Or supina nella terrena casa,
Su morbido notturno letto,
Un riposante sonno
Di sogni colorato,
E non più nel barco
Al tremor dell'onda buia
Che sempre l'occhio sveglio,
A Morfeo in lotta,
Attento era.
Pensieri nascon di ricordi antichi
Qui nel silenzio della dimora bella.
Fuggir da questi,
Ma l'animo non vuole,
Perché è dolce l'umido sorriso.
Ma oggi special è il giorno:
I passi avanti e retro,
Il brioso mescolar di aromi del cibo tuo,
Per placar degli amici l'irrequieto verbo.
Tutto è rumor di risa e vociar grasso,
E il vino aiuta.
Poi il tempo passa,
E ognun al proprio focolar ritorna.
Un fuggevol sguardo allo specchio in casa:
"Specchio delle mie brame,
Chi è la più bella del reame?
Perché mi guardi?
Perché io vedo te e me?
E' la mia festa sai!"
Sì, ti faccio io la festa! risponde l'eco.
Parola ambigua,
Or l'imago vedo e ho paura.
Pungente nelle membra
Della notte il brivido.
Poi al mattin risorge il sole,
Anche d'inverno,
E nello specchio un raggio manda,
E tutt'attorno è un luccicar di luci.
Si! son la Pina,
Son la più bella del reame,
E anche tu, o specchio,
Vieni alla festa del mio tegame!
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