Il moto delle acque inganna se il vento ulula e tu
distratto dal mulinello delle foglie
ascolti il parlottio ch’esplode nel sentiero
e pare discorra con le sbarre ferruginose
d’una panchina vuota.
E’ solo un torrente, un torrente tortuoso, un serpentello
che confabula con ciottoli e detriti
e promette viaggi alle barchette arrotolate in fretta
sull’improvviso impeto dell’acqua.
L’orizzonte è netto di luci ed ombre.
Conti le case in lontananza, le siepi
gli alberi chini in preghiera
le stelle radunate come un gregge.
E pensi ai tuoi pochi averi ai sogni spezzati
alle scarpe rotte alle parole scivolate sul fondo,
inascoltate.
E guardi scorrere quel rigagnolo irrilevante
in luogo del fiume che credevi
potesse raccontare le tue storie, mentre
col pensiero da sponda a sponda
voli sotto il filtro delle foglie,
a ripartire un raggio sui tuoi passi.
Esausto cedi all’oblio d’un tempo che ancora illude.
E come il giunco ai bordi dell’acqua attendi
un’altra estate
ed il color verde-marrone
di fiori a ventaglio.
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