All'amico navigatore con la barca ormeggiata in Turchia
S'arresta il barco sulle iliache sponde,
E là s'acqueta dal nervoso ondeggiar.
Scorre il tempo nel suo torpore
E le vele al vento, ambigue amanti,
Raccolte sognan di salso mar.
Ma l'invidioso dio del mar,
Che sempre maligna folgore
All'uomo dona,
Un picciol mostro velenoso* invia.
Scalpita il nocchier
Che svestir vorrebbe il dormiente barco,
E in bramoso amplesso
Solcar opime acque.
L'amor il dio or nega,
E della falce bieco il volto appare.
Ma nasce il sol che muore,
E così sarà nel tempo,
E nulla potrà sfuggir
Al cor che arde.
*pandemia da coronavirus
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