Non più al pian di sopra
Scalpiccio di furtivi passi*,
Che al pian di sotto dove io m'aggiro
Dolce rimembranza copra.
Storia antica di infantili grida
E di corse avanti e retro
Il pulsar di vita senza metro.
Nel silenzio della casa or miro
Quella foto sulla porta appesa
Dove scritto sta
Che la vicin di sopra è dipartita,
Lasciato ha la sua lieve vita.
E tu, ombra vivente,
Nell'assordante quiete,
Conti e riconti quanti ne miete
Colei che di falce vestita mente
Per l'illusion di fugace ardore.
Infame specchio che rimandi l'onta
Del disfacer del corpo di chi conta,
Or non più ti guarderò
Per contemplar il fantasma mio,
Perché amoroso specchio ogni dì appare:
O dolcezza mia, son gli occhi tuoi un mare.
Rifletto in questi il giovanil furore
Che ristoro trova dal nero affanno,
E il color delle sue vesti
I miei passi fanno lesti
E, come un tempo, nuova forza danno.
O fresco aroma di primavera
Che ogni stanza mia rendi vera,
Piena la voce tua ascolto
E della nera imago più non vedo il volto.
*morte della proprietaria
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