Nel dì fatal
Che volle il pargolo divin
Esser omo,
E il caldo fiato di stanchi animal
Sul nudo corpo,
Unica gioia di crudel vita futura,
Nell'umido loco diffondossi,
Meditar mi fa il fuggir la vita via.
O tenerel che la bianca linfa suggi
Dal fresco colle su te chino,
Perché vegg'io il bianco mio crin,
Le caduche speranze e il solitario nido?
Lassù nell'alto trono assiso
Eterno stavi e compagno il gaudio t'era,
Ma giù scendesti per mostrar la follia nostra,
O forse divin favilla a te somigliante.
Scintilla d'amor che in noi s'accende
E che riviver fa la dolce speme,
E' il Natale nostro di pianto e gioia,
E tu, o bella mia,
Imago dai cerulei occhi e turgide labbra,
Nascita portasti nell'antro mio scuro
E nel focolar del mio cor.
La tua divina brace mai si spegnerà,
Pur se il Tempo, con la sua croce,
Compagno sarà dei miei vetusti anni.
O pargolo divin,
Sono io te in questo giorno,
E il cor mi batte forte
E godo il Paradiso tuo.
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