e questo è il loro valore, essi sono situati su un sentiero che sale verso il Parnaso, si può dire? Ma sì, diciamolo con serenità, parliamo pure di un luogo della poesia, dove alberga e sorseggia la sua meritata eternità, lì sì che vorremmo arrivare. Tuttavia l’albergo della poesia è lo stesso dell’arte, ed esse si sovrappongono dando vita alle molteplici espressioni della creatività umana, e anche in questo luogo, chiamato LaRecherche.it, vorremmo accogliere, come la stalla di Betlemme, le luminose manifestazioni del rapporto dell’umano con l’assoluto mistero che ancora, per fortuna, ci sovrasta.
Personalmente cerco di tenere bene a mente quanto dice la mia amata Sophia de Mello in una sua poesia: Ebbene, bisogna sapere che la parola è sacra / Che da lontano molto lontano un popolo la portò / E in essa pose la sua anima fiduciosa. E noi vogliamo riconoscere nelle parole quest’anima, perché crediamo che le nostre origini stiano nelle nostre parole, ed ogni parola non accolta o disgregata nel capitalismo di parole del demagogo, sia un delitto contro il popolo e la sua anima fiduciosa (è un pensiero che fu caro alla poetessa, espresso nella sua poesia Con furia e rabbia).
Collegandomi a un concetto utilizzato per esprimere la bellezza dell’opera proustiana, dico che la raccolta di testi qui proposta è una piccola cattedrale – oh, che presunzione –, una architettura di vite e di idee che si solleva nello scorrere del tempo che ci è dato, fatto di presente e ricordo, ma anche di futuro, di denuncia di ciò che ne insidia le fondamenta, e cioè il tentativo continuo di uniformare tutto al solo interesse economico; noi lottiamo, contro questa e altre nefaste ideologie, contro la monetizzazione di ogni cosa, del sapere, delle competenze, noi siamo il popolo del gratuito. Si tratta di centinaia di autori, una parva acies che resiste nell’impero dell’economia letteraria in cui poche voci si rimbalzano l’un l’altra glorie e profitti.
Ma, ahimè, la nostra piccola schiera di autori è ben più ampia di coloro che abbiamo mandato al fronte per mezzo di questa rivista, nella quale non siamo riusciti a inserire tutti gli autori, dunque è una raccolta per forza di cose parziale e non rende pienamente l’idea del lavoro, dello sforzo e della ricchezza di un luogo, di una comunità o di un singolo. Nessuna esclusione è voluta, mi si creda; siamo andati a selezionare con libertà, senza timore di fare torto ad alcuno, perché di torti non ne vogliamo proprio fare; chi tra gli autori non si trovasse in questa selezione ci sarà nella prossima… forse, se sarà necessario, se il destino lo vorrà, non siamo abituati a fare calcoli, ci muoviamo con serena tranquillità, certi della comprensione di tutti. In ogni caso ci tengo a rimarcarlo: chi non è qui proposto non vuol dire che non abbia scritto testi di grande valore, semplicemente c’è da tenere conto che su LaRecherche.it sono pubblicati, a oggi, più di sedicimila poesie e più di cinquemila testi in prosa – date un’occhiata in fondo alla rivista, troverete interessanti statistiche –, qualcosa ci è sfuggito, lo sappiamo.
Concludo informando che questa rivista vorrebbe avere una cadenza annuale. Grazie e buona lettura.
Grazie e buona lettura: LaRivista LaRecherche.it n. 1/2013
R. M.