Abbracciami amore
Abbracciami amore
ché le pieghe del tempo
stringono
l'aria si fa sempre più corta
e tutt' intorno
i mozziconi di sigarette
hanno le ceneri ormai fredde.
Abbracciami amore
quella piuma abbandonata
resta
tesimone di un viaggio
lontano
- non è il nostro -
noi esuli
andiamo sempre da un' altra parte
verso terre ignote
che mai sognammo.
Abbracciami amore
più forte che puoi
le nostre mani si conoscono
il nostro sangue scorre unito
la sua musica è antica.
Abbracciami amore
nella notte
sempre più scura
più forte che puoi.
Giulia Menolascina, "Società Editrice Il Ponte Vecchio
Pensieri al mare
Entrami
urlo di vitello sgozzato
appiccicati
nella mia bocca
asciutta analfabeta
che io sia quell’urlo
inondami il petto
e fanne ali
dammi anche
il riso sberleffo
di quel gabbiano
i suoi piedi leggeri
sull’acqua
prima di innalzarsi in volo.
Acqua
trova le tue sponde
in questo corpo
che non si sa
e vuole essere casa
e conosce lo stupore
della crisalide
del fiorire delle ali
del miracolo del volo.
Ventre
fatti serpente
tra le viscere della terra
nel suo umido buio
contempla il mistero
della morte del seme
– visione del frutto futuro –
Cielo prateria di nuvole
signori vento sole
luna e stelle
entrate in questo vaso
scoperchiatelo
che d’azzurro possa straripare.
Amen
Giulia Menolascina. “La luna d’argento nel mezzo”, Società editrice “Il Ponte Vecchio”
Sera d’ estate
Tremula mi immergo
nella sera
con passo felpato avanzo
e ad ogni passo
l’incanto si svela.
Dal fosso a sinistra
sale un gracidio di rane
a destra la gioiosa distesa
dei canti dei grilli
s’allarga nei campi
si spande su per i colli
s’innalza nel cielo
adesso di un blu più lucente
in attesa di stelle.
Il fresco umido ora dell’aria
riempie i polmoni
e bronchi e bronchioli
miei rami
si fanno muschiati.
In basso le lucciole
ave e avi guerrieri
spose bambine
s’accendono e si spengono
– piccoli fari nella notte mare –
appaiono e scompaiono
intermittenze pulsanti
polvere di stelle
danzante.
Fari in processione
m’immagino
per le schiere d’insetti
– e non solo –
invisibili ora
che tra piante fitte e grano
– grattacieli foreste per loro –
avanzano
trepidi impavidi
nella loro – forse unica –
festa d’estate.
Lenta la mia mano
s’avvicina a un albero
e lieve attraversa il velo.
Giulia Menolascina, “La luna d’argento nel mezzo” Società Editrice Il Ponte Vecchio
La luna d’argento nel mezzo
La luna d’argento nel mezzo
brilla
tra gli occhi – Ponti –
lacrime di pioggia
fiumi di sotto
svaniscono
– acqua vapore acqua luce –
– la luna d’argento nel mezzo –
Luce partenza – luce arrivo
Luce centro – luce di luna
– la luna d’argento nel mezzo –
Luce di luna
lingue di fuoco – uccello di fuoco
Luce di luna
lingue di fuoco – sbocciano in fiori
Luce di luna
lingue di fuoco – s’abbracciano sorelle
– steli d’erba con linfa di lucciole –
– la luna d’argento nel mezzo –
Luce di luna
sotto: acqua luce nero fuoco
Luce di luna
sopra: acqua luce fuoco linfa
– la luna d’argento nel mezzo –
Fuoco nero luce
dentro fuori
tutto
– la luna d’argento nel mezzo –
Giulia Menolascina, “La luna d’argento nel mezzo” Società Editrice Il Ponte Vecchio
MANIFESTO PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA PLANETARIA
(sulla Carta dei diritti fondamentali, Unione Europea, art.37)
OLTRE L’ ANTROPOCENE
essere innamorati follemente della natura
in ogni istante in ogni respiro
ricordarsi che noi siamo lei in lei
e che lei è noi in noi
ascoltarla amarla custodirla
per amarci ascoltarci custodirci gli uni con gli altri
prendersene cura in salute e malattia
in giovinezza e vecchiaia
terra mari cieli e tutte le creature
viventi in estinzione ed estinte
tutto l’animato e l’inanimato
parlare con alberi piante fiori uccelli insetti animali
che incontriamo e non incontriamo
che mangiamo (quelli ringraziarli) o non mangiamo,
con gli animali per vivisezioni ed esperimenti
chiedere a tutti loro cosa ne pensano
di questo e di tanto altro ancora
invitarli ai congressi di scienziati e ricercatori
e ai tavoli tecnico-politici sulle sorti loro
e del pianeta che è anche loro
avendo da troppo tempo smesso
questo dialogo fraterno e filiale
re-imparare la lingua madre direttamente in loco
fare scuola con boschi e foreste
farsi raccontare da loro
di disboscamenti e deforestazioni
e relative estinzioni di specie di
alberi piante animali insetti
e migrazioni di animali insetti virus e salti di specie
interpellare al riguardo
tutti gli altri animali coinvolti
fare scuola con i mari e
– vis a vis, sguazzandoci dentro –
capire cosa ne pensano delle isole di plastica
del rischio di estinzione di barriere coralline
balene e plancton e delle migliaia di altre creature
molte delle quali ancora senza nome
parlare con gli abissi profondi
e alle maree per ascoltare la luna
fare scuola con i vulcani
e nelle eruzioni e terremoti
riconoscere gli umori della Madre
il potere implacabile impeccabile
del suo cuore di fuoco
dialogare con i ghiacciai
– prima della loro estinzione totale – e
con le comunità di pinguini
a proposito – anche – degli articoli 23 e 24 della Carta dei
Diritti
fare all’inizio delle lezioni
l’appello per segnare sul registro “Terra”
gli assenti per malattia o decesso
catalogare le specie estinte
e organizzare per loro la Giornata della Memoria
piantare alberi per ogni albero sradicato
e lapidi per ogni specie estinta
imparare l’ascolto
come cuccioli
di lupi orsi visoni macachi
farfalle lucciole delfini foche api
stelle e spugne marine...
fare casa tana con loro
la tavola apparecchiata – Terra – è la stessa
firmato, a nome del Pianeta Terra, «Il Colibrì»
Il colibrì che, mentre tutti gli animali della foresta in preda all’incendio scappano, al leone che gli chiede cosa stesse facendo risponde: «Vado al lago a prendere l’acqua per spegnere l’incendio... faccio la mia parte» [da un’antica favola africana].
Giulia Menolascina, “La luna d’argento nel mezzo”
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