Pubblicato il 01/03/2025 10:19:34
Assurge stridula nota da appendere all’orto del depresso ulivo, che poi è il male minore; inquieto scegliere, imposto da impasti sporchi eterni nel ritorno.
C’erano una volta pirati e condottieri in prima fila combattenti a petto indomito:
Lupo e Leone a guidare coalizioni col primo e l’ultimo pelo.
Oggi, un bidè è stato rimosso.
Ma una formica dalla grossa testa su tacchi a spillo ferma se non si ferma alla TERZA ci porta; e cereo robot non scherza, né scherza la striscia in ostaggio dall’altra parte.
Continenti e mari sono compressi da lercio commercio di armi; nella reggia dei capi cari gingilli crescono protetti e custoditi in nome dei tanti ammazzati.
Si sprecano sanguinolente orge, orde, greggi, Rh d’ogni non incoronata prole. Si lustrano le scarpe rosse della stupida morte in trincee indotta a tentazioni nucleari.
Forse c’è la salvezza: dall’olimpo olimpionico, colorato pennuto risorge i suoi trampoli d’oro. Venite o gente ascoltate la lieta novella raccolta nei fiumi di poco onorevole onore; lavandaia chiarezza che non ha scorciatoie e schiaffeggia la faccia di un putrido lavatoio.
Io ci speravo nell’ovale ristoro, nella bellezza del male minore.
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