I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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(2019) All’amico navigatore raffreddato
O navigator di spumante mare Qual picciol di emblema vita Virus nomato, Osò umiliar le membra di cotal marino? Il tendineo corpo teso a tirar funi o avvolger vela, Or dolorante e molle, Lacrimante il naso, Fuggir vorrebbe da casalinghi spazi, Ma il torpor prevale E l'occhio, all'orizzonte aduso, Velato cede a stanco riposo. Forse, o invisibil essere, Che nell'ombra occulto Il vital corpo fiacchi, Messaggio mandi della nostra mortal vita E del vagar dei nostri passi.
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(2022) Alla moglie dell’amico navigatore dopo intervento
Alla moglie dell’amico navigatore dopo intervento per ostruzione naso-lacrimale (2022) Se ne accorse sul far della sera La Pina austera Che sul barco ritta Al compagno suo indicava la dritta. Spruzzò il suo volto Di salsa onda la veloce chiglia Che al porto volgea dopo tante miglia. Asciugò rapida con mano L’umido viso al sole lontano, Ma il silenzio della sera E lo splendor del caldo astro che più non c’era Mosse l’animo suo a infantil ricordi E il triste e il gaio in precari accordi. Picciol lacrima credea nei suoi occhi Perché l’interno suo non eran balocchi. La maligna natura chiuso aveva a lei lo sbocco Del pianto al suo trabocco. Ma ora scienza vuole Che il femmineo sentore Dal ciglio esca come fluido amore E bagni l’arido maschio A divenir di sogni pescatore.
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(2019) Sincope
Ho sentito la tua gelida falce E il vento del tuo passo vicino. Hai colpito la mia bella, Il suo azzurro volto in biancastro sudore, il suo capo pupazzo disarticolato, La sua turgida bocca in antro nero Di sbriciolati frammenti d’anima espulsi, Il mio grido del nome amato, Eco nel vuoto aere. Beffarda te ne sei poi andata Lasciando il nostro viso sfatto Che si mirava l’un l’altro. Quanto a te siam vicini, ma non compagni! Perché è nostro degli occhi il riso E della bocca lo squillante verbo.
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(2022) L’approdo dell’amico navigatore
Al tiepido sol della terrena casa Dove, assorto, il salino navigator la mente di ricordi intasa, Scosso fu da un fruscio d’ali E subito il cultor di scienze naturali Conobbe il melodioso canto Di una cinciallegra accanto. Vide lo squittir del nido E disse a sé “agli affetti io mi affido”. Passò davanti alla sua mente Distesa d’acqua e gente E colori e rumor Tutto amplificator Forse di niente. Fuggevol il rimembrar di corde e cavi E non più l’irrequieto nocchier che t’aspettavi. Lo sguardo pose all’implume focolare E la cartacea sua pelle Che tutto vide di cose belle Una lacrima dentro fece colare. È così la nostra vita Di picciol cose scolpita E nel tempo che a noi rimane Via le nostre beghe quotidiane E ascoltiam della natura le note arcane.
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