Prima versione (breve)
Fu quando
una sferzata
di luce
illuminò il mondo
che risorsi.
Fu quando
il terremoto
e le guerre
scossero
l'intera terra
che vidi
ogni dolore.
Spalancai
lo sguardo
raggiante d'amore.
Schiusi le labbra
all'uomo.
Il mio sorriso
divenne
preghiera e canto.
Risorsi
e divenni conflitto
per il non credente.
Sicché
anch'io mi sparsi
come speranza
di esser creduto!
Seconda versione (estesa)
Fu quando un lampo squarciò l’orizzonte
che il mondo intero prese a respirare.
Risorsi allora, come fossi fonte
che sgorga chiara dopo tanto mare.
Fu quando il suolo ruppe le sue croste
e guerre cieche sparsero il terrore,
che vidi in faccia tutte le risposte,
sentii nel cuor tutto quel dolore.
Spalancai gli occhi, colmi di splendore,
con dentro un sole vivo di passione.
Le labbra mie si aprirono d’amore,
in dono all’uomo feci la visione.
Il mio sorriso, nato da quel pianto,
salì nel cielo come una canzone.
Risorsi e fui, per chi non crede, un vanto,
un vero scandalo e contraddizione.
Anch’io mi sparsi come luce attesa,
speranza in volo, sogno non finito,
voce che chiede solo d’esser presa,
nel dì creduto e forse già smarrito.
N.d.A.: Restauro di una poesia pubblicata il 24/06/2020 che propongo in veste nuova.
Serena Pasqua ai colleghi di penna e lettori del sito.
Buona rinascita a tutti.
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