Pubblicato il 14/03/2025 18:53:33
Ho trovato questo romanzo notevole, soprattutto per lo stile: crudo, velatamente ironico. Il personaggio principale, David Kepesh mi ha ricordato, per certi versi, i dilemmi di Michel con la sua ridestata ansia selvaggia di vita nell'Immoralista di Andrè Gide e la doppiezza di Tomas ne l'Insostenibile leggerezza dell'essere di Milan Kundera. La trama del romanzo si snoda attorno alle vicende di un professore di lettere che, animato da un animo visionario, esplora il limite e l'assenza di limite della sua sessualità, in diverse fasi della sua vita. Le vicende esistenziali del protagonista, estreme o semplicemente dettate da un compromesso che ha un sapore espiatorio, ruotano attorno a questo conflitto, un dilemma continuo che affligge e precipita in uno stato continuo di dubbio, angoscia. Qual è, quindi, il limite al desiderio? E qual è il limite all'assenza di desiderio? Il protagonista, tra visioni, interrogativi, realtà, cavalca l'onda delle sue inquietudini, acquisendo via via consapevolezza dell'insanabilità del conflitto, dell'insolubile lacerazione tra normalità e trasgressione. Non è possibile, per l'autore, in fondo ancorato al reale, una redenzione. E non valgono le analisi letterarie, minuziose, a scampare al massacro interiore. Il professore di desiderio è analisi cruda, spietata, di quanto le convenzioni sociali possano ammansire gli istinti, senza però mai veramente spegnere la ferinità che, in fondo, ci costituisce. Annalisa Scialpi
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