Sembra non ci sia vita, in te,
eppure la tua sabbia, calda di tramonti,
mi porta il suono delle risate in un caffè,
dei pomeriggi azzurri come il vento
e la lacrima di mille melodie trascendentali.
In te ha luogo l'antico combattimento
e la fanfara dei buffoni della mente
è nuda e il suo fracasso sanguinario assorda
i miei timpani stanchi come conchiglie vuote.
A volte sei una nenia, altre volte un prurito
sotto gli occhi secchi di pianto,
eppure lasciano orme i tuoi soli
come uccelli caduti dalla foresta delle immagini.
E se i tuoi scorpioni mi mordono i calcagni,
velenosi come le ombre che assediarono
la mia casa,
pure in te germoglia quella solitudine antica
che canta sulle ossa e mi fa dire
che, forse, non sono sola.
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