C’è un codice nascosto nel respiro,
un ritmo che danza tra le sinapsi,
un’eco primordiale, universale,
che l’uomo porta inciso nel silenzio.
Ogni parola è frammento d’infinito,
costruzione innata, mai appresa,
un ponte tra ciò che siamo
e quello che potremmo essere.
Nel caos delle lingue e dei dialetti
vive una regola altamente segreta,
una grammatica che non ha confini,
cuore pulsante nel linguaggio umano.
È la mente che crea mondi infiniti
con un verbo, una frase, un sogno,
dove ciascuna sintassi è rivoluzione,
ogni significato, un senso di libertà.
Così il pensiero si veste di suoni,
portando l’eterno al presente,
un filo invisibile che ci lega,
nonostante il tempo ed il luogo.
E nel labirinto delle parole,
Chomsky ha visto la mappa:
non un caso, neppure un istinto,
ma l’essenza stessa dell’essere.
Di’ pure che siamo fatti di stelle,
ma siamo anche fatti di linguaggio,
e lì, tra un soggetto e un predicato,
si nasconde il mistero dell’universo.
N.d.A.: Noam Chomsky è un famoso linguista, filosofo, scienziato cognitivo, storico e critico sociale americano, considerato uno dei più importanti intellettuali del XX e XXI secolo. È noto soprattutto per il suo lavoro sulla grammatica generativa, un approccio rivoluzionario alla glottologia teorica, avendo evidenziato che la capacità linguistica sia innata negli esseri umani e regolata da una “grammatica universale” condivisa da tutte le lingue. Chi volesse approfondire, può leggere le sue principali pubblicazioni sull’argomento, ovvero: Le strutture della sintassi (1957), Problemi di teoria linguistica (1964), La grammatica generativa trasformazionale (1966), Riflessioni sul linguaggio (1975), La conoscenza del linguaggio (1985), Linguaggio e problemi della conoscenza (1987).
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