Pubblicato il 20/02/2011 03:42:48
Il pazzo conversava con grande disinvoltura sul fine ultimo del pensiero di Socrate, Platone e Aristotele. Tirava in alto un oggetto come compiendo un gesto di inaspettata prestidigitazione. E rimaneva in silenzio. - Questo è il sogno e l'incubo dei tre maggiori filosofi greci – annunciava. Era un I-pod. Era l'incubo di Socrate. Che il vecchio amasse un po' esagerare, lo avevo capito quando avevo letto che accettava la condanna della cicuta perché non era convinto che la morte fosse un male, ma solo un probabile sonno senza sogni. Addormentarsi un po' più tardi neppure sarebbe stato un male. Come pestare con la pianta di un piede l'I-pod invece di temerlo. Ma Socrate sapeva dare forza a degli argomenti davvero inutili. Era contento così. La donna seguiva il pazzo nella rilevazione degli aspetti filosofici della natura spirituale di Agostino d'Ippona. Continuava pesantemente a masturbare l'aria con la mano tutta inanellata e a conturbare un invisibile pene con la fellatica 'O' della parola 'tempo' utilizzata con grande eccesso. Signora. La filosofia è molto più semplice di quel che Socrate potesse temere e non temere e di quanto lei voglia oggi complicare. E viene fuori dalla naturale posizione che assumono i corpi in presupposta meditazione. La smetta di cercarlo con la mano e con la voluttuosa 'O' del tempo, lei ha la fica. Ecco lo spirito!
5 luglio 2010. Tempo invocato con inconsci intenti erotici.
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