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Raccolta di poesie di Franco Marangoni
[ LaRecherche.it ]

I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.

*

(2019) All’amico navigatore raffreddato

O navigator di spumante mare

Qual picciol di emblema vita

Virus nomato,

Osò umiliar le membra di cotal marino?

Il tendineo corpo teso a tirar funi o avvolger vela,

Or dolorante e molle,

Lacrimante il naso,

Fuggir vorrebbe da casalinghi spazi,

Ma il torpor prevale

E l'occhio, all'orizzonte aduso,

Velato cede a stanco riposo.

Forse, o invisibil essere,

Che nell'ombra occulto

Il vital corpo fiacchi,

Messaggio mandi della nostra mortal vita

E del vagar dei nostri passi.

 

*

(2022) Alla moglie dell’amico navigatore dopo intervento

 

Alla moglie dell’amico navigatore dopo intervento per ostruzione naso-lacrimale (2022)

 

Se ne accorse sul far della sera

La Pina austera

Che sul barco ritta

Al compagno suo indicava la dritta.

Spruzzò il suo volto

Di salsa onda la veloce chiglia

Che al porto volgea dopo tante miglia.

Asciugò rapida con mano

L’umido viso al sole lontano,

Ma il silenzio della sera

E lo splendor del caldo astro che più non c’era

Mosse l’animo suo a infantil ricordi

E il triste e il gaio in precari accordi.

Picciol lacrima credea nei suoi occhi

Perché l’interno suo non eran balocchi.

La maligna natura chiuso aveva a lei lo sbocco

Del pianto al suo trabocco.

Ma ora scienza vuole

Che il femmineo sentore

Dal ciglio esca come fluido amore

E bagni l’arido maschio

A divenir di sogni pescatore.

 

*

(2019) Sincope

Ho sentito la tua gelida falce

E il vento del tuo passo vicino.

Hai colpito la mia bella,

Il suo azzurro volto in biancastro sudore,

il suo capo pupazzo disarticolato,

La sua turgida bocca in antro nero

Di sbriciolati frammenti d’anima espulsi,

Il mio grido del nome amato,

Eco nel vuoto aere.

Beffarda te ne sei poi andata

Lasciando il nostro viso sfatto

Che si mirava l’un l’altro.

Quanto a te siam vicini, ma non compagni!

Perché è nostro degli occhi il riso

E della bocca lo squillante verbo.

*

(2022) L’approdo dell’amico navigatore

Al tiepido sol della terrena casa

Dove, assorto, il salino navigator la mente di ricordi intasa,

Scosso fu da un fruscio d’ali

E subito il cultor di scienze naturali

Conobbe il melodioso canto

Di una cinciallegra accanto.

Vide lo squittir del nido

E disse a sé “agli affetti io mi affido”.

Passò davanti alla sua mente

Distesa d’acqua e gente

E colori e rumor

Tutto amplificator

Forse di niente.

Fuggevol il rimembrar di corde e cavi

E non più l’irrequieto nocchier che t’aspettavi.

Lo sguardo pose all’implume focolare

E la cartacea sua pelle

Che tutto vide di cose belle

Una lacrima dentro fece colare.

È così la nostra vita

Di picciol cose scolpita

E nel tempo che a noi rimane

Via le nostre beghe quotidiane

E ascoltiam della natura le note arcane.