Quello che conta alla fine
è meglio dirselo prima
o nel dubbio cambiare il cielo alle nuvole?
Valvole alle fate, clausole alle polveri.
Lasciare che i segni del tempo
si fermino altrove e non governino
rughe d'espressione, le forme atomiche di una maschera
la passione sottesa alla performance
la tristezza e le sue pretese di obiettore.
E' un gene magnetico, attrae condizioni scomode
questo vettore puntato sul nulla.
La questione se questa è la questione
è accontentarsi di poco
anche se la tensione è per il colpo proibito
la coscia di toro, il seno del terzo tipo, la fica.
D'altronde riconoscere i propri limiti
è segno di grandezza.
Chi ne ha bisogno, chi può farne senza.
Chi scaglia la prima pietra.
Il fascino che l'impossibile esercita
sulla mia mente che vacilla
è un gioco che non vale la candela
una rinuncia profetica alla propria identità
la promessa che fallire sia una degna conclusione.
Mi tranquillizza l'esclusione,
la precarietà mi china il capo chino.
E' tradizione da successione antica.
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