Maltempo
mi entra come la gramigna
un solo seme corrode ogni raccolto
e tu mi dici che son malacjorta.
Ma a certe cose ho l'abitudine
di lapsus e bottiglie di birra
bestemmie di lingue addormentate,
ho il blasone del nulla sulla mia schiena.
Ecco
tutti mi additano,
mi hai esposto e lasciato in strada,
son io la perduta e tu il povero amante.
Mi gravano intorno le altre donne
- lo sapevo già non ho sorelle -
si fan lontane mentre galleggiano nelle urla,
come un tapis roulant di vergogna.
Runica,
come le pietre che mi lanciano
sono liquida e smagrita in un fascio d'ombra
per tutta la vita ho cercato di esser gregge
ma il collo non si piegava all'erba.
Invece mi buttavo nei fossi
aprivo il ventre se il profumo mi arrossiva
e avrei voluto cantare
e alzare i piedi e aprire le braccia
sotto le ali clavicole si storcono
son infedele anche a me stessa.
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