Pubblicato il 12/03/2011 06:19:16
Nutriva d’evidenze l’infanzia che mai fu Il cielo troppo in alto marciva lontananze Bendando un po’ ogni giorno Lo stupore La sintesi del corpo Scriveva la fatica per orgoglio Svegliando a notte fonda La strage del pensiero Ristretto era il giudizio Vendemmia dentro al cuore Fra torti e fantasie Sul quadro della morte L’inganno incorniciava Lodava la speranza Il vuoto più sperduto Povere le stelle E i giorni da riempire Missione l’esistenza Divenne ponte al bivio Cercando di curare I limiti del bene Mia terra che non sai Offrendo lutti ai rami Perdona questa foglia che non può più oscillare Né sa seccare invano. Cancella le sembianze che ruppero la luce, Riportale al divino Come se le costole non fossero mai state. Denuda la parola Il luccichio del tempo e il suo massacro Di cenere e sudore
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