Pubblicato il 09/03/2013 17:50:57
Finalmente questa data ha preso un altro trend. Le mimose sono tornate un fiore gentile e cadùco che ci piace appuntare ogni tanto sul risvolto dei nostri tailleurs primaverili di femministe attempate, e i giovanotti che si spogliavano allegramente per far divertire gruppi di donne ghettizzate in locali severamente off limits ai maschi hanno preso altre strade. Gli anni ’80 sono finiti dentro fotografie ingiallite e i ’90 hanno ci hanno lasciato un’eredità oscura. Ora è tempo di soffermarsi meditatamente su una realtà che stentiamo ad accettare. Sentiamo che attorno si fa sempre più buio e dunque dobbiamo svegliarci dal torpore ed agire. La violenza è diventata pane quotidiano: violenza sulle donne, sui bambini, sui più deboli; violenza fisica e psicologica. Io sono una donna di “parole”, non ho altri strumenti che la mia voce di poeta, con questa parlo e cerco di farmi ascoltare. C’è stato un tempo in cui ho amato le barricate, le manifestazioni di protesta, i cori di “il corpo è mio e lo gestisco io”, e ancora oggi credo che le donne non abbiano quello che spetta loro. Hanno vissuto come “secondo sesso”, come costola strappata ad Adamo in quanto soprannumeraria; hanno cercato e voluto una parità che non si è ancora realizzata in pieno. Una parte del femminile ha usato la rivendicazione come una vendetta, un’altra parte ne ha fatto oggetto di esibizionismo. Non era questo che volevamo. Quello che si sperava realizzare era una posizione di dignità e di rispetto, era il desiderio di sentirsi parte attiva ed integrante del Mito Umano. A nome di tutte ringrazio le donne che hanno lottato per svolgere un ruolo importante al fine di raggiungere e assicurare a chi veniva dopo il diritto ad affermarsi come entità uguale nella differenza. Ma tanto ancora bisogna fare: le madri per insegnare ai figli; le mogli, le sorelle, le amiche, le colleghe di lavoro, per indicarsi a vicenda il percorso corretto per vincere sui soprusi e le vessazioni che purtroppo persistono. Benvenuto nuovo 8 marzo. Anna Maria
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