LE RONDINI, RAMEAU
Un sole di bel tempo all’imbrunire
mi stringa d’un eone di magia
sefirotica, proteso a sentire
il vacillare d’ore della mia
strana vita, se il dolce suo patire
l’aromatico amplesso innamorato
di due nubi inarcate risospinga
a piè delle montagne ove chiedeva
la passione rapprendersi in un fato
al verdeggiar possibile d’un prato
che al lieve clavicembalo si finga
schiudere Adamo a un fiorire in Eva.
Oppur solcando il cielo gravi nembi
carichi d’oro e sbuffi d’illusioni,
oppur che il vento nuovamente arrembi,
antichità fiorita da quei suoni
mischiandoli al profumo dei limoni,
pallidi azzurri orlati nivei lembi.
Respiro su respiro si riduce
al silenzio votivo delle foci
il soffio guasto d'una luce santa,
epifania di Castore e Polluce.
Nell’impeto sorgivo delle voci
depone un seme morto e poi s’infanta.
da L'OdG - 2005/2024