Ho scoperto d’essere in un posto
dove non volevo stare, c’era il mare
ed era mosso mentr’io bramavo quiete
sulla china d’un monte, gli occhi fissi
a quel cielo dove conduco spesso
al pascolo bianche carovane.
Pensieri bozze di sogno speranze
chiaroscuri, desideri che nascondo con premura
alle notti d’agosto quando parlano
di stelle cadenti in mezzo al mare.
Parrebbe solo un gioco l’illusione
di resistere con il naso in aria
la nuca irrigidita
il dolore fisso al centro della fronte.
No, non credo in questa pioggia che sazia
mentre si rincorre in una favilla,
una perla che si spegne,
quel cambio di rotta
che farebbe del sogno una realtà.
Ecco sono in un tag.
Non sono mie le parole né il pensiero
le pause, le sfumature il senso.
Non è mia la scena.
Sono sola in compagnia di tanti
che non si conoscono neppure
a ricevere lodi ed applausi
per una voce muta
per la mia assenza.