Amico mio di aspro cammino,
Il braccio tuo all'alto aspira,
Ma come trave da tarlo rosa,
Stanco nell'aere sospeso,
Al fianco inerte cade.
Quanto il rimembrar di nodi e cime
Che guizzanti dita sul barco tuo
Tessevan sogni di luccicante andare.
Ti guardo e ancora guardo,
Specchio sei a me della vacuità del tempo,
E con te nomade di opaca via:
Il voglioso mio passo che la meta brama,
In brevi spazi incerto giostra,
E il piede cede,
E la colonna di gamba tosta,
Che un giorno era di gagliarda corsa,
Or schianta, e ferma mira
Il vociante verbo e grida
Del bambinetto che la sorpassa oltre.
Su, caro amico,
Dammi l'ossuta tua mano
Con la screziata mia,
Viandanti insieme su questa rotta,
Tu acuto nocchier del mondo,
Io navigator di menti,
Un dì gli occhi tuoi attorno,
Gli occhi miei dentro.
Uniti percorriam il tratto,
Frizzante eloquio come compagno,
E lo sguardo su alle stelle,
Alle belle stelle nella notte buia.
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