La luce dell'alba è un incanto
E nel mio inceder mattutino
Avvolge me in un manto.
Cammino veloce
E niente mi nuoce,
Son vecchio, ma giovin mi sento
E del pensier mio non mi pento.
Poi guardo il tuo passo
E rimango di sasso:
Lo spirto che muove il tuo viso
Che sempre è pronto al riso
E gli occhi tuoi celesti
Che miran ogni cosa lesti.
E sento allor lo scivolar del tempo
Che avvolge me in una nube oscura
E il passo mio pria di spinta
Restar mi fa dentro le mura.
Non più l'aere fresco dei verdi prati
Della corsa all'illusion funesta,
Ma le nebbiose ombre
Del corpo proprio a rimirar
E continui lai a punteggiar.
No, non voglio questa rete che mi stringe,
Il corpo tuo un'altra scena a me dipinge,
E correr teco io sono pronto a perdifiato,
Fuor dalle mura e dal fossato.
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