Il grano è salvo, stivato nella pancia
dei carghi nel Nero fustagno marino.
Nero per l’acqua può essere un umore
di metallo scagliato a fronte come gli spari.
Lì le mine vagheggiano a bomba
e i nomi vanno a motore in tanti
depositi di marmo e legno. Siamo
più scintille che fiamme, spesso
nemmeno abbiamo mai fatto fuoco.
Chi ci accende sa che muniti di leva
militante si solleva la cordite: finiamo
in polvere pieni di buone intenzioni
e pessimi legami come gli imperi
e gli ormeggi. Abbiamo dato corda
e remavamo in pace; ci siamo amati
che parlavo di me a te che prendevi
me per te nel pasticcio del magnete
del sangue colloso più che dal polo
interessato.
Si trattasse di mestiere accoppiarsi in natura
non sarebbe con passione, in realtà
il piacere è la prima goccia del ciclone
che stravolge la rotta.
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