
E scrivo sempre di me in assenza di vento
e col cuore gonfio di pioggia
in lenta espansione del vuoto
o in congiunzione di sensi
Nella gestazione del verbo,
un fiume che esplode e inghiotte la riva,
le immagini stanno al pensiero
come la collana di perle al vestito
Cado sempre in quest’equazione, in piedi...
nessuna poesia potrebbe ritrarmi in ginocchio
se non i tuoi occhi diamante il tuo volto
la grinza del labbro in un raggio di sole
Nessuna poesia,
se non la tua bocca mai posseduta
le mani leggere o decise
leggiadre farfalle nel peso d’una carezza
Le immagini quelle che corrono avanti ai miei occhi
coi treni con gli aquiloni o i disegni nel cielo di storni
non sono che arcobaleni nella tempesta che dura una vita
e mi vede danzare e sorridere nella sua piena
Le immagini quelle che sostano dinanzi ai miei occhi
non sono che bei panorami dai contorni precisi
e parlano di cose diverse, visioni, miraggi, ipotesi
e condizioni lontane dal viver reale
Io scrivo di me e di questo mio vivere inquieto
che poco assomiglia alla vita
e lievita speranze e timori nel fuoco
vola su apici d’onda e a riva riversa il suo pianto.
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