Non accadrà mai ch’io possa ascoltare la morte passare
là dove la vita reclama la sua giusta via là dove vi sono
sogni e speranze ed il vento accarezza suadente le spighe
nel campo inondato di luce,
ch’io possa comprendere le assurde ragioni di chi estirpa
piante e radici e nega l’azzurro del cielo ad occhi
_ sguardo espansione di chi osserva la vita_
non accadrà mai ch’io possa entrare per l’oscura porta
ostinata a dare senso ad un sogno troncato una vita spezzata
o alla speranza smarrita di figli e di madri.
Cos’è la vita cosa la morte cosa la mente (meravigliosa)
capace di concepire azioni atroci e di mutare destini?
Non ascolto parole inutili e vaghe né mi soffermo sul sentiero
che getta in un mucchio di foglie le tombe deserte già ora
che il sole ancora si degna d’una sosta una carezza uno sguardo
Piango un’umanità traviata da follie e malvagi pensieri
fredda nel cuore e nel suo percepire il mondo d’intorno
Piango la mia resa impotente dinanzi ad un campo seviziato
da boati e tempeste. Non ha dato buoni raccolti la semina,
specie negli ultimi tempi, neppure la mano di Dio
né lo spaventapasseri nel mezzo del campo è servito
ad allontanare gli uccelli dall’oro.
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