C’erano tante tentazioni tra gli addobbi,
a tratti persino i locali con le loro penisole
si tuffavano tra i turisti in corso - che è
un po’ come voler avere la testa altrove
quando sei sovrappeso e chiedi un prosecco
fidando su quelle sedute che hai di fronte.
Gli auguri hanno un valore che finisce
sul conto tra le effervescenze del riso;
o, più contingente, il riso è facile preda
di una banda di rivenditori.
Nei correnti ovunque, le gambe delle banche
sono di carta. Le carte hanno valore di debito
o di credito e comunque strusciano sul fondo,
si consumano come un passista che punta
al traguardo e unge col sudore quest’aria
di rifacimenti e come l’ultimo merlo
sul forte la carnale becca la pelle lisa
nella piega al centro dove le preci
di alcuni cari scomparsi fanno volume
ancora capaci di acquistare vita
per quanto ricordi. Capisco che il limite
umano è dato dal bisogno versus desiderio.
Lascio il primo in debito di risorse di spesa.
Trovo una risorsa in termini di fuga:
lascio lo stagno del calendario
con la faccia di bronzo.
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