Le oblunghe ombre della notte
scesero su di me,
portando cesti colmi di solitudine,
avvolte dall'odore della fine
e del cuore lacerato non rimase che un silente grido.
Le illusioni fuggirono,
le speranze furono ingoiate,
le lacrime si dispersero agli angoli del mondo,
la luna si tinse di rosso sangue
e il sole indossò un grigio mantello.
L'anima pianse e la vita invidiò la morte,
il mio sogno svanì e tutto fu perduto,
tranne i ricordi e uno su tutti,
il ricordo di colui che causò la mia nascita e la mia morte,
colui che si chiama Amore.
Un amore in cui credevo e non volevo perdere,
e ho lottato,
ho lottato oltre ogni limite senza mai arrendermi
e quando si lotta si possono commettere degli sbagli.
Ma erano sbagli dettati dalla disperazione,
dal dolore, dall'annientamento
e non dal cuore e dall'anima che sanno, urlano
sperano fino all'ultimo istante
che io chiuda gli occhi fra le tue braccia,
in modo che possa lasciare questa vita
attraverso i tuoi occhi e la tua anima,
portando con me la tua luce
e illuminando così l'eternità.
Ogni volta che pronunciavo il tuo nome
l'infinito apriva le sue porte e scorreva in me
trascinandomi fra le meraviglie della tua anima,
dove avevo imparato a guardare il mondo
con gli occhi di un bambino
e vedevo solo bellezza, magia e amore.
Adesso ho gli occhi ciechi di un vecchio
che aspetta solo di essere consumato
dalle fiamme di questo inferno che è la vita.
Le mie membra sono ormai stanche,
tutto in me è appassito
e muoio con l'unica colpa di amarti.
Grazie per essere stata la compagna
del breve sogno che ho vissuto.
Ma adesso...
che la fine abbia inizio.
10/5/2016
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