Devo restare andando via,
da viaggiatore,
solo,
come un vecchio cantastorie,
senza un'alba né un domani,
in cerca di quel sorriso di bambino
che come un'eco risuona nei territori della mia anima,
nido dei sogni di un perduto amore indimenticato.
Nido in cui la vita si sgretolò,
quando sentii il sorriso di quel bambino divenire un rauco urlo di sofferenza
e mentre giungeva la fine di ogni cosa,
antichi canti di dolore sgorgarono dagli abissi della mia anima,
dove precipitai quando la sua mano lasciò la mia.
In quei momenti di infinito cadere verso il nulla,
attraverso gli occhi imbevuti di lacrime,
la vidi allontanarsi nel silenzio.
Per un tempo immemore
inseguii quel sorriso
smarrito in un fiume di lacrime,
catene che stringevano la gola
soffocando lentamente
gli interminabili giorni che mi videro
spettatore estraneo di me stesso.
Annientata dalla desolazione,
vidi la mia anima danzare al suono di mille tamburi fra le ombre della notte,
contorcersi sotto i freddi raggi della luna
fra un coro di laceranti ululati.
Sentii risa di scherno nelle parole di antichi libri che vendevano illusioni.
Giacqui con oscure ombre abbandonandomi fra le loro braccia.
Vidi il fuoco avvolgere le acque nelle notti più buie.
Respirai ricordi come veleni dai meandri di contorti pensieri.
Sentii silenzi nei pozzi della solitudine scuotere le mie membra.
Dimenticai il mio nome tra le scarlatte sabbie dell'oblio.
Adesso la mia anima vaga nuda e sola,
chissà se la bellezza della tua sarà il lume
che mi guiderà in questa terra di ricordi
fino a quando mi dissolverò in nebbie chiare.
Ma quando la notte mi mostrerà la luce
di infinite candele appese all'infinito,
miraggi di un sogno solo sfiorato,
tu sarai coi tuoi dei
ed io coi miei demoni.
Agosto 2016
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