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Elegia in Greve in Chianti

di Marina Pacifici
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Pubblicato il 13/03/2011 18:56:59

Ricordi, Amore?
S’andava
mano nella mano
per le agresti contrade
di Greve in Chianti.

Era giorno di mercato
e la gioia come bimba felice
ci sorrideva lungo la roggia
dal ponte affollato.

Dolce
lo zefiro ci accarezzava.
Il cuore
nel ricordo indelebile si culla
ed indulge
nel grigiore di silenti ore.

Nel mattino lontano
i nostri baci emozionati
in cima ai verdi poggi,
all’ombra dell’antica quercia
m’illuminano della tua amorevole dolcezza
anche nel solitario oggi.

Noi
perduti
nel fugace paradiso d’un abbraccio
vegliati del leccio,
i nostri occhi a fondersi
increduli e d’emozione muti,
nell’angoscia dell’inesorabile perdersi.

Il mio sguardo
di primavera assiderata
colmo di lacrime
mentre incombeva
l’inevitabile commiato.

Ricordi?
Era giorno di mercato
e madama solitudine
incombeva in agguato.

Sogno dolcissimo
dileguavi
nella mia lacrima furtiva,
lenti e tristi i tuoi passi
nell’allontanarsi sul selciato.

Ricordi?
era giorno di mercato
e la tristezza ci attendeva
nel vicolo d’ombrosi rimpianti popolato.


Nella fragranza disperata
nell’ultimo bacio
per sempre
nel mio cuore t’avrei portato.

“Ti regalo
in mio ricordo
una viola del pensiero.
la mia voce lontana
illuminerà la tua solitudine
nel greve giorno mesto e sordo”.

Malinconico sorridesti
scuotendo mestamente la canuta testa:
“Amor mio,
il ricordo della perduta festa
rende la rimembranza ancor più amara….
La tua viola
morrebbe nella nostalgia di Te,
s’appassirebbe nella struggente lontananza….”.

Mi ritrovai sola
in lacrime d’infuocato rimpianto.
già t’eri allontanato
nella malinconia del crepuscolo
in assorto incanto.

Il nostro ultimo bacio
di lacrime d’addio profumato.

Nel cuore mio dolente
sboccia ogni febbraio
quella viola del pensiero,
che non t’ho donato.

E nel soave ricordo tuo
il mio cuore è lacerato.

Piango nel gelo siderale della solitudine
ora che siamo distanti
a ripensarti lontano.

Ti rivedo sul sentiero
allontanarti con passo fermo e dolente
accompagnato della sguardo mio,
mia cometa di malinconia rifulgente.

E volo da Te
ferita rondine nel fugace
tenero abbandono,

sul nostalgico sentiero
nel sospiro malinconico
del nostro Amore,
foglia d’acero rapita
nel disincantato vivere
dalla turbinosa roggia
di Greve in Chianti.

Marina Pacifici

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