Il vizio dei poeti è quello degli uomini
Non si ascoltano tra loro
si credono però esseri speciali.
Hanno tra le mani tavole con le leggi
elencano eccezioni fanno cose folli
obbediscono all’invidia ad occhi chiusi.
Sono un popolo strano i poeti
un popolo dove ci si addita per quisquilie.
S’ergono spesso a giudice supremo.
Gareggiano per un potere che non hanno,
il possesso della verità. E si coniano da soli,
medaglie di cui sfoggiano la faccia che più conviene.
Tra i fumi dell’incenso
scagliano pietre contro l’universo intero.
Sono spesso incompresi, ma dai loro simili.
Il vizio dei poeti è quello degli uomini
Sono convinti d’essere speciali, il “divino” sulla terra,
dimenticando d’essere solo mortali.
Sono nella polvere come sull’altare
nello stesso momento ed in tanti luoghi.
Ecco il loro potere in vita, un potere inutile.
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