Indigesto dai contorni di una vita meno aspra,
volo pindarico dal triangolo delle scuse,
sofismi sul confine di un pallido risveglio.
Piove la retorica della mente in
stringhe esistenziali fra disordine e reminiscenze,
intanto che, mi sussurri di altro;
“altro” argomenta di essere vibrazione ed emozioni da meraviglia.
L’onda di piacere mi scuote dalla malinconia,
ridestando in me alcune ragioni:
frapporre la voglia di appartenere al puro egoismo.
Da tempo fuggo dai miei demoni,
tremori molesti della mia coscienza,
intanto che, mi sussurri di altro;
“altro” argomenta di ansie da palcoscenico e
di un variegato mondo di frivolezze.
I compagni di viaggio li credo prodighi nel salvarci,
al soldo di un affare personale,
e comunque pretenziosi di guadagno.
Arrovella, inquietante, l’affanno che discernere
il disgusto rigurgitante della vita,
mentre mi rigetto in soliti sproloqui intestinali,
intanto che, mi sussurri di altro;
“altro” argomenta di leggerezza, voglia di affetto,
il patto di una tregua perché la lotta non sia continuità.
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