Pubblicato il 27/12/2024 17:48:14
Nel ventre della terra, dove le secche radici danzano la macabra danza col loro corpo di lingua contorta, ho portato il mio requiem. Fuori, tra venti stordenti ho lasciano mani, cranio e vecchia pelle, sulla terra ostile nuda come una tomba. Ora sono seme e già gravida di umori, graffio l'utero di questa sepoltura, mangiando i resti del fuoco, gemmando dalla putrefazione, come fenice calda e meridionale.
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