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Raccolta di poesie di Giovanni Baldaccini
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

verso il padre

Ieri non ti ho visto

e mi è mancato il suono
che immagino
quando si lascia il tempo
per visitarti dove tu non sei

in una falla mobile
che si propaga da una tempia all’altra
come un’opacità non mai chiarita
che credo ti somigli

in questa stanza

dove stanno le cose che non sono

diverse da quel che noi ne abbiamo fatto

e credo mi somigli.


Id: 72823 Data: 30/03/2025 19:42:40

*

Sfumature

Quando mi misi a osservare
Le variazioni incerte della luce
Lo feci per convincermi che il buio
È solo parte della sfumatura
Che riveste l’Intenso.
Mi chiesi allora se la notte fosse
Un’altra forma del suo divenire
E non un’apparenza
Quella che mi sembrava una scomparsa
Tra un intervallo e l’altro delle stelle
Dove il tempo rallenta la rincorsa
Alla ricerca forse di se stesso
O almeno un’occasione.
Quindi mi volsi dentro e non trovai
Nient’altro che un disperso
E questo mi costrinse a porre mente
A un’altra dispersione
Di cui le sfumature danno conto
Quando qualcuno cerca
E roteando sposta l’universo
E capovolge e fruga
Lungo i mattoni sparsi della vita
Che cade nel contrario e dal contrario
Per amore ritorna.


Id: 72742 Data: 16/03/2025 10:01:23

*

A ogni battito di una campana breve

 

Nessuno mi venne a visitare

a quell'ora di notte

e questo fu l'inizio di un'abitudine.

Non era facile individuare gli uccelli tra le nuvole e i vetri

e la pianura fino a dove il monte

chiude gli occhi del mondo.

Tanto valeva mettersi a dormire.

Nessuno mi venne a visitare a quell'ora del giorno

e nelle successive l'abitudine si consolidò.

Non era facile individuare il silenzio tra tappeti

e rotoli di senno

le librerie, i ricordi, i fiori vecchi:

questo fece sì che l'abitudine si arrotolasse su se stessa

e ai miei pantaloni senza piega.

Decisi di studiare il pomeriggio e le sue variazioni della luce

nella non somiglianza a tutto quello

che mi sembrava di sapere già

e per l'abitudine fu un colpo decisivo:

ne persi ogni costanza.

Vacillammo, io e la mia testardaggine,

ad ogni battito di una campana breve

ma alla fine mi abituai.

 


Id: 72690 Data: 03/03/2025 17:00:12

*

Se fossi

Se ti seguissi sarei oscillazione

come in un volo bianco di farfalla

ma non vento.

Se fossi fiore darei nutrimento

se fossi occhio ti darei visione

se fossi amore

un se,

privo di esitazione.

Quindi seguire senza direzione

tra soste d’apparenza

arbusti odori luce genuflessa

precedi

come se fossi un mondo in miniatura

ed io,

se fossi almeno una misura,

misurerei il silenzio che non dici

più in alto, verso il picco,

senza guardare sotto:

soltanto un vuoto

dove giace la morte.

 

 


Id: 71874 Data: 12/10/2024 14:27:12

*

La sosta

Non so spiegarti meglio e tuttavia

mi piacerebbe farlo

ma

una specie d’inedia

mi trasforma in un essere svogliato

una censura inflitta da me stesso

senza aver nulla da disinnescare

un proprio nulla, un nulla disinvolto

che non soggiace ad altro e a nulla tende

un tardo pomeriggio, potrei dire,

come una sonnolenza

dove non c’è neppure un sovvenire

né peso sulle ciglia

ma non potrei parlare di pigrizia

come l’estate calda quando il tempo

ti consiglia un’assenza

e ti sorprendi giallo come un campo

e fermo come l’aria su un covone

né tempo

e sosta il mio rumore.


Id: 71788 Data: 27/09/2024 18:24:29

*

L’uomo di sabbia

 

Solchi

della memoria corta e quella lunga

oggi mi porta verso

quel poco che mi resta della sabbia

e l’onda, il sale, la memoria antica

sera

vento di terra

la mattina dal mare.


