Mi colpiva la circolarità
lenta, metodica, solenne
nel cielo adesso azzurro.
Prima era un nero diverso dalla notte
ma il vento fa miracoli lungo il volo di un falco.
Più in basso, una rondine mi ricordava una follia lontana
con le ali
e i passi
al bordo delle aiuole.
Ti ricordi di me?
Non mi riconosceva il viale ed i pensieri
mentre mi viene in mente il cavo di una tegola:
una casa di uccelli.
Ma non so come ripensavo al mare
e la sua necessità di non fermarsi
come il mio
ultimo ancoraggio ad uno scoglio
mentre guardavo immenso
(è chiaro che parlavo del sole)
e la tua fronte all’ombra
(è chiaro che parlavo della sera).
Ma non c’erano gli alberi, non c’era
quello che non vedevo
la città
quando la nebbia cala un grande nulla
che ti circonda
e ti ci muovi
la sera
che si comporta come un animale
strano
spesso ignoto.
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