L’autunno è nell’aria precoce nei suoi venti
e nelle piogge di acqua di foglie di lamenti
Non ditemi dell’estate appena andata via
del sole dell’arido delle sue movenze
Ora settembre dopo i primi tepori
deciso ha la sua marcia, non delle migliori,
ma noi umani si sa mai siamo paghi,
mai capaci d’una parola buona
Noi seguiamo l’aere esterrefatti
alleniamo i muscoli persino della bocca
senza badare alle parole, dove vanno
a dove cadono dove chiedono ascolto
E’ fresca l’aria la sera e silenziosa
senza le note che vorrei ascoltare
così distante dal sostare ad una tavola
senza una favola una speranza un dono
Non ditemi della cicala né della formica
Io conosco il canto e la riga
e spesso mi discosto da entrambe
dopo il frinire o l’ultimo granello
Settembre così grigio non me lo ricordo
ma la memoria a volte cade in disgrazia
dimentica il passato e i suoi eccessi
più spesso invece è selettiva…
E poco importa se un raggio mi rallegra
forse mi accarezza come da tempo bramo
forse mi punzecchia ed il motivo ignoro.
Si preannuncia l’autunno di rosso e d’oro!
Avessero i miei pensieri i suoi colori!
Potrei sedere leggera sopra un ramo
ad osservar la luna così viva
e così gialla dentro il suo stupore!
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