Occhi miei vedete
Qual bianco splende
Il viso della donna mia
Di perle adornato.
Orecchie mie che nell'ampio aere
Vi dispiegaste a vela,
Ascoltate il suon delle parole sue
Che al cor giungon come tagliente lama.
I dolci colli del petto suo
Ov'io il capo reclino stanco,
Linfa vital porgon alle fugaci illusion
Del bianco mio crine.
Il tempo passa e s'appropinqua l'ora
Ove il sol riposar dee
Come lo spirto in affanni preso,
Ma mirando l'azzurro cielo degli occhi tuoi,
Un raggio di sol rispunta
Ad albeggiar le tenebre mie,
E l'alma sconsolata
Vigor riprende di novella vita.
Tu, verdi rendi i miei desiri,
Tu, erba fresca di prato ove io mi pasco,
Ogni dì salutar mi fai l'aurora,
L'imbrunir non veggio più la sera.
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Franco Marangoni, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.