Dimmi chi sei,
tu che ancora mi rivolgi
l'occhio torvo dell'amore?
Angelo o demone,
t'infili ancora nel mio letto,
ruvido come il peccato
o come un cattivo talismano.
Hai gli occhi neri delle notti
senza luna
e parli il linguaggio di una
musica astrale,
che nessun compositore
ha catturato mai.
Perciò ti chiedo, chi sei?
Di quali inferni è lastricato
il tuo paradiso?
Mi pungi col fuso
della dimenticanza
affinchè tutto dimentichi,
tranne te,
e chiami senza voce
col tuo appello implacabile.
E il mio risponderti è lo stesso
mio temerti e ritrarmi, al tuo cospetto,
perchè tu irrompi nel sonno
come un uragano
e conosci la potenza segreta
e letale,
obolo di travagliate
e estatiche resurrezioni.
Ma sai regalare dolcezze
che conoscono solo gli angeli
e le tue vette sono disseminate
di conchiglie musicali.
Perciò,
chiunque tu sia,
porto al mio dito l'anello
che solo tu vedi,
perchè lo facesti di notte
con la pietra di ogni sole.
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