Id: 71706 Data: 13/09/2024 01:33:08

*

Il punto

Se mi parlasse un attimo, potrei dirti che a volte

mi nasce come un senso di amarezza:

il trascorso è perduto e l’oltre un nulla. Ma non è questo il punto.

Il punto è un luogo di concentrazione, sotto diversi aspetti:

l’immenso sembra minimo.

Tutto si chiude e il tratto si assottiglia:

un radunarsi asciutto dove il presente è antico

completamente privo di spessore come un rifugio artico.

Ti scrivo il mio digiuno.

Essere è un vuoto intenso e la mia scia

somiglia troppo spesso a un peso falso

un fastidio incorporeo, un risultato senza cognizione

dove la terra si rovescia e il tempo

si distanzia dal nesso:

io coltivo distanze.

Tuttavia ti indirizzo le parole ed i suggerimenti della sera

quando la mia coscienza ascolta un suono che mi trascina nell’inascoltato.

Se Dio respira è un attimo che trema. Qualche volta un silenzio.

Ma per fortuna il tempo non consegna

lettere

e l’incompiuto scrive.

Questo conserva intatto il tuo pallore, il mio rivolgimento

il nostro sguardo

qualche volta stellato.

 

 


Id: 70898 Data: 10/05/2024 17:17:33

*

Una sera di vento

Alla fine ce ne siamo andati tutti

e abbiamo lasciato che cadesse

quello che doveva cadere

(nessuna mano si è sporta).

I cappotti sapevano di caldo

ma le mani erano fredde

(intendo dire che intorno si gelava)

e c’era un vento che non è respiro

e forse è per questo che non ci siamo salutati abbastanza.

Tuttavia era previsto

che le luci si spegnessero all’improvviso

come se non ci fosse dove

ricoverare il sole

e che si scivolasse

(la mia faccia e la tua)

come una nota sola.

Nulla era aperto e non

c’era più tempo per guardarsi intorno

o riflettere almeno

forse per ricercare quelle idee

che si ficcano nelle tasche misteriosamente

sotto il fuoco incrociato delle stelle.

 

 


Id: 70862 Data: 06/05/2024 15:54:34

*

Piano accennato

Era il profilo di qualcosa che

non sembrava accessibile

né somigliava

ad una decisione o un'incoscienza.

Una forma diversa dal palpabile

come un odore quando si intromette

o luce

che penetra dalla finestra e l’ombra

che ci sia vento o meno.

Era forse un ostacolo

per ogni decisione che si voglia

prendere o rimandare.

Era pertanto il fermo di un’immagine

senza pellicola, senza formazione

ma avrei potuto dire che non era

qualcosa di diverso da un pensiero

quando ti cade la presenza e spegni

le lampadine in una stanza vuota

e ti affacci

dove sarebbe l’altro

cosmo di stelle.

La sera

viaggi vecchi.

 

 


Id: 70579 Data: 20/04/2024 13:47:22

*

Passi senza volere

Mi colpiva la circolarità lenta, metodica, solenne

nel cielo adesso azzurro.

Prima era un nero diverso dalla notte

ma il vento fa miracoli lungo il volo di un falco.

Più in basso, una rondine mi ricordava una follia lontana:

con le ali.

Ti ricordi di me?

Non mi riconosceva il viale ed i pensieri

mentre mi viene in mente il cavo di una tegola:

una casa di uccelli.

Ma non so come ripensavo al mare

e la sua necessità di non fermarsi

mentre guardavo immenso

(è chiaro che parlavo del sole)

e la tua fronte all’ombra

(è chiaro che parlavo della sera).

Ma non c’erano gli alberi, non c’era

quello che non vedevo

la città

quando la nebbia cala un grande nulla

che ti circonda

e ti ci muovi

sera

che si comporta come un animale

strano.

 


Id: 70546 Data: 16/04/2024 09:37:30