PAS DE DEUX
Mi stai di fronte e, lentamente, sono.
Parli e io sento di avere le orecchie,
e con te provo le prime parole
che ricevi distorte, disfluenti,
ma le dipani e trovi loro un senso.
Nascono odori a valle del tuo odore,
anche se il mio solo tardi distinguo;
mi guardi e so di avere una forma,
ti guardo e mi si dilatano gli occhi,
mentre un’immagine s’inventa dentro.
Nel mentre il tuo profilo
si staglia contro il cielo
conosco e anche divento un desiderio.
Dopo, mi abbracci e mi procuri un corpo
coprendo con il tuo il mondo intorno;
mi prendi in te e ciò che ho in te esiste
perché una luce di riso e anche di pianto
brucia il tuo viso in chiazze d’amaranto.
Poi ti allontani e conosco l’attesa,
acconto vuoto che svuota il futuro;
torni e io sento che nulla si perde,
ma poi rivai, stavolta non ritorni,
e io che ero? E solo, io, sono?
QuinApr25
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